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Caldara racconta l'Atalanta dei miracoli: "Il ping-pong ci ha unito, sfide all'ultimo colpo"

di Simone Lorini

Mattia Caldara, in una lettera pubblicata da Cronache di Spogliatoio, racconta i segreti dell'Atalanta dei miracoli, un progetto che ha contribuito a creare nei suoi anni in nerazzurro: "In quel periodo, all’Atalanta, la mentalità stava mutando sotto i nostri occhi. Eravamo tutti giovani e senza figli, con un’esperienza minima in Serie A. Spensierati. Avevamo installato un ping-pong al centro dello spogliatoio, la gente arrivava anche un’ora e mezzo prima dell’allenamento per sfidarsi fino all’ultimo colpo. Nascevano delle sfide epiche. Così siamo diventati famiglia, così l’Atalanta ha spiccato il volo. Da una parte il Gasp, martello mentale, dall’altra una famiglia di ragazzi. Alberto Grassi era il mattatore, mi metteva allegria quando c’era allenamento pesante. Andrea Petagna, invece, è stato un vero amico. Pensate che quando mi sono trasferito al Milan, in pieno agosto, mi ha prestato la sua casa per un mese perché non riuscivo a trovarne una disponibile. Sarò sempre pronto ad aiutarlo in futuro, anche prestandogli casa mia! Che alchimia. Bastava uno sguardo, anche in campo. Quella squadra si capiva in un attimo. Una cosa rara".


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