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De Laurentiis: "Non si avvicinano i bambini al calcio se si gioca di domenica alle 20.45..."

di Raimondo De Magistris

Aurelio De Laurentiis e la vendita dei diritti televisivi. Anche di questo ha parlato il presidente del Napoli nel corso della conferenza stampa tenuta ieri sera a Castel Volturno: "In Lega ci sono altre 19 società con le quali misurarsi e non è facile dialogare e convincere esperienze, mentalità ed economie di scala diverse. Io sono un combattente, più è complicata la cosa e più mi diverte. Nello stadio reale, diamo i biglietti delle gare e li vendiamo noi. Lo stadio virtuale è quello che porta più soldi e noi lo diamo ad altri che ci usano: fanno una vendita non appropriata, la si abbina a film, serie tv e altri sport. Non mi si fa una pubblicità appropriata della Serie A. Qui non sappiamo fare gli orari delle gare: dobbiamo recuperare i bambini e le mettiamo alle 20.45 di domenica con i bambini che devono andare a scuola il giorno dopo e i genitori devono andare a lavorare: altra dimostrazione di come si vende male il calcio in Italia. Quando ho fatto la mia verifica, ho scritto 20 cartelle dove si portavano più di 1.5 miliardi per la A e invece mi devo accorgere che si offre di meno".

Sulla Supercoppa in Arabia Saudita: "Ho fatto presente una cosa, mettiamo da parte questa stagione, se c'è da andare, andiamo. C'è il Medio Oriente che scoppia? Allora decidiamo per tempo, non arriviamo all'ultimo, prendiamo una decisione tempestiva. Poi ho detto, con l'implementazione delle partite UEFA e il Mondiale per Club, con tutte le partite delle Nazionali, quando si giocherebbe la Supercoppa? Si è fatta diventare questa coppa in quartetto. Ci sarà spazio solo per tre partite, che senso ha. Si fa di tutto per rendere complicato il campionato nazionale che accompagna 27 milioni di tifosi".


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