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Ibra torna al Milan, la firma fra oggi e domani. Da lunedì allenamenti a Milanello. Contratto fino al 2021. Intanto Elliott tratta: piu’ vicina la vendita della società ad Arnault. Draxler per Paquetà. Juve, per Haaland ballano 14 milioni

di Enzo Bucchioni
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© foto di Federico De Luca

E’ arrivato anche l’ultimo sì di Zlatan Ibrahimovic, quello definitivo, quello che non ammette ripensamenti: Ibra tornerà a indossare la maglia del Milan.

L’ok dello svedese, atteso da diverse ore, è arrivato ieri pomeriggio a Boban e Maldini. Ora toccherà ai dirigenti rossoneri e al procuratore Mino Raiola mettere a punto gli ultimi dettagli, organizzare la firma del contratto che dovrebbe avvenire fra oggi e domani. C’è da mettere a punto anche il ritorno logistico di Ibra a Milano che riprenderà gli allenamento da lunedì prossimo a Milanello dopo le rituali visite già programmate.

Ibra firmerà un contratto secco di sei mesi a circa tre milioni di euro con la possibilità del rinnovo fino al 2021 per altri sei milioni. In totale una cifra molto vicina ai dieci chiesti inizialmente. Dal rinnovo automatico è sparito il vincolo della conquista del quarto posto, quindi della Champions, previsto nella prima bozza di proposta, la valutazione sul futuro sarà fatta soltanto sul rendimento personale, fra gol, assist e prestazioni.

Insomma, lo svedese ha accettato l’ultima sfida, il Milan, la soluzione che è stata da subito il suo obiettivo.

Come vi abbiamo sempre detto su questo nostro giornale online, al di là dei normali alti e bassi di una trattativa complessa come questa, per di più in presenza di un personaggio dal carattere difficile come Ibrahimovic, l’idea dello svedese è sempre stata il ritorno in serie A e al Milan in particolare. Ovvio che dovessero esserci tutte le condizioni richieste, ovvio che il giocatore dovesse sentire dentro di se la forza per una sfida del genere, ma in questi due mesi non c’è mai stato niente di concreto al di fuori del Milan.

Del resto come vi abbiamo sempre scritto, la verità su questa vicenda la rivelò il sette novembre scorso Don Garber, proprietario della Mls. Annunciando l’addio di Ibra dal campionato americano, in una intervista si lasciò sfuggire che lo svedese sarebbe tornato al Milan. Le smentite (ovvie) arrivarono, certe interviste (guarda caso) sono sempre fraintese, ma evidentemente Garber sapeva bene quali erano le intenzioni del giocatore.

Poi trattative del genere sono lunghe per mille ragioni e non soltanto per l’età di Ibra. Al Milan in sostanza ha detto sempre sì, era il suo pensiero, se aveva dei dubbi li aveva per sé stesso.

Prima di arrivare a ieri, alla decisione finale, ha voluto capire fino in fondo se oltre alla volontà, anche il fisico di un ragazzo di 38 anni avrebbe potuto essere ancora competitivo a certi livelli. Una risposta che l’ha macerato non poco, uno come lui deve essere protagonista, altrimenti meglio rinunciare. Un’altra variabile era la situazione familiare, ma qui non ha avuto dubbi. La moglie è sempre stata sicura di volere Milano e soltanto Milano. Altre telefonate sono arrivate, per affetto ha parlato con Mihajlovic, ma ricorderete cosa disse Sabatini. Per stima e grande intesa personale ha parlato con Ancelotti prima per Napoli e poi per l’Everton. Ma ricorderete anche qui le parole di De Laurentiis, mentre in Inghilterra oggi si gioca un calcio troppo fisico per Ibra. Meglio di no.

In sostanza, in questi mesi la risposta Ibra l’ha cercata dentro di sé. E la domanda era una sola: posso ancora giocare nel Milan e fare la differenza? Se la risposta fosse stata no, forse avrebbe smesso con il calcio. Da ieri sappiamo che ha detto sì. Ma in questi mesi fra le parti s’è parlato anche di contratto per arrivare alla sintesi che vi abbiamo appena scritto. Poi ci sono stati irrigidimenti e frenate pure da parte del Milan che avrebbe voluto Ibra a Milanello per allenarsi già attorno al dieci dicembre. Alti e bassi con una convinzione: il Milan era la squadra giusta per Ibra e Ibra l’uomo giusto per rilanciare il Milan.

Forse il tracollo di Bergamo ha aperto gli occhi sulla situazione e dato l’ultima spinta alla decisione e alla accelerata finale, forse s’è convinto anche Gazidis e quindi con lui il fondo Elliott che questa era una operazione sostenibile e interessante per tutti.

