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TMW RADIO - Perinetti: "Giusto che il calcio provi a sopravvivere. La C avanti? Non me lo spiego"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
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Giorgio Perinetti, direttore sportivo, ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Il direttore sportivo Giorgio Perinetti si è collegato in diretta ai microfoni di TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto: "Vorrei dire di non partire troppo negativi: stavamo tutti aspettando che il campionato potesse riprendere, con le campagne dei giornali e le speranze di tante persone. Ora che siamo vicini alla ripresa andiamo a vedere cosa è storto: per me è importante la compattezza nel voler riprendere a giocare, se il calcio si fosse fermato saremmo andati incontro a conseguenze molto gravi. Ovviamente ci sono le difficoltà del caso, partendo dalla speranza che il virus rimanga calmo e quieto. Tra il dire e il fare c'è in mezzo un mare di situazioni da risolvere: intanto si è parlato di estendere i contratti, del mercato e delle cose conseguenti. Rimane aperta la questione Lega Pro, che aveva espresso un indirizzo ben deciso. Ricordiamoci però che tutto è sottoposto al Consiglio Federale, e questo è stato fatto. Chi fa calcio e accetta le sue regole sa che ci sono organismi che decidono, e la delibera è corretta. Ora non saprei dire come potrà reagire la Serie C o mettere in atto le varie richieste: ci sono costi e problemi importanti, lo vedremo nei prossimi giorni. Ogni decisione comporta sofferenze, ad esempio in B ultimamente si era cambiato idea rispetto all'inizio. La Lega Pro invece è stata sempre abbastanza chiara su questo discorso, quali siano le motivazioni faccio fatica a dirlo: sicuramente è una sorpresa, e ci saranno criticità che vedremo come potranno essere superate".

Il rischio è che la prossima stagione della Serie A sia da disputarsi in soli 7 mesi. Lei che ne pensa?
"Siamo stati devastati da un fatto unico nella storia dell'umanità, abbiamo fatto fatica a resistere e ne stiamo facendo altrettanta a riprendere. Tutte le attività terrene sono condizionate da questa cosa, e il calcio come ogni impresa ha diritto di provare a sopravvivere, non dico di tornare alla normalità assoluta. Ovvio che questo porta a comprimere date e fare cose che sono di carattere straordinario, non possiamo pensare che sia tornato tutto normale di colpo. Purtroppo questa e la prossima saranno due stagioni segnate, una dal problema e l'altra dalle conseguenze. Stare fermi un anno significherebbe forse farlo per due, e dopo due anni non c'è più calcio, non c'è più niente".

Il punto forse è nell'eccessiva dipendenza dai diritti tv.
"Però come avresti fatto, fermando questo avresti giocato il prossimo? Se ci si ferma il prossimo non si gioca. Il calcio senza diritti televisivi non c'era neanche prima. Tornare a giocare è propedeutico per un proseguimento, certamente migliorabile, ma intanto si avrebbero dei risultati sportivi, molto meglio rispetto a cose fatte con il bussolotto. Poi si potrebbe ritrovare la quadra senza andare per forza a scontri epocali con chi il calcio l'ha sostenuto e lo sostiene, che sono le televisioni. Tutto poi è talmente compresso che andranno trovate le giuste formule per sostenersi, e format che rendano più agevole il sistema intero. Si è lottato tanto per riportare il calcio in campo, e questa è una giusta soluzione. Il presupposto mi sembra buono, ovviamente il discorso Lega Pro ci ha sorpresi: dovranno spiegarci il perché e il per come si farà. Altrimenti è un rebus che faccio fatica a risolvere, anche se con tante squadre e mezzi limitati non capisco come si andrà contro la volontà di tutte le proprietà".

Valuterebbe l'idea di snellire la prossima Champions?
"Dipenderà dall'andamento generale dei vari campionati. La UEFA è proposta a mantenere la formula attuale, che ha consentito di rendere la Champions un movimento eccezionale e di rivalutare l'Europa League. Ma rimane tutto da valutare tra fine di questo campionato e l'inizio del prossimo, oltre che dal fatto che non ci dovranno essere ulteriori problemi. Difficilmente vorranno cambiare, anche se ci sono gli Europei e altri impegni. I gironi consentono di fare soldi, anche se, andando a vedere, le sfide andata-ritorno sono più spettacolari ed hanno più spettatori".

I problemi di bilancio e contrattuali come si risolveranno?
"Questo è un problema enorme, molte società hanno il bilancio chiuso a dicembre, altre a giugno... Una volta stabilita la conferma della ripresa, speriamo dal 28 maggio, da lì potremo capire tutto il resto. Quando avremo certezza sulle date saranno messe a punto le cose che possono sostenere questa ripartenza. Le società sono titubanti anche sugli allenamenti. L'unica cosa che può dare il via alle risoluzioni dei problemi è la certezza di ripartire. Oggi sono arrivate indicazioni importanti, quando ci sarà l'incontro con Conte, Spadafora, Gravina e Dal Pino, e sarà dato il via, allora queste questioni finiranno sul piatto".

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