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Presidenza Lega Pro, si presenta Marani: "Vogliamo rilanciare al massimo la Serie C"

di Daniel Uccellieri
Fonte: Antonino Sergi per Tuttoc.com
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Nella giornata di oggi allo Sheraton di Milano ha parlato per la prima volta Matteo Marani, candidato alla presidenza della Lega Pro, presentando il suo programma #facciamorete. Queste le sue parole riportate da Tuttoc.com: “Questi prossimi due anni sono fondamentali per la Serie C. C’è bisogno tutti insieme di mettere le proprie energie per rilanciare al massimo la C. Bisogna aggiungere idee nuove, il mio progetto si chiama facciamo rete perché i club devono sentirsi dentro questa esperienza e nel programma ci saranno una serie di tavoli permanenti dove in tutti i club ci sono persone che possono mettere la loro esperienza e le proprie capacità. Vorrei fare questo viaggio insieme, confrontandoci e ogni processo deve partire dai club. Nella mia idea di Serie C ci sono alcuni punti fondamentali. La sostenibilità in primis e hanno dimostrato una grande tenuta durante il dramma che ho colpito tutto il paese e credo sia stato un punto importante e in qualche modo bisogna riconoscere lo sforzo. Sono andato a vedere molti centri sportivi, c’è un aspetto sociale fondamentale con migliaia di ragazzi e famiglie che sono legate al mondo della Lega Pro. C’è necessità di aiutare e intervenire sennò corriamo il rischio che la C sia una categoria con i costi dei professionisti ma senza ricavi. In questo modo c’è troppa disparità. Bisogna aumentare i ricavi e lo si fa con un appeal maggiore, abbiamo bisogno di rivedere un po’ il vestito di questa C partendo dalla comunicazione perché è fondamentale come ti presenti. Dobbiamo lavorare tantissimo per migliorare il prodotto. Parlo anche dei ricavi del sistema, rendere permanente il credito d’imposta che è fondamentale e torniamo al concetto di una Lega Pro al servizio del territorio. Un altro tema fondamentale è la defiscalizzazione, bisognerà ragionare su questo. In questo momento la C mi sembra l’anello più debole del professionismo. Bisogna poi salvaguardare la legge Melandri, poi sarà un tema importante per la riforma e far si che ogni cosa che ci sarà dovrà essere sostenibile. Un altro punto che mi è molto a cuore è quello dei giovani, i più grandi calciatori della storia italiana sono partiti dalla C come Riva e Baggio. Se il calcio italiano vuole essere competitivo la parte fondamentale deve giocarla la Serie C. Ringrazio Zola che ha accettato di fare il vice presidente di questo mandato, è una persona di grande visione. Dobbiamo prendere spunto anche dall’estero e lui è stato un ambasciatore del nostro calcio”.

Come pensa di dialogare con le altre leghe?
“Non c’è altra soluzione che quella di dialogare con tutti, non si può pensare di non dialogare. Non c’è dubbio che ogni tipo di innovazione e di riforma deve tenere insieme tanti elementi. Le riforme sono necessarie per i giovani, per il calcio dei prossimi anni. Il cambiamento è importante come sto sperimentando io stesso sulla mia pelle. Dovremmo capire esattamente cosa arriva sul tavolo e capire che senza la Lega Pro non si fa nulla. Non ci isoliamo ma rivendichiamo il fatto che devono parlare con noi, inevitabilmente. Il calcio italiano è una rete alla fine, dobbiamo fare lo sforzo di superare le incomprensioni”.

Lascerà tutte le altre cariche?
“Si, perché c’è un lavoro enorme da fare. È un lavoro che ti porta via il sonno, dovrai viaggiare per tutta l’Italia. Facciamo in modo che le società siano tra di loro connessi, se noi facciamo rete tra tutte le città. C’è bisogno di tutti”.

Sta pensando ad un nuovo format?
“Non dipenda da me, ci sono 59 club e devono decidere loro. Cercheremo di capire la soluzione più conveniente per tutti. Lavorando si può trovare e che sia la più sostenibile per tutti e quella che scontenta di meno”.

Come si rende appetibile la Lega Pro?
“Noi dobbiamo digitalizzarci e che sia fruibile per gli appassionati che per le società. Ci dovrà essere una piattaforma integrale, intendo anche come ci presentiamo e riguarderà anche la grafica. Ci sono tante difficoltà ma anche tante potenzialità”.

A lei sta bene un’area professionista con 100 squadre?
“Il tema delle riforme è sul tavolo della federazione. Ripeto, la riforma non la fa una persona e si fa partendo dal basso e non dall’alto. Se la fai da sotto, i club sono con te”.

Come pensa di poter favorire lo sviluppo dei giovani se poi non si investe su questi in A?

“Siccome vengo da un altro mondo mi piacerebbe dialogare e costruire ponti e non distruggerli. È anche interessi dei grandi club, non abbiamo partecipato a due mondiali e il nostro movimento deve ripartire. La C sta dando spazio ed investimento sui giovani, intanto costruiamoli questi giovani”.

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Giovedì 2 Maggio 2024
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