Fra l’altro, anche la posizione in classifica può incidere nella trattativa di vendita che ormai Elliott fatica anche a smentire. L’ultima indiscrezione arrivata da Bruno Longhi, uno della vecchia scuola quindi depositario di notizie, è stata confermata. Ci sarebbe anche l’ex ds rossonero Ariedo Braida fra gli intermediari di un complesso avvicinamento fra il fondo di Arnault, il signor Vuitton, re del lusso e collezionista di grandi marchi italiani, e il fondo proprietario del Milan. Arnault vuole la società che fu di Berlusconi, è un marchio che lo intriga. Calcio e lusso, del resto, sono sempre di più brand omologhi. I contatti sono stati avviati da tempo, le smentite sono arrivate per cercare di avvolgere tutto in una cortina di nebbia, ma sottotraccia si lavora. Del resto questa è una operazione (se va in porto) vicina al miliardo quindi non si chiude in un mese. Elliott ha valutato il Milan circa 1,2 miliardi di euro, ma a quella cifra non s’è mosso niente. Pare che adesso si ragioni attorno ai 900 milioni e il limite fissato per la cessione non potrebbe scendere sotto gli 850. Almeno secondo Elliott. Ci sono molte cose che però possono far variare la valutazione e l’aspetto sportivo (Champions o non Champions) è uno di questi. Riveste però grande interesse anche la vicenda stadio che potrebbe dare nuovo slancio, anche economico, a tutto il piano di Arnault. Attorno allo stadio, nelle aree commerciali, potrebbe sorgere anche una cittadella della moda e del lusso, le idee al vaglio sono tante. Secondo indiscrezioni, gli emissari di Arnault qualora l’affare dovesse andare in porto, vedrebbero di buon occhio in società una memoria storica come quella di Galliani. Ma è presto, anche se il signor Vuitton non vorrebbe andare oltre la primavera e, del resto, anche a Elliott in chiara difficoltà nella gestione societaria del Milan, conviene vendere il prima possibile. Una storia, comunque, che farà scrivere e non poco. Arnault sta diventando la grande speranza del Popolo Rossonero sempre più depresso per la gestione deficitaria e di conseguenza per i risultati.

Oltre a Ibra, nel mese di gennaio ci sarebbe all’orizzonte anche uno scambio proposto dal Psg fra Draxler e Paquetà con un conguaglio di otto milioni al Milan. I rossoneri, anche per ragioni di bilancio, preferiscono riavere secchi i 35 milioni spesi un anno fa per il brasiliano. Si tratta. Come si tratta col Barcellona per Todibo. Per il giovane difensore gli spagnoli chiedono 25 milioni, il Milan vorrebbe un prestito a quindici con riscatto a giugno. Il Barca chiede una recompra, si sta ragionando. In uscita c’è anche l’esterno svizzero Rodriguez richiesto dal Napoli (è un pupillo di Gattuso) e in Turchia.

A proposito di Napoli, c’è stata una secca frenata per Torreira. Arteta, il nuovo allenatore del Liverpool scuola Guardiola, fa partire l’azione da un regista molto tecnico e rapido e Torreira piace. Ha giocato titolare anche ieri. Comunque, nell’attesa, Giuntoli si guarda attorno. Piace Lobotka, ma a gennaio per farlo rendere subito, serve un giocatore che conosca già il nostro campionato e Torreira resiste…

Resiste anche Marotta su Vidal, Alonso, De Paul e Kulusewski. Per ora il Barca non scende sotto i 25 milioni, l’Udinese è ferma a 35 e l’Atalanta a 40 per chiudere a gennaio. Trattative complesse, l’Inter non molla. Primo colpo potrebbe essere proprio Alonso che anche ieri è andato in tribuna.

La Juve ha bisogno di centrocampisti, ma non poteva lasciarsi sfuggire l’astro nascente Haaland. Per chiudere l’affare dopo i 30 milioni di clausola per il Salisburgo, mancano ancora una quindicina di milioni di commissioni, ma la Juve non si fa spaventare e vuole il norvegese a tutti i costi. Fino a giugno, comunque, resterà in Austria. Si guarda con interesse anche allo scambio Emre Can-Paredes con il Psg anche se l’argentino da il meglio di sé nel ruolo di Pjanic.

Si dovrà muovere pesantemente anche la Fiorentina per dare a Iachini qualche giocatore e quindi qualche possibilità in più di togliersi dalla zona calda il prima possibile. Servono innesti in ogni reparto: difensore centrale, centrocampista di gamba e centroavanti. Piace Cutrone e c’è l’accordo con il giocatore. Soprattutto piaceva a Montella che l’ha lanciato nel Milan, ora servirà un confronto con Iachini che dovrà valutare anche Vlahovic e Pedro prima di accelerare con il Wolverhampton che chiede 25 milioni, troppi per la società viola.

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Mercoledì 15 Maggio 2024
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