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Conte, a tutto c'è un limite. Gattuso show: il problema è solo uno. Galliani ha deciso di non andare in A!

di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb
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Le tre fotografie del week end sono in bianconero. Quello che abbiamo visto e che non avremmo voluto vedere. Sul podio, gradino più basso, la maglia della Sampdoria. Forse sono riusciti a rovinare la maglia più bella di un club italiano. Altro gradino del podio alla difesa del Torino. Prendere due gol in fotocopia da una Juventus morta nel primo tempo è da Oscar. Il movimento che fa la retroguardia del Toro su entrambe le reti della Juventus sono errori che non si fanno neanche in serie C. La medaglia d'oro la diamo, però, ancora ad Antonio Conte che riesce a far parlare male del suo operato anche quando vince tre partite consecutive. Bene con il Sassuolo e con il Bologna, abbastanza bene ma fortunato in Germania, ci avrebbe potuto risparmiare l'ennesima umiliazione a Eriksen. Non veniteci a dire è un professionista e deve entrare quando lo decide il mister. Guadagna 7 milioni e deve fare quello che dice il mister. Risparmiateci questa stupida retorica perché nessuno sta dicendo a Conte di non fare i cambi che vuole al novantesimo. Ma scusate se sappiamo ancora distinguere una umiliazione continua da una scelta di campo. Sinceramente ingiustificata. Non sappiamo se il danese abbia fatto qualcosa all'allenatore, ma sicuramente questo atteggiamento non si giustifica. Bisogna avere rispetto di un professionista che non ha messo una pistola alla tempia di Marotta per venire a giocare nella gloriosa squadra di Conte. Può non piacerti, Antonio, lo abbiamo capito e per fortuna tra un mese riapre il mercato ed Eriksen sicuramente non chiederà i soldi con un cappello in mano al Duomo di Milano, ma in tutto ci vuole rispetto. Sì all'esclusione, sì alla panchina, no alle umiliazioni settimanali. Entrare al 91esimo e vedere la faccia di un ragazzo così ha fatto male a chi ama il calcio e per Conte non ci sono giustificazioni. Anzi, una società presente che ti ha rinnovato la fiducia anche quando c'erano solo nuvole all'orizzonte dovrebbe farsi valere e pretendere spiegazioni. Da Marotta ci aspettiamo qualche segnale anche in difesa del "suo" investimento.
Nel frattempo il Napoli continua a spadroneggiare e, come accaduto in passato con Sarri, anche in questo caso De Laurentiis ha un solo merito: aver indovinato l'allenatore. Dopo aver sbagliato Ancelotti, che gli ha fatto crollare il valore della rosa, il Presidente ha fatto bingo con un allenatore manager, aziendalista e imprenditore che gestisce le squadre come fossero di sua proprietà. Questo è il vero segreto del Napoli e pensate se Gattuso avesse avuto un Presidente da De Laurentiis dove sarebbe adesso.

Gattuso rema verso la riva, ADL è il vento. Calciatori imbufaliti perché non hanno preso gli stipendi alle scadenze pattuite, la grande fesseria di non presentarsi a Torino contro una Juventus che avrebbe concesso molto e il punto di penalizzazione. Il Napoli quest'anno ha chiuso in perdita il bilancio ma grazie alle riserve accumulate negli anni, De Laurentiis non ci ha rimesso se non qualche soldo sul compenso annuo per lui e la sua famiglia. Se aggiungiamo i soldi che sta buttando a Bari (tanti quelli dello scorso anno) capiamo che per il numero 1 del Napoli non è un momento facile. Un bel grazie a Gattuso che mantiene a galla la barca. Intanto la devozione per Diego la confonde con scaramanzia.
Un passaggio in serie B dove Lotito gongola e Galliani, probabilmente, sta capendo solo adesso l'infamia di giocare in B. La C se spendi dieci volte più degli altri la vinci. La B, no. Il campionato più difficile, insieme alla serie D, è proprio quello cadetto. Il Monza ha speso questa estate una sagomata di soldi prendendo giocatori stranieri in attacco che neanche sapevano dell'esistenza di piazze come Chiavari e Cittadella. Per vincere la B servono calciatori di categoria e se spendi tutti quei soldi non prendi attaccanti stranieri forti o figurine da album Panini. Prendi avanti Coda e Donnarumma, ripeto se hai i soldi, in mezzo al campo metti Viola e vedi come gira la squadra. L'ultimo affare brianzolo è quello di Mario Balotelli. Il Monza ha tanti sponsor, anche superiori al Milan, ma per andare in A non servono calciatori da copertina di "Chi". Balotelli prende 500 mila euro fino a giugno + bonus. I suoi gol li farà certo ma parliamo di un attaccante ormai finito che ha ridotto ulteriormente il suo compenso, da un milione a 500 mila, e il prossimo anno forse dovrà pagare pur di giocare qualche mese. Oggi siamo già a dicembre e ha trovato squadra solo a fine 2020. Il Monza ne ha presi tre anche a Reggio Emilia e deve cambiare marcia. Servono calciatori di categoria. Tra poco metteranno sul banco degli imputati anche Brocchi che sicuramente avrà le sue colpe ma Galliani deve capire che la B non si vince neanche con Gullit e Van Basten. Stop agli amarcord. Un esempio da seguire? Il Lecce che ha investito la metà della metà del Monza ma almeno dimostra di avere le idee chiare con un triennale a Corini e con calciatori da B mixati a giovani di belle speranze.

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Mercoledì 15 Maggio 2024
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