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Pagliari: "Più tecnica e meno palestra. Serve coraggio per lanciare i nostri giovani"

di Andrea Piras
Fonte: da Tolentino, Niccolò Ceccarini e Lorenzo Marucci

A margine dell'evento "A proposito di giovani" svoltosi ieri a Tolentino, Silvio Pagliari ha fatto il punto della situazione ai nostri taccuini: "E' stato un bellissimo evento perché sono arrivate persone molto importanti che hanno fatto la storia di questo mestiere. Sono usciti fuori tanti tempi, la platea era gremita e di conseguenza anche per il mio paese è stata una soddisfazione ricevere queste persone. Si parla spesso di giovani, in Italia ce ne sono tanti e forti. E ora penso che tante società, vedo la Juve mentre l'Empoli o Atalanta hanno sempre lanciato giovani, stanno cambiando la tendenza. Dobbiamo avere quel coraggio di metterli in campo".

Hai sottolineato come ci si deve soffermare su divertimento e tecnica nei bambini.
"Io sono convintissimo che, sentendo parlare di ragazzi di 17 anni che devono fare palestra o altro, il calcio debba ritornare semplice come ha detto Samaden con l'aspetto tecnico. Fino a quando non cambiano le regole, nel calcio si gioca con i piedi e per me i ragazzini devono migliorare la tecnica. Io seguo tanti campionati giovanili e vedo che ci sono troppi errori elementari perché noi ultimamente abbiamo spostato il campo da gioco in palestra. E questo è un errore che non ti puoi permettere di fare perché quando arrivi nelle prime (o anche nelle seconde) squadre l'aspetto tecnico è fondamentale. Bisogna ritornare a una volta quando si curavano stop, il colpo di testa (la vecchia 'forca'). Questi allenatori che sono nei settori giovanili tante volte allenano più loro stessi per vincere le partite e un po' meno per portare in prima squadra".

Ci vorrebbe anche più competenza?
"E' un discorso un po' lungo. Se nel settore giovanile gli allenatori guadagnano un centesimo rispetto a quello della prima squadra, lo stimolo che hai è di diventare allenatore di prima squadra. Non è solo un discorso di competenza ma portare avanti il proprio nome a discapito del miglioramento individuale. La priorità che deve avere un settore giovanile è portare al miglioramento i ragazzi che sono con te. Nelle Nazionali si fa un grande lavoro perché nei primi 20 siamo forti, ma prima l'Italia aveva tanti ragazzi per fascia d'età. Ora i migliori sono in Nazionale ma dietro pecchiamo un po'. Dobbiamo tornare ad essere forte non nei primi venti ma dal ventunesimo al centesimo, che è quello che poi alimentava la Serie A medio-bassa o la Serie B. Pecchiamo lì e dobbiamo migliorare nel gesto tecnico".

Napoli in testa alla classifica ti meraviglia?
"Conte non mi meraviglia mai. La storia di Antonio parla chiaro. E' un grandissimo allenatore e il Napoli lotterà fino alla fine checché ne dica lui per spegnere un po' gli entusiasmo. Lui però arriverà fino in fondo perché vincere non è facile perché l'Inter è una corazzata e il Milan e la Juve stanno facendo bene".

La sorpresa del campionato?
"Secondo me non ci sarà una sorpresa. Queste sono le squadre che possono arrivare fino in fondo".

Che estate è stata dal punto di vista lavorativo?
"Buona. Abbiamo fatto una buona operazione con Mitaj all'Al-Ittihad che è un club che mi ha sorpreso tantissimo, organizzatissimo e con 60mila spettatori. Poi quando giochi con Kanté e Benzema è un salto per il ragazzo straordinario. Sono molto soddisfatto perché il giocatore è fortissimo e merita questi palcoscenici".

Vrioni in MLS come sta andando?
"Sta andando bene. Ha fatto 12 gol fra coppa e campionato, hanno ancora la possibilità di entrare nei playoff. E' un giocatore forte, abbiamo un altro anno di contratto. Speriamo di rimanere".

Lykogiannis può essere una risorsa per Italiano?
"Devo essere sincero: Lykogiannis, che è come da qualche mese, è un giocatore sottovalutato. Per me è uno dei terzini sinistri più forti della Serie A. Ha fisicità, gamba e tecnica. E' un giocatore importante".

Gabbiadini?
"Abbiamo fatto una scelta di vita l'anno scorso, sta benissimo a Dubai e sta facendo bene. E' un ragazzo intelligente, sta facendo bene e ha preso questa esperienza col piglio giusto. E' un ragazzo che merita tutte le soddisfazioni di questo mondo".

Thiago Motta alla Juventus ha fatto giocare tanti giovani come Savona?
"Lo stimo moltissimo Thiago Motta. E' questo che manca in Italia: vede un giovane che sta bene fisicamente e lo preferisce a qualcun altro che magari doveva giocare titolare. Noi non abbiamo più questo coraggio di schierarli in campo. Non so perché. Consideriamo un giovane un 2000, ma i 2000 hanno 24 anni. All'estero vedi i 2004 e i 2005, qualche volta vedi anche qualche 2006 o 2007. Noi parliamo sempre di giovani ma se non cambiamo la mentalità, Spalletti come può far giocare i ragazzi. Giochi contro Nazionali che hanno in campo calciatori che hanno mille presenze in più in campo internazionale, poi fai fatica (come accaduto all'Europeo) che incontri una Svizzera che ha giocatori più esperti dei tuoi".


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