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ESCLUSIVA TMW - Rende, Leveque: "Gruppo unito, meriteremmo i play-off"

di Stefano Sica
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© foto di Uff. Stampa Rende Calcio

Il suo gol ha aperto le danze domenica scorsa contro la Viterbese nel 3-1 esterno del Rende. Il primo tra i professionisti, dopo il centro in Coppa Italia ad ottobre nel blitz del Potenza a Castellammare di Stabia (2-1). Alessio Leveque, classe '99, è uno dei giovani di mister Francesco Modesto in rampa di lancio. Calabrese di Locri, con una passione per l'Inter da bambino e un'attitudine a ricoprire più ruoli in fase offensiva. Uno dei primi a credere in lui fu l'ex tecnico dell'Akragas, ora al Latina, Lello Di Napoli. Da allora una scalata tra i Pro che lo ha proiettato anche per un'annata nel settore giovanile del Torino. Lo scorso gennaio il Rende lo ha blindato con un triennale, dimostrando di credere molto nelle sue potenzialità. Nessuna scaramanzia, per indole caratteriale. Ma solo una gran voglia di farsi strada senza adagiarsi nel momento personale favorevole. E poi la dedica personale, d'obbligo, per il suo timbro a Viterbo: "Alla mia famiglia: papà, mamma e alle mie due sorelle".

Come è stato il tuo ambientamento a Rende?
“Sono stato accolto bene sin dal primo giorno in cui sono arrivato. Per questo ci tengo a ringraziare innanzitutto il mister, che insieme alla società e al nostro ex direttore, hanno avuto una grandissima fiducia in me che spero di continuare a ripagare anche in futuro. Ho avuto la possibilità di mettermi in mostra e questo, anche grazie al mister, mi ha consentito di migliorarmi molto”.

Il tuo impiego tattico?
“Quando subentravo, il mister mi ha utilizzato da trequartista dietro le tre punte. E anche da esterno di sinistra nel tridente. Sono questi i due ruoli con cui sono nato calcisticamente. All’Akragas ho fatto poi la mezzala nel 3-5-2, quasi in appoggio ai due attaccanti. E’ chiaro che prediligo di più giocare centralmente e avere la possibilità di gestire molti palloni. Ma anche il ruolo di esterno mi piace”.

Anche Modesto è un tecnico emergente: come è il vostro rapporto con lui?
“Ha grandi capacità psicologiche. Riesce ad instaurare un bel legame con ogni singolo calciatore. Lui ha giocato fino a poco tempo fa, capisce i momenti di un gruppo e gli umori che vive un atleta. Tatticamente è molto preparato e ultimamente stiamo giocando anche col 4-3-3 dopo il periodo del 3-4-3”.

I play-off sono ancora un obiettivo vivo.
“Il nostro destino dipende ormai da Cavese e Viterbese. Se la Cavese dovesse perdere col Bisceglie, e la Viterbese si fermasse a Pagani, faremmo gli spareggi. Poi se la Viterbese vincesse la Coppa Italia, entreremmo automaticamente. Sarebbe un giusto premio soprattutto per quello che i miei compagni hanno fatto nel girone d’andata, per qualità di gioco e attaccamento alla maglia. Penso sia palese che il Rende abbia messo in mostra una delle migliori organizzazioni di gioco del girone”.

Perché la decisione di lasciare Potenza?
“Avevo poco spazio soprattutto perché davanti a me c’erano giocatori davvero importanti. Credo comunque di aver sfruttato bene il minutaggio che mi è stato messo a disposizione. Alla fine ho scelto Rende perché immaginavo che gioco e mentalità di questa squadra avrebbero esaltato le mie caratteristiche”.

Le richieste non mancavano, anche dalla D. E il trasferimento a Cerignola sfumò solo per un cavillo regolamentare.
"Ma anche in C si muoveva qualcosa. Insieme al mio procuratore Bruno Di Napoli avevamo infatti diverse richieste. Oltre al Rende, mi volevano Cavese, Reggina, Monopoli e Teramo".

Come è stata la tua esperienza al Toro?
“Indimenticabile. Ho avuto modo di allenarmi anche con la prima squadra e questo mi ha consentito di imparare tanto. E’ stato un sogno. Lavorerò per tornare a certi livelli".

Il tuo futuro è a Rende?
“Ho un triennale e qui mi trovo benissimo. E, come detto, spero di ricambiare la fiducia che tutti hanno avuto in me. Sono già pronto a farlo in eventuali play-off. Il futuro poi è tutto da scrivere".

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