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TMW RADIO - Perrone: "Ibra ha cambiato i giudizi su Pioli. L'Atalanta è quasi arrivata al limite"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020
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Carlo Perrone intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex centrocampista Carlo Perrone, oggi allenatore, si è collegato in diretta con Stadio Aperto, trasmissione in onda sulle frequenze web di TMW Radio, condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini. L'intervista comincia dal momento dell'Atalanta: "Nel calcio c'è poca memoria, e le vittorie le devi mettere subito da parte per pensare alla prossima partita. La stragrande maggioranza della gente però adora l'Atalanta e Gasperini... Un paio di risultati storti in campionato ci stanno, visto che pressano, giocano a tutto campo e concedono: possono incappare in qualche giornata storta, e l'abbiamo visto anche lo scorso anno. Tanto di cappello: penso che la critica stia riconoscendo i meriti di Gasp, del gruppo, della società e dei direttori".

L'Atalanta ha ulteriori margini di miglioramento?
"Credo che se non siamo al limite, poco ci manca. Difficile capire se veramente può fare l'impresa di arrivare più avanti nel cammino di quanto non sia avvenuto lo scorso anno. Il dispiacere è non poter vedere il nuovissimo stadio di Bergamo pieno, in una doppia sfida dove sarebbe stato meraviglioso vedere due tra le più belle tifoserie al mondo, con pochi eguali per calore".

Cosa dire dei complimenti di Klopp?
"Lui non sottovaluta nessuno, anche perché quest'anno ha subito qualche legnata. La difesa non ha subito gol una volta sola, ma davanti sono una macchina da guerra. Somiglia alla mentalità e al tipo di gioco dell'Atalanta: qualche gol di troppo, ma per andare molto facilmente in rete".

L'assenza di pubblico potrà incidere molto in questa stagione?
"Eh sì, come dicevo sarebbe stato bello vedere sia a Bergamo che Liverpool gli spalti pieni, per esempio, per quanto certe tifoserie riescono a dare alla squadra. L'Atalanta perde tantissimo senza la sua gente in una partita del genere: è impressionante il calore, anche se ci hanno un po' fatto l'abitudine. Questo vale per tutti, ma sì: il campionato è un po' strano, le partite non hanno lo stesso andamento che avrebbero con la gente... Anche guardandole in tv, sembra che i ritmi non siano gli stessi di quando lo stadio è pieno e ti spinge ad attaccare o a difenderti".

Basta l'assenza di pubblico a spiegare tutti i gol che si stanno vedendo in Serie A?
"Tutto questo esiste, ed è evidente. Ma c'entrano anche i settori giovanili: non si insegna a difendere, si guarda la palla e non più l'uomo. Poi ci sono le regole del calcio che sono cambiate: ai difensori prima mancava solo il porto d'armi... Delle legnate, delle botte! E gli attaccanti neanche protestavano. Io sento ancora gli effetti, perciò la memoria ce l'ho. Uno come Maradona, oggi, sarebbe immarcabile e non basterebbe il pallottoliere con tutti gli spazi che ci sono oggi. Ci sono profili di 39 anni, un fenomeno come Ibrahimovic oppure Toni che tempo fa è stato capocannoniere in A, che ancora oggi la fanno da padrone. Queste regole nuove, fanno sì che i risultati siano numericamente importanti. Mettiamoci anche i rigori dati lo scorso anno, e finiva come una partita di basket. Non condivido che le partite debbano finire tutte 0-0, ma con tutti questi errori le partite perdono del loro fascino".

Ilicic e Gomez: quanto è dipendente l'Atalanta da questi due?
"Senza questi due giocatori l'Atalanta rimane una squadra forte, perché il mister comunque ha dato un'impronta e un gioco, ma gli interpreti fanno la differenza. Anche se da milanista adoravo Sacchi, Mannari non era come Van Basten... La differenza la fanno i grandi campioni. Ronaldo è rientrato dopo il Coronavirus e ha cambiato comunque le sorti della sua squadra, perché c'è chi la butta dentro e chi magari invece sbaglia. Prima sentivo parlare di Conte, e dico che nessun allenatore secondo me deve guadagnare certe cifre... L'ho sempre pensata così, e succede anche oggi che alleno. Nei dilettanti quando mi hanno comprato gli attaccanti bravi, abbiamo vinto, altrimenti fai fatica... Guardate il Milan prima e dopo Ibrahimovic: Pioli era uno da cacciare in tutti i modi, oggi invece è pronto per la Panchina d'Oro. Lo dico senza voler togliere meriti".

Quanto è bella l'anomalia di un presidente come Percassi per l'Atalanta? Il modello è inimitabile?
"Non è facile da replicare per la grandezza della persona. Chi conosce Percassi sa quanta passione e quanta intelligenza metta in ogni cosa che fa. Si è sempre visto che era uno che avrebbe fatto certe cose... Difficile pensare all'Atalanta veramente così in alto, ma ero sicuro che avrebbe fatto grandi cose. Ha carisma, personalità, conoscenza ed è ottimo nei rapporti umani. Vi racconto un episodio: già all'epoca aveva quattro-cinque telefoni e due persone che lo seguivano per passargli le telefonate. Alla vigilia di un Atalanta-Juventus mia figlia piccolina vede una casetta che costava una cifra esagerata nella sua azienda, chiedendomi se le avessi regalato quella casa. Percassi disse che gliel'avrebbe regalata lui, poi avremmo vinto con gol mio e di Ganz, io cercai un'altra casa, ma lui voleva far valere comunque la parola data. Per me ha acquistato un miliardo di punti".

Cosa dire della carriera di Tesser?
"Ho avuto la fortuna di lavorare con lui a Novara, prima di Mondonico e Aglietti: tre allenatori meravigliosi. Anche Aglietti secondo me sta raccogliendo meno di quanto nelle sue capacità... Tesser è un signore in campo e in panchina, ha ottenuto grandissimi risultati ma gli è mancata la possibilità di allenare un gruppo all'altezza in Serie A. Come risposta mi sono dato che Tesser non ama alzare la voce in fase di campagna acquisti, ma sposa la società. Responsabilmente non vuole far fare passi troppo lunghi".

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