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Lo sceicco Bin Salman dopo il Newcastle vuole anche l’Inter. A Milano non per comprare giocatori, ma la società. Accordo attorno al miliardo. La Juve è tornata, ma quanto vale? Con i nerazzurri è decisiva

di Enzo Bucchioni
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© foto di Federico De Luca

Dopo aver comprato il Newcastle lo sceicco Bin Salman sarà ancora interessato all’Inter?
E’ questa la domanda che circolava e circola nel mondo nerazzurro e non solo, dal giorno in cui è stato annunciato lo sbarco degli arabi nella società inglese. La risposta è arrivata nelle ultime ore. Secondo ambienti economico-finanziari il fondo Pif, fondo sovrano dell’Arabia Saudita, non avrebbe affatto abbandonato l’idea di acquisire il controllo del pacchetto azionario della società nerazzurra, anzi sono state confermate le indiscrezioni che erano già trapelate nello scorso mese di settembre su un accordo in dirittura d’arrivo.
L’interesse c’era e c’è ancora, anzi la trattativa sarebbe andata avanti e, come si diceva già proprio a settembre, l’obiettivo resta quello di chiudere entro la fine dell’anno probabilmente per problematiche relative al prestito da 270 milioni che l’Inter ha contratto con un altro fondo, l’americano Oaktree Capital Management.
Per qualcuno lo sceicco Bin Salman sarebbe stato addirittura visto a Milano nei giorni scorsi e la sua presenza è stata immediatamente collegata all’interesse per qualche giocatore dell’Inter (Lautaro? Barella? Brozovic?) da portare al Newcastle. Le conferme sulla presenza non arrivano, lo sceicco poi non dovrebbe passare inosservato, ma comunque se davvero fosse stato a Milano il discorso sarebbe più facilmente riconducibile non all’acquisto di qualche giocatore, ma di tutta intera la società. Ci sono studi specializzati, ovviamente, che stanno studiando nel dettaglio i conti dell’Inter e mettono a fuoco i passaggi dell’eventuale cessione.
E’ chiaro da tempo che gli Zhang non sono più in grado di portare avanti la gestione della società nerazzurra e se i conti sono stati messi in sicurezza con le cessioni per quanto riguarda la gestione corrente, dall’anno prossimo arriveranno le rate da pagare al fondo americano per restituire il prestito, a botte di cento milioni l’anno, ci sono contratti molto pesanti in scadenza da rinnovare e qualche giocatore sta chiedendo l’adeguamento dell’ingaggio. Insomma, tutta una pesante gestione che gli Zhang non sono in grado di reggere dopo i guai economici di Suning, il passaggio delle quote societarie e le disposizioni del governo cinese che ha dato un taglio netto alle spese per il calcio e dintorni.
Secondo le indiscrezioni rimbalzate anche da soggetti del mondo finanziario, l’accordo raggiunto sarebbe molto vicino alla cifra inizialmente chiesta dagli Zhang, attorno al miliardo di euro, che consentirebbe ai cinesi un addio economicamente accettabile, senza il bagno di sangue che potrebbe esserci se l’Inter non fosse ceduto. Ricordiamo infatti che se Zhang non fosse in grado di restituire i 270 milioni che ha avuto in prestito con interessi che portano le tre rate a circa cento milioni per volta, la situazione potrebbe diventare molto simile a quella che ha costretto Yonghong Li a lasciare il Milan nelle mani del fondo Singer che aveva anticipato al cinese i soldi per pagare la prima rata di un acquisto mai concluso. In pratica ha perso tutto.
A qualcuno potrà sembrare strano che lo sceicco Bin Salman dopo aver speso 300 milioni di sterline per il Newcastle ed essere appena entrato nel mondo del calcio, possa subito comprare un’altra società, ancora più importante e costosa.
Detto che il problema economico non esiste, il fondo Pif gestisce il patrimonio e gli investimenti della famiglia reale saudita, possiamo aggiungere che lo sceicco Salman quando vuole delle cose le compra e basta. Non è molto che ha comprato un Leonardo da Vinci per 450 milioni di sterline, tanto per gradire.
Inoltre ci sarebbe una strategia economica, la passione per il calcio ovvio, ma anche l’idea che due società in campionati diversi possano costituire anche una sorta di sinergia e non ultima la possibilità di sviluppi futuri e la visibilità e l’importanza del football a livello internazionale. Se i mondiali li hanno organizzati in Qatar, entrando pesantemente nel mondo del calcio un giorno potrebbero arrivare anche in Arabia Saudita.
Si aspettano soltanto conferme o smentite.

Ma se queste indiscrezioni non avessero una base le smentite ufficiali sarebbero già arrivate, il mondo della finanza funziona così.
Intanto domenica per l’Inter c’è la Juve. Partita chiave della stagione, soprattutto per la squadra di Allegri.
L’Inter ha buttato via la sfida con la Lazio, ma a tratti ha giocato un gran calcio. Inzaghi ha modificato il modo di giocare di Conte e cercando maggior possesso, alzando il centrocampo, a volte la difesa tutta fatta da giganti s’è trovata poco protetta ed è andata in difficoltà. Sulla compattezza si deve lavorare e domenica i contropiede bianconeri potrebbero far male, ma in questo momento l’Inter è più squadra della Juve. Napoli e Inter sono quelle che hanno dimostrato qualità e personalità, ma anche soluzioni di gioco. Il Milan sta facendo bene, ma gioca un calcio che funziona ad altissima intensità, a volte può pagare cali di condizione e gli infortuni. Andare sempre con l’acceleratore schiacciato è stimolante, i rossoneri sanno fare un calcio entusiasmante, ma il problema è sempre il solito: per quanto?
Tornando all’Inter, domenica di sicuro farà la partita. E altrettanto sicuramente Allegri chiederà la compattezza, la difesa bassa e le ripartenze in velocità. Penso al 3-5-2 anche per i bianconeri con DeLight, Bonucci e Chiellini, Cuadrado a destra e Alex Sandro a sinistra. Dybala torna? Non penso partirà dal primo minuto, sarà un’arma a gara in corso. E per la prima volta forse sarà Arthur a guidare il centrocampo con Locatelli e Bentancur ai lati. Davanti Morata-Chiesa, ma se tornasse il falso nueve? Una cosa è certa: la Juve non può perdere. Dopo quattro vittorie consecutive è tornata in scia, perdendo diventerebbe quasi impossibile la rimonta in chiave scudetto. Vincendo sarebbe l’aggancio con gli inseguitori, un ritorno che un mese fa sembrava un’illusione. Non parlo di gioco o robe del genere, è il momento del corto muso, il resto verrà, compreso l’eterno dibattito e la domanda di sempre: dove può portare un calcio così utilitaristico?

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