Menù Notizie

Come cambia la geografia della A: Milano spopola ed esalta, Roma doppia faccia a Napoli tanti rimpianti

di Luca Marchetti
Foto
© foto di Federico De Luca

Ora più che mai Milano vuole ri-prendersi la serie A.
Il Milan obiettivamente lo fa nel modo più incredibile. Chiude questo 2020 in maniera spettacolare. Superando anche l’ultimo ostacolo, senza giocatori chiave e contro una Lazio che era riuscita a recuperare due gol. Una partita entusiasmante che alla fine premia i colori rossoneri. Che con grandissimo merito sono primi in classifica. Nel 2020 sono la squadra che ha fatto più punti. Più punti dei dirimpettai (e quasi coinquilini) nerazzurri. Più punti della Juve che lo scorso anno ha vinto lo scudetto. Più punti dell’Atalanta dei miracoli. E’ il Milan la squadra “rivelazione”, senza dubbio. E lo è con grandissimo merito. Ha vinto ancora, uno scontro diretto. Lo ha fatto con Calhanoglu in grande spolvero, ma senza Ibra. Con il primo gol di Rebic, ma senza Kessie. Con una difesa sempre in emergenza, ma mai in affanno. Il Milan è nato quasi per caso, ma dal lockdown non ha perso un colpo (e ha perso solo una partita, quella contro il Lille, assolutamente ininfluente). E da una squadra che ha saputo spazzare via a suon di risultati il fantasma di Rangnik cosa volete che sia dover fare a meno di qualche giocatore? Certo sul mercato si interverrà, soprattutto in difesa. Ma la vittoria più importante Maldini e Massara l’hanno ottenuta credendo in questo progetto. Credendo in questi giocatori. Credendo in questo allenatore. Arrivato per riequilibrare un Milan che non stava trovando pace sotto la guida di Giampaolo e che ora ha trovato una continuità impressionante. E’ presto per dire che è la favorita per lo scudetto? Forse dopo stasera no...
L’Inter pur non convincendo appieno, vince. Ed è la cosa più importante. Si candida per un posto da protagonista. Conte prova a cambiare anche sistema di gioco, prova ad avere uomini che tentino l’uno contro uno e che possano saltare l’avversario e far saltare il bunker avversario. Pur mantenendo le due ali sulle fasce: insomma si prova a tornare con il trequartista ma in maniera completamente diversa rispetto a prima. Intanto un passo indietro di Lautaro che non gioca all’altezza di Lukaku, ma sopratutto con Perisic e senza Eriksen, ormai salutato anche da Marotta. “Merita di giocare, non si è integrato nel progetto dell’Inter”: detta così è la più grande delle bocciature mai viste recentemente per giocatori del suo calibro. Un vero peccato: senza stare ora a sviscerare dove stia la responsabilità maggiore. Se da parte dell’allenatore che non è riuscito a trovare la chiave giusta o da parte del giocatore che invece non è riuscito a tirare fuori quello che ha e ad aiutare la sua squadra a impreziosirsi.
L’Inter cambierà ancora. Non regalerà i suoi giocatori, ma delle scelte dovranno essere fatte. Le 7 vittorie consecutive non possono “illudere”. Il processo di crescita della squadra di Conte deve continuare, seguendo le sue idee e il suo credo tattico. Perché Conte è totalizzante, nel bene e nel male. Ma quelli che finora non sono stati coinvolti sono i presunti partenti. Che poi magari saranno rimpiazzati? Come e con chi? Di sicuro il più possibile con gli scambi. Senza tirar fuori i soldi insomma.

Magari in prestito. Attenzione dunque alle opportunità, non soltanto a quelle sbandierate.
Quello che balza all’occhio di più e di cui tutti hanno parlato è il solco che ora c’è fra Milano e le altre città. Soprattutto Torino, soprattutto sponda bianconera. Se prima della sentenza del Coni la Juve sembrava in crescita e in grado di poter insidiare la vetta di un campionato che ancora non ha un padrone ben delineato, dopo la sentenza è tutto cambiato. Intanto tre punti in meno e la partita con il Napoli da rigiocare. E poi con la sconfitta in casa con la Fiorentina che ha minato tutte quelle certezze che faticosamente Pirlo era riuscito a conquistare. La crescita di una squadra necessariamente deve passare per degli scossoni. Inevitabile che possano esserci degli alti e bassi in una stagione così, a maggior ragione se l’allenatore è nuovo e ancora con un bagaglio di esperienza tutto da formare. Ma la psicologia in certi aspetti conta tanto quanto la tecnica o la tattica. Al momento la Juventus è al quinto posto (neanche in Champions) con un bel po’ di punti in meno rispetto a Milano (e soprattutto rispetto allo scorso anno).
Alla Juventus, state sicuri, non si arrenderanno così facilmente. Ora tutti a dire che è la fine dell’impero, che dopo nove anni prima o poi si abdica. Magari alla fine dell’anno sarà così, ma non sarà certo ora a dicembre. Non servirà il mercato però a rimettere in sesto la squadra e i risultati. Ma il tempo. E la vicinanza con la società. Comprendere e risolvere le difficoltà. Ed è la cosa più difficile. Soprattutto ora, soprattutto alla Juve visto che vincere è l’unica cosa che conta. Alla fine dell’anno può essere che debba contare anche (o solo) qualcos’altro.
Non vogliamo entrare ora e qui sulla vicenda del Coni. Ci limitiamo semplicemente a dire che qui non è più una “battaglia” fra napoletani e juventini (posto che lo sia mai stata) ma bisognerà a prescindere trovare una soluzione, perché ne va della sicurezza e della continuità del campionato. Il rispetto del protocollo e la consapevolezza che il “patto fra privati” (Figc) funzioni. Altrimenti sarà davvero farwest. Altro che campionato più bello degli ultimi 20 anni. Si rischia addirittura di non finirlo.
A proposito di Napoli: lo scontro contro il Torino sembrava dovesse essere una formalità. Invece c’è voluta una magia al novantesimo per arrivare al pari. Giampaolo continua a leccarsi le ferite, continua ad essere rimontato, soprattutto nei minuti finali, ma chi sta peggio è Gattuso che per 89 minuti ha vissuto con l’incubo della terza sconfitta consecutiva. Quella continuità che ha reso grande il Milan, sta affossando il Napoli. Che a livello tecnico non ha nulla da invidiare alle altre (anzi), ma che non sta trovando il suo passo. Fa bene Gattuso ad arrabbiarsi, fa bene Insigne ad essere critico. La testa prima delle gambe.
E chi sorride di più è la Roma: ancora una vittoria, terzo posto in classifica e un Natale da passare con il sorriso stampato in faccia. Qualche rischio di troppo, forse. Ma la qualità di gioco e gli interpreti in stato di grazia fanno in modo che la squadra di Fonseca possa recitare il ruolo di outsider. Più Roma che Torino, oggi. Senza dubbio. E’ come se la SerieA voglia cambiare per forza geografia.

