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Theo Hernandez è questo, prendere o lasciare. Cosa c'è dietro la richiesta da 8 milioni per il rinnovo? L'Italia c'è, l'Europeo è soltanto un brutto ricordo. Gasp e l'ennesimo "miracolo": Retegui. Ora tocca a Zaniolo

di Lorenzo Di Benedetto
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Theo Hernandez, il Milan e un futuro che ancora deve essere scritto. Dopo la partita di Firenze, che ha visto l'errore del francese dal dischetto, il primo della serata dei rossoneri, e l'espulsione rimediata, per proteste, nel finale, il nome del terzino è tornato nell'occhio del ciclone, per la seconda volta in stagione. Il cooling break nella sfida contro la Lazio all'Olimpico, con Theo e Leao rimasti dall'altra parte del campo, aveva fatto discutere, ma era stato cancellato dalle prestazioni, e dai gol, dell'ex Real Madrid. Adesso si è aperto un nuovo capitolo di polemica, ma chi si meraviglia ha forse la memoria un po' corta, visto che la carriera dell'esterno mancino è sempre stata contrassegnata da questi alti e bassi. Da una parte la sua prepotenza in campo, la sua classe, il suo modo di decidere le partite con le sue discese a tutto campo. Dall'altra la nomea di bad boy, che ogni tanto ritorno. Theo Hernandez è questo, è così e sempre lo sarà. Prendere o lasciare. Conta più l'essere decisivo o qualche comportamento sopra le righe? Nel calcio è più importante la prima e il Milan dovrebbe pensarci cento volte prima di lasciar partire un giocatore del genere, difficilmente rimpiazzabile.

Il capitolo rinnovo.
In tutto questo a fare notizia è stata anche la richiesta, da 8 milioni di euro, per il prolungamento del suo contratto, attualmente in scadenza nel 2026. Prima della prossima estate, quella del 2025, le parti dovranno vedersi, parlare e aggiornarsi, per trovare una soluzione. Il Milan non può permettersi di arrivare con zero certezze a fine stagione, ma cosa c'è dietro alla richiesta di Theo Hernandez ai rossoneri? Facciamo chiarezza. Non è impossibile, ma questi, che il Diavolo accetti di corrispondere uno stipendio così alto a un calciatore della sua rosa, e questo il francese lo sa molto bene. Per questo tutto lascia pensare che sul tavolo del giocatore ci sia già un'offerta, importantissima, da una big del calcio europeo. Che potrebbe essere il PSG. In Francia la considerazione vantata da Theo è altissima (anche ieri sera contro Israele c'è stato un assist del milanista) e i parigini lo vorrebbero già a partire dall'anno prossimo. Difficile allora per il Milan cercare di trattenerlo, complice anche un rapporto con Fonseca che ancora non è decollato, ma nel calcio mai dire mai, le cose possono cambiare in modo repentino, specialmente sul mercato.

L'Italia è rinata.
Cambiando totalmente argomento i complimenti devono essere fatti, ancora una volta, all'Italia di Luciano Spalletti. La terza vittoria consecutiva in Nations League non è arrivata, ma i segnali lanciati contro Francia e Israele sono stati confermati. Partita perfetta nei primi 40 minuti, poi la leggerezza Bastoni-Pellegrini, che ha portato all'espulsione del centrocampista, ha cambiato le cose, ma resta comunque una grande prestazione, anche in inferiorità numerica che ci fa finalmente guardare al futuro con grandi speranze. Il commissario tecnico ha ammesso gli errori di Euro 2024, un mese fa, ha capito come far giocare la sua Nazionale, ha scelto i suoi giocatori chiave e ha dominato due squadre, il Belgio e la Francia, che sono sopra nel ranking FIFA.

L'aiuto di Gasperini.
In Germania il dito era stato puntato sul ct ma anche sugli attaccanti: Scamacca era il titolare, reduce da un finale di stagione da urlo all'Atalanta, Retegui la riserva. Adesso l'oriundo è la prima scelta, complice chiaramente anche l'infortunio del suo compagno, ma nella gara dell'Olimpico di è visto un giocatore completamente diverso da quello che avevamo visto in passato. Gasperini ha fatto il suo ennesimo "miracolo" certificato anche dalle sette reti nelle prime sette giornate di Serie A. L'Italia può ripartire anche da Retegui e la sensazione è che i margini di miglioramento ci siano ancora e l'allenatore della Dea saprà come farli fruttare. A questo punto chiediamo un altro favore al Gasp: c'è anche Nicolò Zaniolo da rilanciare. E la speranza è che al prossimo Mondiale, oltre all'Italia, visti i recenti fallimenti, possa esserci anche lui. Per tornare a essere protagonisti, visto che la vittoria del 2006 è diventata maggiorenne quest'anno.

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