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L’Arabia Saudita fa meno paura: perché tanti no ai soldi arabi?

di Fabrizio Ponciroli
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Lo scorso anno, di questi tempi, la Saudi Pro League si godeva una compagna acquisti eccellenti. Da Neymar a Mané, passando per Benzema, Milinkovic-Savic, Kanté o Brozovic… Insomma, sembrava l’inizio di una crescita esponenziale da parte della ricca lega araba, guidata dall’immarcescibile Cristiano Ronaldo e la sua convinzione che, presto, il calcio arabo avrebbe spazzato via tutti quanti. Bene, a distanza di 12 mesi, il panorama è decisamente diverso da quello, tetro, che si prospettava lo scorso anno. Gli arabi hanno corteggiato tantissimi campioni della (presunta) vecchia e surclassata Europa, mettendo sul piatto proposte principesche ma, in diverse occasioni, hanno ricevuto rifiuti che non si aspettavano. Dybala è l’esempio chiave di un sentimento generale piuttosto condivido tra le stelle del calcio europeo: i soldi non sono tutto, almeno non adesso… La lista di giocatori che hanno rifiutato l’opportunità di incassare cifre esagerate in Arabia Saudita è lunga. L’ultimo è stato Kostic, prima di lui è saltato anche il mega affare Osimhen. Insomma, i club arabi non possono certo ritenersi soddisfatti di quanto portato a casa in questo secondo giro estivo di campagna acquisti in Europa. Perché tante rinunce, alcune proprio al fotofinish? Tante le ragioni… In primis, c’è sicuramente la difficoltà, da parte di certi giocatori, magari con famiglia, di accettare l’idea di stravolgere il proprio quotidiano. In Arabia Saudita i vip vivono in maniera principesca ma ci sono, comunque, diverse regole da dover seguire.

Inoltre, anche grazie alla nuova Champions League, il divario “sportivo” tra mondo europeo e arabo è ancora troppo evidente. Andare a giocare la Saudi Pro League, per tanti, sembrava un declassamento… I più maliziosi aggiungono una terza motivazione, legata al pagamento degli stipendi ma, da quello che risulta sino ad ora, sono solo affermazioni senza fondamento… È, invece, sicuro che il progetto calcistico Saudi Pro League faccia oggi meno paura al calcio “tradizionale”, almeno rispetto ad un anno fa. Il tasso di crescita del calcio arabo ha avuto un rallentamento importante e, guardando le partite del massimo campionato arabo, la sensazione è che il livello generale non sia migliorato quanto ci si aspettava.
C’è, infine, anche una questione legata al tifo, quello vero e appassionato. Non ce ne voglia nessuno, ma il calcio è anche passione. Chi c’era a Monza, come il sottoscritto, l’ha vissuto ancora una volta in maniera fragrante: l’esplosione di gioia del popolo Ferrari per la vittoria di Leclerc nel Tempio della Velocità è la certificazione che, chiunque sport, ha bisogno di passione autentica e bollente per prosperare. Riporto una battuta (neanche tanto) di un collega ungherese incontrato mentre rientravo da Monza: “La passione Ferrari qui è incredibile. Se lo sognano un tifo così a Gedda o Abu Dhabi”… Esatto, è proprio così e non riguarda solo la F1…

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Mercoledì 18 Settembre 2024
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