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TMW RADIO - Ferri: "Mourinho può fallire o fare come Capello. Inter, ora il salto di qualità"

di Dimitri Conti
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
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Riccardo Ferri intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex difensore Riccardo Ferri è intervenuto in diretta a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, partendo dal ritorno di Mourinho in Italia: "Non ha paura di mettersi in gioco, non che la Roma abbia troppe difficoltà ma è una squadra da riprendere in mano e sotto certi aspetti da ricostruire. Tecnicamente sono competitivi, è in un ambiente non dei più facili: chapeau a lui, affronta un'esperienza difficile in cui molti predecessori hanno fallito. Altri però di grande richiamo come Capello hanno ottenuto risultati: l'obiettivo di Mourinho è segnare un punto importante nella storia della Roma. Non avrà però tantissimo tempo per potersi esprimere, senza risultati sarà messo in discussione anche lui".

Il progetto andrà crescendo?
"Non credo sia venuto solo con una stretta di mano, avrà preteso un programma preciso. Ci aspettiamo fulmini e saette, conosciamo il suo personaggio e penso che i media per primi avranno esultato: dà sempre spunti per parlare di lui o del suo lavoro. Credo avranno un progetto fatto di acquisti importanti per alzare livello ed obiettivi, che devono essere primari. Senza Champions è un danno, non vorranno più sbagliare".

Da che parte pende il bilancio su Fonseca?
"Difficile da giudicare esternamente. All'apparenza ha tenuto il profilo basso, ma penso si sia fatto sentire nello spogliatoio, schiacciando anche qualche tasto dolente che ha fatto incrinare i rapporti. Un allenatore deve trovare le chiavi d'accesso per la testa, non solo per le gambe. Avrà le sue ragioni, ma per le società è più facile cambiare un allenatore che quasi tutto l'organico. Buon lavoro ma ha sbagliato qualche relazione".

Come ha festeggiato lo Scudetto?
"Non ero a Milano, con gli amici che avevo intorno e con altre persone che conosco e non vedevano l'ora, tra chiamate, video-call e cose varie di questo periodo pandemico. Fare troppi assembramenti non è bello, ho visto Milano e dico che è stato inevitabile, ma si poteva gestire meglio".

Se il Milan esce dalle prime quattro che giudizio si deve dare?
"Non possono che entrare in Champions. Quando sono stati in testa e campioni d'inverno tutti ci credevano, se arrivano quinti è un fallimento e anche qualche giocatore potrebbe storcere il naso. C'è una bella bagarre per conquistare la Champions: vedo l'Atalanta avvantaggiata nel calendario ma anche nelle gambe e testa. Poi sarà lotta tra Napoli, Juventus e Milan con la sfida tra queste due che farà da spartiacque per chi vivrà una stagione negativa e chi no".

C'è un rischio che Conte stia valutando il suo futuro?
"Credo voglia portare a termine il progetto cominciato due anni fa. Con l'arrivo di Marotta è stato chiamato alla guida e gli sono stati messi a disposizione giocatori importanti: è stato parzialmente accontentato, anche se Antonio non lo è mai fino in fondo, in senso positivo. In questi due anni ha ottenuto risultati strepitoso: finale di Europa League lo scorso e Scudetto in questa nessuno poteva immaginarlo. Ora serve un salto di qualità sulla mentalità ma anche sui giocatori abituati a certi livelli. Certo, si dovrà guardare nelle casse: come è stato detto, prima le uscite. Antonio andrà dalla società e porterà il suo programma per alzare sempre di più l'asticella. Anche quando Marotta parla di seconda stella, intende essere protagonisti in Europa".

Champions o no: da lì passa il destino di Pirlo?
"I dadi sono stati tirati, non penso la società aspetti queste partite per valutare il lavoro di Pirlo. Credo sarà valutato su risultati, rapporto coi giocatori e crescita che è riuscito a dare ai singoli giocatori ma anche alla squadra, e alle motivazioni che può dare per giustificare i passi falsi. Qualche colpa, magari di più, l'avrà anche ma il resto è per via di una programmazione non fatta ad hoc. Non puoi pensare di giocartela con un solo numero nove e un centrocampo senza qualità".

A chi il premio per l'allenatore-rivelazione?
"Scelgo De Zerbi e subito dopo Italiano. Nelle loro squadre vedo identità e voglia di fare la partita, al di là di chi c'è davanti. Sicuramente dietro queste due squadre ci sono allenatori molto bravi. Per una parte di stagione mi è piaciuto Filippo Inzaghi: il Benevento mi aveva impressionato, per capire cosa gli è successo però bisognerebbe essere nello spogliatoio".

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