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Bucciantini alla Gazzetta: "Avanti con pochi gol: non prendiamolo per un buon segnale"

di Paolo Lora Lamia

Nel suo fondo su La Gazzetta dello Sport, il giornalista Marco Bucciantini ha parlato dell'ultimo turno di Serie A sottolineando soprattutto i pochi gol realizzati: "Il 2023 si è chiuso con una giornata spopolata del senso proprio di questo gioco, lo scopo, il gol: 14 gol in dieci partite variabili, qualcuna molto brutta, altre più mosse, nessuna appagante con l’Udinese - miglior esibizione del turno - e la Lazio (unica capace di ribaltare il risultato) che fanno quasi metà bottino in due. Vendiamo noia, questo è il tema corollario al principale, cioè che dopo alcuni anni più spavaldi si è tornati a segnare meno, fino al poco di questo torneo".

Prosegue: "Questo torneo conferma una tendenza recente e la esaspera: possono bastare pochi gol per fare molta strada. La capoclassifica è la squadra meno battuta (l’Inter) eppure non serve alla destinazione di questo pezzo perché l’impressione della sua forza va oltre, il differenziale (+34) è enorme e testimonia una ricerca larga e abbondante. Semmai, l’esiguo vantaggio sulla Juventus (ma l’enorme vantaggio sul resto) avvalorano il progetto dei bianconeri che - appunto - hanno trasformato una situazione di punteggio precario in un monumento di marmo".

In chiusura: "Senza voler cominciare l’anno con una guerra di religione, se questa sterilità diffusa sia merito di una fase difensiva cresciuta ed elaborata o colpa di una fase d’attacco deludente e timida (o di interpreti inadeguati) possiamo però augurarci come speranza per l’anno bisestile che tornino i gol. Si gioca per questo, il popolo del calcio si muove insieme per questo, è l’affermazione di un mondo che ci realizza e che viene conteso da un universo (di atleti, persone, sentimenti, storia) che tende allo stesso risultato: due forze così si possono anche appaiare dopo un’esibizione di tutto il loro valore, dopo il torchio di tutte le possibilità. Offerto questo, non vi sarà mai prostrazione".


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