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Lecce tra difficoltà e confusione: a Udine una sconfitta che sa di batosta

di Filippo Verri

Il Lecce esce da Udine malconcio. L'ultimo mese dei salentini è stato indiscutibilmente negativo: risultati ma soprattutto segnali brutti. Le prestazioni pesano più dei cinque punti in sette partite e ieri Okoye non è mai stato chiamato in causa. I primi due mesi della stagione 2024-25 lasciano perplessi: il mercato estivo non incide e le scelte di Gotti appaiono discutibili.

L'impatto dei nuovi arrivati.
Molto bene Gaspar, poi Pierret, Coulibaly e Guilbert si fanno rispettare. Gotti può certamente puntare su queste quattro pedine, tuttavia i punti interrogativi sono tanti. In estate il Lecce è passato al 4-2-3-1 e (giustamente) l'operazione più onerosa è stata l'acquisizione del trequartista Marchwinski, che non vede il campo. Ha sostituito Almqvist (che a sua volta aveva sostituito Strefezza nei titolari) con Morente, quasi sempre sottotono. L'attacco fa fatica e Hasa, arrivato nelle ultimissime ore del mercato estivo, non è mai stato impiegato in Serie A. A Milano posto per Dorgu terzino a piede invertito, anziché Pelmard.

Gotti ci mette del suo.
Nonostante oggetti misteriosi e infortuni, Gotti è nelle condizioni di proporre quantomeno un undici valido. Le difficoltà in questo momento sono soprattutto offensive e le scelte dell'allenatore del Lecce sembrano in contraddizione con quanto di buono proposto tra marzo e maggio. I giallorossi hanno raggiunto la salvezza grazie all'asse Gallo-Dorgu, intoccabile a sinistra; l'esterno destro era Oudin, ancora in organico, mentre vicino a Krstovic c'era Piccoli, oggi sostituibile con Rebic. L'impiego del croato come esterno largo crea perplessità, poiché sulle corsie laterali si corre e l'ex Milan oggi può offrire più qualità che quantità. Per non parlare del posizionamento di Dorgu, che sulla fascia destra perde tempi di gioco per tornare sul piede forte. Un vero peccato aver smontato l'intesa con Gallo.


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