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Juric: "Perché ho parlato in quel modo dopo l'Elfsborg. Pisilli un piccolo intellettuale"

di Raimondo De Magistris

Nel corso del botta e risposta col 'Corriere dello Sport', l'allenatore della Roma Ivan Juric ha parlato dei suoi commenti dopo la sconfitta contro l'Elfsborg. Al termine della sconfitta nel match di Europa League, il tecnico croato si era detto molto soddisfatto per la prestazione dei suoi: "In tutta sincerità quella sera volli vedere in azione tutta la rosa, capire su chi contare, il tempo non è tanto e per me è importante. Penso che abbiamo fatto tante cose buone. La sconfitta non è accettabile, ne sono consapevole, ma la squadra è riuscita a muoversi bene. Siamo stati scadenti negli ultimi metri, con tante palle-gol sprecate, abbiamo preso solo una traversa.

E ancora: "Il lato negativo sono state le ripartenze che abbiamo subìto. Un difetto che deriva dalle posizioni dei centrocampisti, ma sono cose che si possono aggiustare, ci posso lavorare. Ho visto una base buona, abbiamo creato tanto, abbiamo preso troppe ripartenze, dicevo, ma già a Monza abbiamo subìto molto meno in questo senso. Lavorare sulle preventive e sulle posizioni è fondamentale. I centrocampisti devono garantire un certo equilibrio".

Nel corso del botta e risposta Juric ha poi parlato di Pisilli, giovane centrocampista reduce dall'esordio con la maglia dell'Italia: "Ti innamori in poco tempo. È giovane, deve crescere, viene da una famiglia diciamo intellettuale, lui è un piccolo intellettuale, è calmo, sereno, ragiona; ha un talento che finora non avevo mai riscontrato in ragazzi così giovani. Ha primo controllo, percezione delle cose, tecnica. Se continua così, lavorando senza montarsi troppo, avrà una grande carriera".


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