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Torino, Vagnati non riesce a vendere: gli ingaggi pesanti bloccano il mercato granata

di Emanuele Pastorella

C’è da sfoltire, ma non è una missione così semplice. Il direttore tecnico Davide Vagnati ha il compito di trovare una sistemazione ai tanti esuberi della rosa, eppure alla voce “cessioni” resta il solo Soualiho Meité. Anche Lyanco appare sulla buona strada verso l’addio, il brasiliano dovrebbe volare verso la Spagna e il Betis Siviglia, ma poi per il momento le altre operazioni in uscita sono incagliate. I sondaggi delle varie squadre, infatti, si fermano davanti ai pesantissimi stipendi dei calciatori del presidente Urbano Cairo: il Toro ha un monte ingaggi da zona Europa e da settimo posto, ma nelle ultime due stagioni ha rischiato seriamente la retrocessione in serie B. E anche per questo motivo, prima di investire, il patron vorrebbe risparmiare su una buona fetta di emolumenti.

Il tecnico Ivan Juric ha già fatto capire chi si può sacrificare, ma ci si blocca al solito problema. Come Iago Falque, ad esempio: guadagna quasi due milioni di euro, non ha ancora fatto un allenamento insieme al resto del gruppo tra un fisico particolarmente fragile e una posizione in rosa decisamente ai margini. Ma chi lo prende un giocatore che andrà in scadenza nel 2022, che ha giocato pochissimi negli ultimi anni e che prende quasi come un top player? Anche Simone Zaza e Simone Verdi, così come Daniele Baselli, vivono la stessa situazione: ingaggi superiori al milione e mezzo di euro, ogni tipo di avances si raffredda davanti agli stipendi. E per il centrocampista ci potrebbe anche essere la pista Cagliari, ma dalla Sardegna non sono disposti ad offrirgli più di un milione. Così, l’ex Atalanta rischia di restare sotto la Mole, proprio come i due attaccanti, nonostante già in Val Gardena non fossero tra le prime scelte del tecnico.


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