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Così è iniziato il 2020 dell'Empoli - Quando il "manico" fa tutta la differenza del mondo

di Luca Bargellini

Dopo la retrocessione della scorsa estate in casa Empoli è stato dato spazio ad una profonda rivoluzione. Via tanti titolari (da Caputo a Bennacer, passando per Krunic, Zajc e Traoré) per una squadra ringiovanita e di più lungo respiro. Proprio per questo motivo il presidente Fabrizio Corsi scelse di puntare su un tecnico altrettanto giovane come Cristian Bucchi, reduce da due esperienze non esaltanti ma sicuramente formative come quelle a Sassuolo e Benevento.

Il campo, però, non sempre segue le idee che sulla carta sembrano vincenti e così la formazione toscana si è trovata invischiata nelle zone basse della classifica. Difficoltà, queste, impreviste che neanche il cambio di guida tecnica con l'arrivo di Roberto Muzzi (allievo di quell'Aurelio Andreazzoli che al 'Castellani' due stagioni or sono seppe coniugare risultati e bel gioco) ha saputo risolvere.

A fine gennaio, ecco la nuova svolta. Dopo un mercato che aveva visto arrivare in azzurro elementi di livello come Ciciretti, La Mantia, Pinna, Tutino e Zurkowski, la scelta di affidare la squadra ad un tecnico di grande esperienza come Pasquale Marino ha dato la tanto ricercata svolta.

Con l'allenatore siciliano in panchina l'Empoli ha raccolto tre vittorie su tre gare disputate, raccogliendo appena un punto in meno del Benevento primo in classifica. Tre successi, questi, arrivati con tre formazioni tutt'altro che semplici come Pisa, Cittadella e Crotone a riprova che una volta affidato il volante ad un pilota esperto i problemi si possono risolvere.

Tanto che la seconda parte di stagione per gli azzurri ha già assunta completamente un'altra prospettiva.


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