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Boban&Maldini contro Gazidis, scontro totale: Elliott dovrà scegliere da che parte stare

di Michele Pavese

Ormai era diventato il classico Segreto di Pulcinella, che nemmeno le dichiarazioni apparentemente conciliatorie di Ivan Gazidis rilasciate qualche giorno fa erano riuscite a nascondere. L'intervista concessa da Zvonimir Boban a La Gazzetta dello Sport conferma la profonda spaccatura in seno alla dirigenza del Milan, un club che non trova pace e che a luglio rischierà di ricominciare da zero per la quarta stagione consecutiva, con un assetto societario tutto nuovo.

Il vaso di Pandora è stato scoperchiato e Boban si è esposto come non mai, attaccando pesantemente l'amministratore delegato ma anche la proprietà: tra le accuse mosse, quella di dividere l'ambiente e di operare in modo "irrispettoso e inelegante", riferendosi ai presunti contatti con Ralf Rangnick. Una scelta che Gazidis avrebbe fatto senza chiedere il parere del CFO e di Paolo Maldini (che per primo aveva lasciato trapelare un certo disagio), l'altra figura chiave di questa partita a scacchi che potrebbe portare a una nuova rivoluzione. Adesso la palla passa nelle mani di Gordon Singer e del Fondo Elliott, entità finora quasi metafisica, che ha osservato da lontano gli ultimi sviluppi e che sarà chiamato inevitabilmente a prendere una decisione definitiva e a mettere sul tavolo le proprie reali intenzioni. Progetto, crescita, ambizioni: tutte questioni in sospeso ed evidentemente affrontate solo in modo superficiale. Elliott dovrà chiarire "budget e obiettivi"; in poche parole, fino a questo momento il Milan ha viaggiato - più o meno inconsapevolmente - su due strade parallele: da un lato chi lavorava per accorciare i tempi della rinascita, dall'altro chi ha pensato solo al bilancio, non curandosi del lato sportivo. Non c'è e non c'è mai stata unità di intenti: area sportiva contro area amministrativa, ognuno occupato a coltivare il proprio orticello. Alla fine del campionato mancano ancora tre mesi e in mezzo c'è anche una finale di Coppa Italia da conquistare; non era forse il momento opportuno per far scoppiare la bomba, ma adesso tutti i giocatori dovranno scoprire le proprie carte. Soprattutto Elliott.


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