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Ulivieri risponde a Sacchi: "Non c'è attività più democratica dell'allenatore di Serie A"

di Dimitri Conti

Ha preso campo, negli ultimi giorni, la polemica lanciata da Arrigo Sacchi intorno alla funzione del centro tecnico federale di Coverciano. Ha risposto alle accuse dell'allenatore Renzo Ulivieri, presidente dell'Associazione Italiana Allenatori, intervistato da La Gazzetta dello Sport. In particolare, sul tema dei tecnici privi di un passato da calciatore professionista che sarebbero penalizzati: "Non c'è tutto questo squilibrio - spiega Ulivieri - e contribuiscono anche merito e fortuna. Poi entra in gioco il libero mercato: se un club punta su un nome, è anche per la possibilità di scelta. Non è Coverciano che dà questo indirizzo ma il mercato".

Spiega poi ancora Ulivieri: "Non c'è attività più democratica dell'allenatore di Serie A. Puoi anche avere un grande nome ma senza risultati torni indietro. Pirlo alla Juve doveva allenare l'U23, gli eventi gli hanno consegnato la prima squadra e ora è ripartito dalla Turchia". Per qualcuno però è più facile accedere? "Ci sono graduatorie rigide e posti limitati dall'UEFA, ne volevamo 25 e ce ne hanno dati 20".

In conclusione, una riflessione sull'assenza di bocciature: "Vero, colpa mia. È un pensiero della scuola di Don Milani, considero la bocciatura un nostro fallimento. Una gradazione di valori è comunque riconosciuta dai voti nel giudizio. A Sarri e Zaccheroni dico che il sistema è già cambiato, e in meglio".


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