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Calciatrici al fianco di Olivia. La bambina a cui è stata negata la possibilità di giocare a calcio

di Tommaso Maschio
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© foto di Imago/Image Sport

Dopo essere stata pubblicata su La Repubblica la lettera di Olivia, una bambina di 7 anni a cui è stato impedito di giocare nella squadra del fratello in quanto femmina, sta diventando virale trovando in tante calciatrici della nostra Serie A e non solo ampio sostegno. “Ciao sono Olivia e ho sette anni, adoro molto il calcio e sono pure forte, ma non capisco perché la scuola di calcio sotto casa fa giocare i maschi e non le femmine. La scuola si chiama Roma Uno. - questo il testo della lettera - Io non voglio fare la fine della mia amica Maddalena che giocava all’asilo, ma poi tutte le dicevano che il era da maschie smise di giocare. So che il calcio è un gioco da fare tutti insieme e giustamente ho il diritto di farlo anch’io”.

Lettera ripostata e condivisa da una lista infinita di giocatrici fra cui Barbara Bonansea, Cristiana Girelli, Elisa Bartoli, Lisa Alborghetti, Katja Schroffenegger, Cecilia Prugna, Manuela Giugliano, Daniela Sabatino, Melania Martinovic, Martina Brustia, Martina Rosucci, Eleonora Goldoni e Chiara Marchitelli, ma la lista è certamente più lunga. Tutte pronte a spronare la bambina a continuare sulla sua strada chiedendo che si superino certi preconcetti che ancora considera il calcio un gioco da maschi. Alcune oltre a ripostare la lettera hanno voluto anche scrivere un loro incoraggiamento nei confronti della piccola Olivia.

“Nessuno sport per una bambina può essere classificato sbagliato. - scrive in una storia su Instagram una bandiera del nostro calcio come Daniela Sabatino - Il calcio, come ogni sport è gioco, divertimento, dedizione, passione, sacrificio e amore. Lo sport è vita. Ed ogni scelta di sport dovrebbe essere accompagnata, appoggiata, incentivata e rispettata! E tu giocherai piccola Olivia…perché nessuno può spegnere la luce dei tuoi sogni. Mai”.

“Cara Olivia, purtroppo per noi femminucce - come dice qualcuno - non è sempre facile fare quello che si desidera.
È stato così anche per me, e quando ero piccola mi chiamavano maschiaccio. E mi dicevano che lo sport che noi amiamo non è un gioco da ragazze.
Ma io non gli ho creduto. Non credergli neanche tu: insisti nel raggiungere i tuoi obiettivi e non permettere a nessuno di mettersi tra te e i tuoi sogni. Se ti piace giocare a calcio, continua a farlo: io ho cominciato a 9 anni e non ho mai smesso. Ho dovuto superare molti ostacoli, ho fatto sacrifici, ma oggi indosso la maglia della nazionale. - è invece il messaggio di Alia Guagni che invita la bambina nella casa dell’Italia a Coverciano - La mia passione era il calcio, e niente e nessuno poteva fermarmi. Anzi, sai che ti dico, che presto ti aspetto a Coverciano per fare un po’ di palleggi con te. Sii coraggiosa Oliva, il calcio è per tutti!”.

“Mi chiamo Sofia, ho 21 anni, sono una ragazza e al contrario di Oliva ho avuto la possibilità fin da subito di giocare a calcio. Ho sempre dovuto lottare contro tanti stereotipi e penso che dovrò continuare a farlo fino a quando non smetterò di giocare. - è invece il messaggio della fresca esordiente in azzurro Sofia Cantore - Credo che non sia accettabile ritrovarsi di fronte a una situazione del genere al giorno d’oggi. Il nostro movimento è fatto e sta facendo tanti passi in avanti per riuscire a offrire un futuro migliore alle bambine come Olivia. Il problema è che si sta continuando a lottare contro un qualcosa di più grande che è fortemente radicato nella nostra cultura da secoli, una cultura ancora troppo maschilista e retrograda che perfino nel 2020 non accetta di far giocare a calcio le bambine come Olivia. Io non riesco a trovare una soluzione a tutto questo, non vedo come si possano cambiare le cose una volta per tutte...E penso che forse non cambieranno mai del tutto. Però credo che aiutare Olivia a vincere nella sua piccola battaglia significherebbe raggiungere un altro traguardo in una grande guerra che ogni bambina, ragazza e donna porta avanti da secoli. Anche se non so se questa grande guerra prima o poi finirà, finché non ci sarà una risposta sensata alla domanda che si sta ponendo oni giorno Olivia: “Perché non posso giocare?” Io continuerò a lottare, pre me, per ogni ragazza e per ogni donna”.

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