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...con Nicolas Spolli

di Alessio Alaimo
“Ho tentennato solo per il Catania...ma era giusto dire addio.Per i rossoazzurri no al Palermo, ma mai forzato trattative.Smetto, ma resterò nel calcio. Giovani, credeteci sempre. Crotone, che gruppo”
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© foto di Andrea Rosito

Nicolas Spolli dice basta al calcio giocato. Catania, Roma, Chievo Verona, Genoa e Crotone. Si chiude la lunga carriera del difensore, che racconta la scelta e le prospettive future in esclusiva a TuttoMercatoWeb.

Spolli, è davvero finita?
“Si. Era arrivato il momento. Ho risolto con il Crotone a poche ore dalla chiusura del mercato e avevo in mente di smettere. Poi mi ha chiamato il Catania e un po’ ci ho pensato. Avrei potuto fare un anno, con il cuore sarei andato. Ma con la testa ho scelto di dire basta. Catania mi avrebbe meritato con il piglio giusto, ma non ero al massimo”.

Non tornerà indietro?
“Quando prendo una decisione difficilmente torno indietro. È stato difficile decidere di smettere, ma soltanto perché mi ha chiamato il Catania. Da un paio di mesi ero svuotato. Sono felice della scelta che ho preso”.

E adesso?
“Sono a Catania, mi godo la famiglia. Voglio restare nel calcio. Vedremo in che ruolo. È prematuro pensare a ciò che farò, ma sicuramente sarò ancora nel mondo calcio”.

In che ruolo si vede? Allenatore?
“No, non mi vedo allenatore. Poi bisogna testare alcuni ruoli per capire se sei pronto. Adesso, come detto, mi godo la famiglia. Poi si vedrà”.

Il momento più bello in carriera?
“A Catania ho trascorso grandi momenti. Così come al Genoa dove abbiamo raggiunto una salvezza che sembrava impossibile. E anche a Crotone. Ma i momenti più belli li ho vissuti giorno dopo giorno: gli allenamenti e la settimana. E a Crotone mi sono sentito importante anche nello spogliatoio dando i consigli giusti”.

Quello da cancellare?
“Carpi, l’infortunio dopo un paio di settimane. Lì avevo pensato di mollare tutto. È stato un anno un po’ particolare. Poi mi ha richiamato Maran e al Chievo ho vissuto una seconda giovinezza”.

Trattative sfumate o rimpianti?
“Non ho mai forzato nulla, oggi quando un giocatore viene a sapere che lo vuole una squadra magari fa pressione. Io no. Anche perché se una squadra ti vuole vendere o ha voglia di tenerti, lo fa al di là delle tue posizioni. Un anno invece sarei potuto andare al Palermo. Ma ho rifiutato, non potevo tradire Catania. Una scelta di cuore”.

Che Crotone ha lasciato?
“Una bella piazza, una società ordinata che con me si è sempre comportata bene e sopratutto un gruppo di ragazzi a cui sono estremamente legato. La squadra se la può giocare per la salvezza con la forza del gruppo e le idee dell’allenatore. Non sarà facile, ma il Crotone può giocarsela”.

L’allenatore che le ha dato di più?
“Maran. L’ho avuto sia al Catania che al Chievo. Ma ho avuto un ottimo rapporto anche con Ballardini. Poi, comunque, tutti ti lasciano qualcosa”.

Ai giovani calciatori cosa consiglia?
“Prima di tutto bisogna essere seri, professionisti. La serietà ti fa arrivare lontano. Conosco tanti che a livelli tecnico erano bravi però gli mancava qualcosa. E poi consiglio di crederci sempre”.

Chi si è mosso meglio sul mercato?
“L’Inter. Si è rinforzata molto. E poi la solita Atalanta, da l’impressione di non perderne una: può essere l’anno buono per la Dea”.

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