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Juve: il futuro di Sarri e di chi l’ha scelto. Inter: i dubbi di Conte e una decisione già presa. Milan: Ibra ha ragione, ma non su tutto. Napoli: il salto di Gattuso. E sui falli di mano…

di Fabrizio Biasin
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© foto di Alessio Alaimo

Buon compleanno a Renato Pozzetto. Ne fa 80, il genio. È decisamente la cosa più importante della giornata di oggi e, quindi, partiamo da quella. Le altre sono meno importanti. La regola sul fallo di mano in area, per dire.
La regola sul fallo di mano in area non è una regola, perché non si capisce. È un rebus. Cioè, quantomeno non la capisce il sottoscritto, voi magari sì, gli arbitri di sicuro no. O meglio, ognuno la interpreta a modo suo. E, quindi, torniamo a monte: se ognuno la interpreta a modo suo, allora non è una regola, è una supercazzola.
In questa stagione abbiamo visto giocatori scivolare con le mani dietro alla schiena, altri saltare con le mani lungo i fianchi come fossero birilli, altri si sono messi le braccia nelle mutande. Questo, signori, non è calcio. Il calcio contempla l’equilibrio, impedire a un giocatore di mantenerlo o di proteggersi significa andare contro la logica.
Conclusioni: amici del Palazzo, cambiate questa benedetta non-regola o, comunque, uniformatevi al pensiero dei vostri colleghi europei, ovvero ai campionati dove i rigori non si sono moltiplicati come da noi. Ne va della credibilità di un sistema – quello arbitrale - che in questo momento appare in serio imbarazzo.
Conclusioni/2: invito tutti quelli che “se ne parla ora perché è toccato alla Juve” a rivolgersi altrove. Personalmente rompo le balle su questa faccenda da tempo immemore, al punto che mi sono stufato persino dello specchio. Questa non sarà mai (o non deve essere) una questione “di maglia”, ma di buonsenso.
Altra considerazione: l’Atalanta è forte.
Altra considerazione: la foto di Gattuso che salta in panchina per recuperare il pallone è bellissima. “Quando ti passa vicino un pallone prendilo prima che lo faccia qualcun altro”, pare la sintesi della sua carriera
Altra considerazione: Spadafora che dice ai presidenti di federazione “Siete lì da quando c’erano ancora le lire, è ora di cambiare” merita la nostra approvazione. Gli abbiamo rotto le balle una marea di volte, in questo caso ha ragione da vendere.
Altra considerazione: Ibra che contesta tutti quanti ha tante ragioni ma anche un eccesso di arroganza (tipico, per carità). Dice “questo non è il mio Milan” ma ne parla come se lo fosse.


Altra considerazione: voglio anch’io fare un ricorso al Tas, così a caso. Come ha fatto il City. Il ricorso al Tas è una cosa meravigliosa perché è una sorta di “chef Alessandro Borghese” dello sport. Il Tas “ribbbalta” le decisioni altrui e fa nulla se tutto appare illogico, del resto Borghese mica lo puoi contestare. Totale: se vi girano le balle andate al Tas di Losanna, è possibile che ve le facciano rigirare.
Altra considerazione: la decisione del Tas di Losanna congela la possibile fuga di fenomeni da Manchester, Guardiola compreso. Chi aveva puntato su questo e quello se ne faccia una ragione.
Altra considerazione: Sarri può piacere o non piacere ma vincerà lo scudetto. E voi direte: “Lo vincerei anch’io, alla Juve”. Può darsi, ma non abbiamo la riprova. Lui ce la farà. E voi direte: “Ma il gioco dov’è?”. Per quello, il “gioco”, Sarri ha bisogno di altro. La domanda è: sceglieranno di assecondare il tecnico in nome della “rivoluzione di campo”? Molti dicono “No, non avrà una seconda chance, la partita con l’Atalanta è stata emblematica”. Sarà, ma, nel caso, c’è chi certamente ha commesso errori più clamorosi del tecnico, ovvero chi lo ha scelto e poi “abbandonato” quando si è trattato di mettere insieme la squadra in grado di fare la famosa “rivoluzione”.
Altra considerazione: Marotta che dice “Abbiamo “dovuto” riprendere il campionato e non “voluto” riprendere il campionato” fa intendere qual era l’idea del club a suo tempo. Questo giustifica determinate prestazioni? Ovviamente no, ma quantomeno abbiamo capito che il “tutti i club ricominciano volentieri” urlato dal Palazzo qualche tempo fa… era una cazzata.
E chiudiamo con l’Inter. L’Inter contro il Torino ha giocato un’altra partita sporca, faticosa, convincente solo nel secondo tempo. Ma finalmente vittoriosa. La classifica è buona, l’umore così così. Si riflette sul futuro, su “Conte insoddisfatto”: un cambio in panchina ci pare francamente improbabile, anche solo per una questione economica, ma è vero che serve più chiarezza tra tecnico e dirigenza. Il mercato darà una mano (Zhang è pronto ad investire ancora, ma non per Kanté o Alaba, due delle tante balle uscite negli ultimi giorni), qualche sorriso in più in vista del finale di stagione… può fare il resto.

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