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...con Dario Canovi

di Alessio Alaimo

“Nonostante fossi piccolo ho vissuto la guerra. E nel dopoguerra c’era più speranza e voglia di fare rispetto ai giorni nostri. Il 2020 è stato un anno nero per i miei coetanei che non ci sono più, per l’economia che sta cadendo a pezzi e per uno sport che non è lo stesso di prima”. Così a Tuttomercatoweb l’operatore di mercato Dario Canovi.

Il momento che ha segnato il suo 2020?
“La morte di Paolo Rossi. Una persona che a me piaceva tanto. Ho avuto la fortuna di conoscerlo, ha presentato il mio libro quando l’ho pubblicato. L’ho sempre ritenuto vittima dell’ingiustizia del calcio scommesse perché ho la certezza che fosse estraneo. La sua morte mi ha fatto molto male, mi ha turbato. Mi è dispiaciuto molto anche per Maradona. Ma da Paolo Rossi non me l’aspettavo”.

Quando usciremo dalla crisi?
“Dobbiamo sperare che il vaccino funzioni. Se sarà così rivedremo un po’ di rosa nel futuro. Altrimenti sarebbe un problema. Però sono ottimista e mi fido della scienza. Il vaccino è l’unica nostra speranza, è importante che tutti lo facciano”.

Che mercato sarà questo di gennaio?
“Gennaio sarà un mercato fiacco per tante ragioni. Se grandi club come Juve, Inter e Real hanno problemi figuriamoci gli altri. In questa sessione di riparazione dovremo pensare a prestiti e niente spese pazze. Di liquidità ce n’è poca. Poi in estate sarà diverso”.

La delusione del 2020?
“La Fiorentina. Ha speso tanto ed era immaginabile ben altro. Credo che i viola abbiano bisogno di costruirsi una mentalità ben precisa. C’è un presidente grande amante del calcio, ma ancora non è riuscito a dare un‘organizzazione”.

E la Roma?
“Ora c’è un presidente presente in tutti i sensi”.

Cioè?
“Economicamente e come persona, è presente. Spero che sappia dare un’organizzazione adeguata al prestigio della Roma. Fanno bene ad essere prudenti, Roma è diversa dagli Stati Uniti. Uno degli errori più grandi di Pallotta è stato dimenticare la romanità e aver avuto consiglieri che non amavano Roma e i romani”.


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