Altre notizie
Martedì 7 Maggio 2024
09:35 Serie AEsclusiva TMW Petrachi: "De Rossi un predestinato, scelta lungimirante dei Friedkin. Toro? Vale il Bologna" 09:33 Serie C Al via i playoff di Serie C! Questa sera le prime 9 gare. Tutto il programma delle sfide 09:30 La Giovane Italia Dal primo gol con la Primavera di Chivu alla doppietta in U18: che weekend per Lavelli! 09:26 Serie A Atalanta, Hien e il messaggio a Gasperini: "Spero di giocare giovedì contro il Marsiglia" 09:23 Serie A Stavolta Udine è amara: un anno e 2 giorni dopo la festa il Napoli è fuori dalla Champions
09:19 Serie CEsclusiva TMW Volpe: "Ai playoff attenzione alla rabbia del Taranto. Ecco i tre nuovi talenti della C" 09:15 Serie AVideo Napoli raggiunto nel recupero, l'Udinese pareggia 1-1 con Success. Gli highlights 09:12 Serie A La Champions che verrà: la proiezione al 2024/25. A oggi Roma dentro col posto extra 09:08 Serie A Udinese, Cannavaro frena il "suo" Napoli e tiene accesa la speranza: ora tre scontri diretti 09:04 Serie B Serie B, 90' per non retrocedere: le 4 in corsa possono chiudere a pari punti. La situazione 09:00 Serie ATMW Monza, interesse del Benfica per Palladino per l'eventuale post Schmidt 08:58 Rassegna stampa Le aperture spagnole - Champions, Rummenigge in allerta per il Real. Il saluto di Messi 08:53 Rassegna stampa Le aperture inglesi - Impresa del Crystal Palace: poker contro il Manchester United 08:48 Rassegna stampa Il Lione strappa la vittoria al Lille, L'Equipe: "Questi Lyonnais sono incredibili" 08:45 Calcio femminile “Spagna esempio da imitare”. Cappelletti fissa gli obiettivi per il prossimo triennio 08:43 Rassegna stampa Juventus e Napoli sono avvisate: lo Shakthar Donetsk alza il prezzo per Sudakov 08:40 Editoriale Thuram come Onana? Riuscirà Giuntoli a vendere Bremer? Un altro top player lascerà il Milan? Dove andrà Osimhen? Ecco chi sono i big che possono salutare la Serie A in estate 08:38 Rassegna stampa Gazzetta - Juve, c'è la svolta: Chiesa dice sì al rinnovo, ma solo per un anno extra 08:33 Rassegna stampa Genoa, a breve il rinnovo di Gilardino. Firma anche capitan Badelj, Ekuban riflette 08:30 Serie A L'Udinese stavolta sorride nel finale: un punto per tenere vive le speranze salvezza 08:28 Rassegna stampa Post-Giroud, il Milan ha deciso: scatto per Sesko, al via la trattativa con il Lipsia 08:23 Rassegna stampa Napoli, Pioli in pole per la panchina: DeLa lo stima. Sullo sfondo Gasp e Italiano 08:18 Rassegna stampa Inzaghi premiato da Sacchi, QS ironizza in prima pagina: "Una rivincita a due stelle" 08:16 Serie ATMW Radio Bellinazzo: "Scontro inedito FIGC-Governo. Così l'agenzia non sarebbe ente terzo" 08:15 Serie A Atalanta, Gasperini fa 300 in A. Tra rinnovo e futuro nerazzurro, l'obiettivo è la firma fino al 2026 08:13 Rassegna stampa Juventus, rebus McKennie: l'americano vuole restare ma è stallo per il rinnovo 08:11 Altre NotizieTMW Radio Ielpo: "Io al Milan prenderei Sarri e non un tecnico straniero" 08:08 Rassegna stampa L'Eco di Bergamo apre: "L'Atalanta soffre ma vince, certa la prossima Europa" 08:03 Rassegna stampa Milan, nodo Theo Hernandez: il Bayern Monaco tenta l'affondo per il francese 08:00 Serie A Lazio, la scoperta Mandas: è lui la rivelazione della stagione