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Conte: "Da ragazzo mi dicevano 'Se non giochi a San Siro non sei un calciatore'"

di Raimondo De Magistris

Cinquantamila tifosi di media a partita al Maradona per le partite. Per lei che ha allenato anche Juve, Chelsea, Inter e Tottenham quanto è importante avere stadi di proprietà pensati per il calcio? E' una delle domande poste in conferenza stampa ad Antonio Conte, allenatore del Napoli che a due giorni dalla sfida contro il Como - gara valida per la settima giornata di Serie A - ha risposto così: "In Italia siamo un po' indietro, ho lavorato in Inghilterra e lo stadio di proprietà come il centro sportivo sono elementi fondamentali per la crescita di un club. Anche nelle serie minori hanno centri sportivi che quando li vedi non ci credi, oltre allo stadio, sono step che in Italia che piano piano, o meglio in maniera veloce (ride, ndr), bisognerà fare".

Poi in un altro passaggio ha aggiunto: "Stadi come il Maradona, San Siro, Olimpico, fanno parte della storia, riconosciuti in tutto il mondo, troverei il modo affinché possano diventare più accoglienti, ma pensare di cambiare totalmente non mi trovate favorevole. Su San Siro, ad esempio, dico che la prima cosa che mi dicevano da ragazzo è che se non giochi lì non puoi essere definito calciatore. Le strutture vanno migliorate, ma mi dispiacerebbe vederli come pezzi da Musei".

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