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Il nostro mercato è aperto. Usa, la nostra platea è quella...

di Mauro Suma
per Milannews.it
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Il primo titolo è ovvio. Ma utile. Intanto ad attaccare un editoriale, mi rendo perfettamente conto, firmato da me che sono in questo momento come l'irricevibile olio di ricino nella situazione mercato al 27 luglio, agli occhi dei tifosi rossoneri. Ma utile anche e soprattutto a riaffermare un concetto semplice semplice, in un momento in cui gli umori, gli strali e le accuse sono da bilancio finale, da mercato finito, da mercato chiuso. Quando così non è. Abbiamo diversi fronti aperti su nomi noti a tutti, ma se non sono chiusi non è per questione di volontà, di soldi o di mentalità. Perchè allora? Perchè se un uomo come Giorgio Furlani, uno che nella vita ha affrontato da ufficiale alto in grado il braccio di ferro tattico, politico ed economico fra Vivendi ed Elliott su Tim, ritiene che sul sottilissimo crinale di tempi e di opportunità ci sia la possibilità di fare sempre meglio giocando sul filo piuttosto che fare tutto e subito, vale la pena fidarsi.

Perchè se un uomo come Zlatan Ibrahimovic, uno che ha vissuto tutta la sua vita e tutta la sua carriera all'insegna del sangue freddo nelle trincee di tutta Europa e di tutto il mondo, sfidando barricate difensive di ogni ordine e grado e guardando negli occhi a testa alta anche chi ricorreva al razzismo per provare a fargli male, vale la pena fidarsi. Quindi, il nostro mercato non è chiuso con Morata. Primo. E, punto secondo, viene condotto con molta più intensità e filo logico di quelli che una settimana prima infarciscono gli scenari di nomi e se ne partono con "Milan scatenato!" e che una settimana dopo invece, un pò più istericamente mi sia consentito, siccome quei nomi non sono stati chiusi e ne potevano esserlo, se ne escono con un "Dramma Milan, mercato fermo". Uno che nell'andirivieni umorale è tornato di attualità fra i tifosi, Adriano Galliani era solito ripetere in momenti del genere, anche e soprattutto ai tifosi "Calmi, nella vita bisogna stare calmi". Un pò come oggi, che siamo solo all'inizio della "settimana" del nostro mercato. Il primo giorno è stato "creato" Morata, ma gli altri giorni sono di là da venire. Con la giusta calma, i giusti incastri e la giusta tattica.

Fra poco si inizia a giocare negli Usa e riecco, puntuali come funghi, le accuse rituali e le teorie catastrofiste dei nuovi profeti del nuovo mondo. Al Milan interessano i soldi delle tourneè e va cercare rogne, infortuni e passivi pesanti negli Stati Uniti, in un momento in cui la condizione è bassa e il mercato incompleto. Consentitemi di replicare. Al Soccer Champions Tour 2024 il Milan è stato invitato sei mesi fa, quando era ancora in corsa per l'Europa League. E il Milan ha accettato l'invito sei mesi fa, quando nessuno poteva avere chiaro lo stato del mercato, anche se tutti i giornali e tutti i media all'epoca tratteggiavamo ampiamenti scenari riguardanti la cessione di uno fra Mike e Theo che non è poi avvenuta, e nemmeno come sarebbe andato l'Europeo con il percorso dei rossoneri arrivati in quattro, Morata compreso, agli atti finali.

Questa cosa dei soldi, poi, chiariamola una volta di più. Solo il Milan pensa solo ai soldi? Quelli che ti chiedono 15 milioni di commissioni a cosa pensano? Quelli che ti chiedono 35 milioni per un giocatore libero a 0 fra cinque mesi a cosa pensano invece? Ai tramonti estivi, alle scelte di vita? Ciò premesso, il Milan non è andato a New York e negli Usa per i soldi. Ma perchè vuol far parte di quel tipo di set, di quel mondo, di quella platea. Al Soccer Champions Tour 2024 è stato invitato il Milan. E il Milan gioca contro Manchester City, Real Madrid e Barcellona, il top, il panorama al quale tende. Certo, ci sono dei rischi di sconfitte e brutte figure, ma siamo ancora lungo il percorso e bisogna abituarsi a stare fra chi dovremo stare alla fine del percorso quando saremo più ricchi e quindi più bravi e più forti. Perchè così funziona il mondo di cui abbiamo l'ambizione di voler far parte. Quello che ogni anno arriva fra le prime 8 in Champions League quasi di default. E ci arriva con i ricavi, non con i profeti di sventura.


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