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Eriksson: "Il mio male non si può curare, ma continuo a vivere. Lazio sempre nel cuore"

di Ivan Cardia

"Devo continuare a vivere finché si può, se mi chiede come sta rispondo bene". Sven-Goran Eriksson, nella giornata di ieri, ha reso noto di aver ricevuto la diagnosi di un tumore. Raggiunto da Libero, ne parla così: "Non ho chiesto quanto mi resta, l'unica cosa certa è che ho un cancro e non si può operare. Si può solo rallentare l'evoluzione con le medicine Ho avuto una vita alla grande, meravigliosa: una volta scoperto del cancro, potevo chiudermi in casa a piangere o continuare a vivere. Ho scelto di continuare a vivere il più possibile, senza pensare più di tanto alla malattia".

Il più grande successo a livello professionale?
"Ho avuto una vita ricca, il calcio mi ha dato tantissimo: mi sento un uomo fortunato. Penso di aver raggiunto tre grandi successi: senza dubbio lo scudetto con la Lazio. Poi la coppa UEFA col Goteborg e l'esperienza da ct in Inghilterra: non abbiamo vinto nulla, ma è stato un grande onore".

Un presidente che le è rimasto nel cuore?

"Cragnotti. Ha fatto cose straordinarie, mi accontentava qualsiasi cosa chiedessi. Lo scudetto con la Lazio lo porto nel cuore come uno dei ricordi più belli della mia vita".

Il miglior allenatore al mondo?

"Pep Guardiola, col City ha vinto tutto e, anche se hai i soldi per comprare l'impossibile, è difficile vincere quanto ha fatto lui".

Che squadra vorrebbe allenare se potesse?
"La mia Lazio di allora. Poi il mio sogno è sempre stato il Liverpool, di cui sono sempre stato tifoso, ma ormai è troppo tardi".


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