Marotta ne parla, Furlani la fa: il Milan vuole la seconda squadra già dalla prossima estate. Soulé, Miretti, Dragusin, Fagioli, Barrenechea Iling-Junior... Ora Huijsen, presto Nonge: tutti si stanno accorgendo dei benefici che porta alla Juve
Ci stiamo finalmente accorgendo che le seconde squadre sono un passaggio fondamentale per la crescita dei nostri giovani. Chi ci legge sa che da tanto tempo parliamo di questo tema, dell'importanza per le 8-10 società più importanti d'Italia di costruire un percorso credibile a medio termine per accompagnare la crescita dei migliori giovani presenti nelle squadre Primavera. Un tema che dovrebbe esser vissuto come prioritario, necessario, per evitare ai ragazzi con più stoffa - quelli che davvero hanno talento e carattere per farsi strada - un salto nel vuoto dopo il calcio giovanile.
Dalle istituzioni negli ultimi due anni sono state più volte annunciate riforme: parole a vuoto. Ma almeno adesso c'è l'esempio della Juventus che inizia a fare proseliti. Ha iniziato con l'Atalanta, società che dalla scorsa estate ha ufficialmente la sua Under 23. Proseguirà presto con altre società: il terzo club italiano a iscrivere la seconda squadra sarà quasi certamente il Milan, anche se non è l'unico interessato. Ma meglio andare con ordine.
L'esempio della Juventus
Matias Soulé, stella del Frosinone di proprietà della Juventus, è oggi giocatore seguito sia da Scaloni che da Spalletti. Il suo compagno di squadra, Enzo Barrenechea, è pilastro della squadra di Di Francesco. Fabio Miretti è a tutti gli effetti un titolare della Juve di Allegri e lo era - fino alla squalifica per il caos scommesse - anche Nicolò Fagioli. Gioca meno ma è comunque già a quota tre presenze in questa Serie A Samuel Iling Junior. Ha esordito con Allegri due giorni fa Dean Huijsen, presto sarà il turno di un altro 2005: Joseph Nonge Boende. E già è arrivato il turno di un altro 18enne molto promettente: Kenan Yıldız.
Messi insieme rappresentano un importantissimo patrimonio tecnico per la Juventus, sono calciatori che hanno come punto in comune il tuffo nella Juventus Next Gen prima del passaggio in prima squadra. E chi non viene considerato da Juve dopo la Next Gen può sempre essere ceduto producendo comunque risultati economici importanti. Dragusin e De Winter - giusto per fare due nomi - sono complessivamente costati al Genoa oltre 15 milioni di euro.
Quello in seconda squadra è un passaggio chiave. Tutti sono concordi sul fatto che il divario tra la Primavera e Prima Squadra sia troppo ampio, accessibile solo per giovanissimi predestinati. Tutti sono concordi sul fatto che girare i migliori giovani in prestito in Serie C (quasi sempre con tanto di incentivo economico) equivale a far fare a questi ragazzi un salto nell'ignoto.
Marotta ne parla, Furlani ci lavora per la prossima stagione (non è l'unico)
La scorsa settimana, interrogato sul tema delle seconde squadre, l'amministratore delegato dell'Inter Giuseppe Marotta ha risposto così: "Le seconde squadre, come sapete la prima è stata la Juventus e poi è arrivata l'Atalanta, secondo me sono uno strumento indispensabile per la crescita dei giovani. Il passaggio da Primavera a prima squadra è molto difficile, manca quello strumento intermedio che gli possa consentire una crescita, che può essere l'Under 23. Però, e faccio mea culpa, è che mancano le strutture adeguate: dove la facciamo allenare?"
Marotta ha confermato l'interesse per il tema, stando alle regole sottolineate lo scorso giugno dovrebbe trovarsi avanti nelle graduatorie FIGC, ma per ora ha ammesso che l'Inter non è pronta. Discorso diverso per il Milan che la scorsa estate ha rinnovato il suo organigramma e adesso - su espressa richiesta del nuovo amministratore delegato - vuole varare questo progetto già dalla prossima estate. La seconda squadra è un pallino di Giorgio Furlani. Ci lavora da mesi, vuole anche esser ricordato come colui che ha varato questo nuovo progetto e da qualche settimana ha già ampliato l'organigramma del settore giovanile strappando alla Roma Vincenzo Vergine. Oltre a Milanello c'è un centro tecnico, il Vismara, dove si allena tutto il settore giovanile. C'è uno stadio, a Seregno, dove lo scorso anno ha giocato il San Giuliano City e andrebbe bene per le partite della seconda squadra rossonera. C'è ancora del lavoro da fare, certo, ma anche la forte volontà di inaugurare questo progetto già dalla prossima estate.
Non è l'unico club che ci sta lavorando: quella della seconda squadra è un'idea che spera di concretizzare presto anche il Sassuolo, mentre su questo fronte s'è del tutto bloccata la Roma: conseguenze di una dirigenza in scadenza di contratto che oggi non può ragionare né a medio né a lungo termine.
Nuove squadre, vecchie regole. Servirà un fallimento per iscrivere un'altra seconda squadra
La scorsa estate per avere certezza di poter iscrivere la sua seconda squadra l'Atalanta ha dovuto attendere il fallimento del Siena. Mors tua vita mea: scenario piuttosto triste, conseguenza del non aver cambiato di una virgola il regolamento per agevolare l'iscrizione delle seconda squadre. Il percorso è piuttosto tortuoso e tutt'altro che economico: servono circa 7-8 milioni di euro a stagione per poterla sostenere. Ma se si vuole avallare questo progetto il margine c'è, anche perché è ormai chiaro a tutti che il guadagno a medio termine è di quelli importanti. Quanto vale oggi Soulé? Quanto vale oggi Miretti? E sarebbero diventati i giocatori che sono oggi senza il passaggio in seconda squadra? La risposta è retorica. La strada è tracciata. E vista l'assenza di regole vale il vecchio motto del chi prima arriva meglio alloggia.