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Pancaro: "Il Torino potrebbe essere una delle sorprese del girone di ritorno"

di Elena Rossin
Fonte: Torinogranata.it
Giuseppe Pancaro
Giuseppe Pancaro
© foto di Federico De Luca

Giuseppe Pancaro è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Pancaro ha indossato la maglia granata nelle giovanili e in seguito in prima squadra dal 1989 al 1991 e poi nella stagione 2006-2007, dove ha concluso la carriera da calciatore. Nel Cagliari è stato dal ’92 al ’97, terminata l’attività agonistica è diventato allenatore. Con lui si è parlato della partita di domani sera fra le sue ex squadre.
Il Cagliari sta attraversando un periodo difficile, mentre il Torino con Juric è migliorato rispetto all’anno scorso. Che idea si è fatto delle due squadre e come porranno affrontarsi?
“Sicuramente il Torino arriva meglio a questa partita. Sta assimilando il modo di fare calcio di Juric e s’inizia a intravedere un’identità precisa. E’ una squadra aggressiva, che sta acquisendo autostima e sa ciò che deve fare quindi, secondo me, arriva bene a questa sfida. Il Cagliari, purtroppo, stranamente sono ormai diversi anni che sta facendo fatica, anche se si analizza l’organico risulta buono e non del livello della posizione in classifica che occupa oggi la squadra. Sicuramente è molto più importante per il Cagliari vincere lunedì sera perché ha bisogno di invertire la rotta e vincere qualche partita per risollevarsi dal penultimo posto. Più partite si giocano e meno punti restano per cui devono tirarsi fuori in fretta da dal fondo della classifica, che in questo momento è deficitaria e pericolosa. Di tempo non ce ne è più e il Cagliari ha bisogno di ri-iniziare a fare risultati il prima possibile”.

Entrambe le squadre segnano poco, nel Cagliari il solo João Pedro lo fa con continuità, 8 i suoi gol, mentre nel Torino Pobega, Pjaca e Brekalo sono fermi a quota 3, Sanabria addirittura a 2 e Belotti è infortunato. Questo è un problema?
“Non penso che il Torino abbia un problema da questo punto di vista. Semmai l’unico problema del Torino era il tempo che è servito alla squadra per assimilare i dettami del nuovo allenatore. Oggi, come ho detto prima, il Torino è una squadra che ha un’identità precisa e non penso che avrà questo tipo di problema da ora in avanti. E’ normale che quando si cambia allenatore ci voglia un periodo di tempo di assestamento, ma d’ora in poi non ci sarà il problema di fare gol, anche perché le squadre di Juric solitamente per segnare non si affidano solo agli attaccati, ma un po’ tutti i giocatori vanno a rete.
Per quanto riguarda il Cagliari, non saprei perché ha un parco attaccati di tutto rispetto con João Pedro, Pavoletti e Keita Baldé. Sono giocatori di grande valore. Onestamente dall’esterno faccio fatica a capire quale sia il problema che porta la squadra a fare pochi punti e a segnare pochi gol”.

Gli infortunati però sono per il Torino un grosso problema, lo pensa anche lei?
“Avere fuori Belotti, Madragora, Ansaldi, Verdi, Djidji e Rodriguez e quasi tutti per problemi muscolari è assolutamente un problema, anche se io non posso saperne la causa. A volte ci sono annate nelle quali si concentrano tanti infortuni. Senza tanti giocatori e perdere per un paio di mesi Belotti, che stava ritrovando la migliore condizione, inguaia perché lui è il capitano del Toro e l’attaccante della Nazionale insieme a Immobile”.

Il Torino quest’anno ha molto migliorato la fase difensiva, quanto ha inciso Juric visto che i giocatori sono quasi gli stessi dell’anno scorso?
“Ha inciso moltissimo il modo di difendere di Juric. Va detto anche che le caratteristiche dei difensori del Torino si prestano al tipo di calcio che richiede l’allenatore. Il suo è un calcio aggressivo in fase difensiva, dinamico dove bisogna essere anche veloci poiché a volte si devono coprire grandi spazi. Le caratteristiche dei giocatori si prestano a questo ed è stato bravissimo Juric a trasmettere le sue idee e oggettivamente i numeri dicono che sta facendo un ottimo lavoro in fase difensiva”.

Da ex difensore, un giudizio su Milinkovic-Savic.
“A me piace moltissimo Vanja Milinkovic-Savic. Sarà che io da allenatore quando vedo un portiere che ha una gestione della palla con i piedi così sicura come la sua mi cattura l’occhio, però non solo è molto bravo in questo, ma è anche molto bravo a fare ciò che si chiede a un portiere: parare. E ha una struttura fisica importante, è un portiere che a me piace molto”.

Un pronostico su Cagliari-Torino?
“Non lo so, ho giocato in entrambe le squadre. Mi auguro che sia una bella partita e che ala fine vinca al squadra che ha giocato meglio e mi auguro anche che sia il Cagliari sia il Toro alla fine della stagione raggiungano gli obiettivi che si sono posti”.

Il Cagliari deve salvarsi, ma il Torino dove può arrivare?
“Secondo me, il Torino può arrivare entro le prime dieci. Ha il potenziale e un’identità precisa per cui una volta assimilati ancora di più i princìpi e i meccanismi di Juric potrebbe essere una delle sorprese del girone di ritorno”.

Cambiando argomento e parlando di lei, è in attesa di una squadra. Ha avuto proposte?
“Sono in attesa di una squadra, ho ricevuto qualche chiamata, ma non ancora quella che sto aspettando. Non ho fretta, anche se il campo mi manca perché la mia ultima esperienza è stata a Pistoia e si è conclusa a giugno 2020. Vediamo, attendo fiducioso”.

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