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ESCLUSIVA TMW - Pres. Catania: "Fiducioso per il futuro del club. Crisi attuale un dramma per la C"

di Luca Bargellini
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Sono passati sette giorni dalla nomina di Gianluca Astorina quale nuovo presidente del Catania. Una settimana vissuta in maniera tutt’altro che normale vista l’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus e che sta colpendo tutto il mondo. “Stiamo cercando di lavorare in videoconferenza, ma non è certo la stessa cosa - racconta lo stesso numero uno del club etneo in esclusiva ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com - rispetto a quello che si può fare incontrandosi. Per mia indole personale amo lavorare a stretto contatto con le persone perché sono convinto che i problemi in questo modo possano essere risolti in modo migliore e con tempi ridotti”.

La situazione attuale purtroppo non permette niente di tutto questo.
“No. Pensi solo che ancora non ho avuto modo di conoscere la prima squadra né una parte dei dipendenti della società. Adesso ci stiamo organizzando con delle videoconferenza a piccoli gruppi, anche per quanto riguarda il settore giovanile, ma non è facile”.

Un momento difficile, dunque, sotto tutti punti di vista. Con il calcio che lavora per cercare di rimettersi in modo nel minor tempo possibile. Lei che idea si è fatto?
“Da cittadino dico che il calcio dovrà adeguarsi alle regole in vigore per tutti. Spesso il mondo del pallone ha vissuto con delle regole tutte sue, ma non può essere questo il caso. Se vengono chiuse fabbriche, negozi e studi professionali, non vedo come il calcio possa pensare di riaprire i battenti mentre è ancora in atto un’emergenza sanitaria che non è solo nostra, ma mondiale. Per questo motivo ci tengo anche a fare i complimenti e a rinnovare il mio appoggio al presidente Ghirelli che è stato lungimirante nel bloccare i campionati mentre le leghe maggiori hanno faticato a trovare un accordo. Sta affrontando la situazione in maniera egregia”.

Impossibile fare previsioni su quando il pallone tornerà a rotolare?
“Non credo proprio. Anche perché sono assolutamente convinto che la quarantena imposta inizialmente fino al 3 aprile verrà prolungata per molto altro tempo”.

Intanto, però, si cerca di trovare delle soluzioni che possano aiutare il sistema calcio a superare questa crisi.
“Prima di tutto trovo assurdo pensare di paragonare la realtà della Serie A con quella degli altri due campionati professionistici e di conseguenza ipotizzare soluzioni comuni per le tre leghe. La Serie A avrà evidentemente delle difficoltà da questa situazione, la Serie B soffrirà in maniera forte, ma per la Serie C sarà un vero dramma. Nel nostro campionato le risorse sono poche, gli incassi sono spariti e i diritti tv sono pressoché inesistenti. In più anche le sponsorizzazioni probabilmente spariranno viste le difficoltà che tutte le società a prescindere dal settore di appartenenza dovranno affrontare. La Serie A può ragionare di ridurre le perdite, mentre in C allo stato attuale delle cose c’è il rischio che molte società lascino a casa senza lavoro 30, 40 o 50 persone”.

Quale può essere la via per uscirne?
“Dobbiamo provare ad essere lungimiranti per una volta nel calcio e ragionare di una profonda riforma dell’intero sistema. Prendendoci il tempo che serve per ripensare tutto dalle fondamenta. Nell’immediato per la Serie C, però, credo che l’accoglimento delle richieste fatte oramai mesi e mesi fa al Governo in tema di defiscalizzazione possa essere la soluzione migliore”

Sul tavolo della discussione c’è anche quello degli stipendi e di un possibile taglio per aiutare i club. Che ne pensa?
“Anche su questo tema si vede la differenza fra la Serie A e la Serie C. Parlare di un taglio del 20% degli ingaggi nella massima serie è un conto, ma farlo per giocatori di terza serie o peggio ancora di LND che guadagnano 1500 euro al mese è tutta un’altra situazione. Si è parlato anche di sospensione, ma la Cassa Integrazione penso che possa essere una soluzione percorribile: i calciatori sono dipendenti dei club”.

Il tema degli stipendi per il Catania, poi, ha un peso particolare. Soprattutto dopo la lettera dello scorso 16 marzo con la quale comunicavate il mancato pagamento degli stessi entro i termini previsti.
“Non vogliamo nasconderci dietro alla situazione attuale anche perché fortunatamente i club che hanno palesato dei problemi sono stati pochi. Il sistema si può dire che abbia retto. Il Calcio Catania ha dei problemi da tempo che sono sempre stati affrontati e superati grazie al socio di maggioranza. Oggi anche questo socio è in una situazione molto critica e da qui nasce la situazione attuale. L’unico polmone rimasto a disposizione era il centro sportivo, Torre del Grifo, ma per le norme imposte dal Governo per il contenimento del Coronavirus è stato costretto a chiudere. Detto questo noi anche in questa situazione ci stiamo muovendo per cercare di risolvere il problema e sono fiducioso che a breve si possa arrivare ad una soluzione. Se ci arriveranno delle penalizzazioni le prenderemo perché ci sono delle regole e le accetteremo”.

Se la sente di mandare un messaggio ai tifosi del Catania in un momento così complicato?
“Sono un tifoso anche io. Di quelli che vanno sempre allo stadio e questa situazione l’ho sofferta e la soffro maledettamente. Adesso che sono dall’altra parte della barricata posso dire che la storia del Catania continuerà. Ci sono dei feedback che mi inducono all’ottimismo per il futuro del club”.

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