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Venezia, Zanetti: "Ho avuto avance, ma volevo restare. Qui credono in me"

di Niccolò Pasta
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Intervenuto in conferenza stampa, il tecnico del Venezia Paolo Zanetti ha commentato le ragioni della sua scelta di restare a Venezia nonostante il corteggiamento di altri club, affrontando anche altri temi come il calciomercato: "Quando la società mi ha presentato questo progetto l'ho percepito come un segnale di grande fiducia, ho pensato: la società mi sta dimostrando che crede in me, crede in me veramente, anche se non avevo dubbi in questo perché me lo aveva già dimostrato prima e non ci sono mai stati dubbi e soprattutto ho pensato che è una società che non si ferma all'immediato, che non si ferma a quello che abbiamo fatto quest'anno, a quello che avremmo fatto l'anno scorso, fossimo arrivati noni o fossimo arrivati ai playoff probabilmente non sarebbe cambiato nulla. La società ha questo principio di dare un futuro alla società. Il primo obiettivo del presidente è di dare una continuità a questa società che deve avere un obiettivo secondo le capacità del momento, ma lo sviluppo è sempre molto lungimirante e vale anche per l'aspetto tecnico. In italia questa cosa è rara e l'allenatore è sempre in pericolo. Sentirsi parte di un progetto al giorno d'oggi è cosa rara".

Sul mercato.
"Le scelte tecniche di mercato le avranno Poggi e Collauto ma è normale che ci sia un confronto con il tecnico per le esigenze e le caratteriste tecniche, ma le scelte finali spettano alla società com'è giusto che sia. Da noi c'è un gruppo di lavoro costruito per il bene della società però c'è un grandissimo rispetto dei ruoli. So che campionato sto per affrontare, faremo di tutto per mantenere la nostra identità perché ci ha portato dove siamo ora è e lo sappiamo fare bene. é normale che ci debba essere grande spirito di sacrificio, bisognerà accettare che le squadre più forti ci mettano alle corde, credo che questa squadra abbia dimostrato soprattutto nelle ultime nove partite, dove non abbiamo mai perso ed è difficile giocando ogni tre giorni. Ci siamo riusciti perché abbiamo dimostrato di saper soffrire, di avere un grande senso di squadra, anche chi è entrato poco ha dato il massimo e qualcuno di questi ci ha portati in serie A. Noi abbiamo sempre abbinato una filosofia palla al piede al nostro al nostro gioco, palla a noi ma unita ad una grande umiltà palla agli altri. Probabilmente quest'anno dovremmo mettere molta umiltà e concedere molto la palla agli altri, però se non vogliamo solo essere di passaggio in questo campionato dovremmo avere una nostra identità e sfruttare tutte le occasioni che avremo. Proporre un gioco in cui i giocatori non riuscirebbero ad esprimersi non avrebbe senso".

Sulla scelta di restare.
"Il nostro presidente è una persona molto chiara e diretta, mi ha illustrato il progetto e mostrato le ambizioni e tranquillamente mi ha detto se vuoi rimanere noi questo che proponiamo. Sul fatto che volessi andare via sono state scritte troppe cose, in realtà ho avuto solo delle avance, ma la mia volontà è sempre stata chiara, per me il Venezia è importante almeno quanto le squadre che mi hanno contattato. Alla fine ci siamo accorti che le nostre posizioni erano vicine e bisognava solo limare delle cose che nel mondo del calcio sono una consuetudine. é normale che con la promozione qualcuno andrà via, ma sono sicuro che tutti i nostri giocatori sono considerati dei vincenti e ne gioveranno di questa promozione. Se fosse per me li farei giocare tutti, però ogni volta io ne devo schierare 11 in campo e tre li devo mandar in tribuna, è normale che loro soffrano questa situazione perché se pensiamo che più del cinquanta percento della rosa non gioca in una partita. Se questi giocatori non vanno oltre l'individualità pensando al bene della squadra difficilmente si ottengono risultati".

Sulla Serie A.
"La Serie A era ed è rimasta un campionato difficilissimo da Vincere, forse una volta era ancora più difficile perché c'erano tanti campioni del mondo che giocavano in italia. Probabilmente il divario tra serie B e A era minore, oggi c'è tanto divario sia dal punto di vista tecnico che fisico, quindi dovremmo essere bravi a rinforzare la squadra, dovremmo cambiare la nostra mentalità perché da fine agosto ci saranno i fatti e dovremmo dimostrare di essere da A. Sicuramente dove non si arriva con la tecnica bisognerà arrivarci con altre componenti. Dovremmo essere bravi a mettere in difficoltà chiunque e lottare per ottenere la salvezza".

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