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TMW RADIO - Camolese: "Per convincere Belotti a rimanere al Torino non può bastare solo Juric"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020-2021
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Giancarlo Camolese intervistato da Niccolò Ceccarini
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L’allenatore Giancarlo Camolese ha parlato a TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto con Niccolò Ceccarini. Si comincia dall’Europeo che attende l’Italia e dal lavoro di Mancini: “Straordinario, ha ridato quell’entusiasmo perso per via dei risultati negativi, valorizzando tanti giovani che ha voluto. La sua squadra ha sempre fatto bella figura, bravo lui col suo staff”.

Si dice di un girone molto facile. Quanto vale l’Italia?
“Quanto chi può vincere il torneo. Certo, serve fortuna e avere i giocatori sempre a posto ma possono arrivare in fondo così come Inghilterra, Belgio, Francia, Portogallo. Vero, sul cammino ci sono state squadre non di primissima fascia ma la verità è che di sprovveduti non ce ne sono più in giro per il mondo”.

C’è la favola Raspadori.
“Un’arma dell’Italia è l’entusiasmo, la spensieratezza di questi ragazzi in gran parte molto giovani. Devono avere la consapevolezza di poter far bene, ci vuole l’entusiasmo avuto finora, senza preoccuparsi dei giudizi”.

Cosa può dare Belotti?
“Ho grande fiducia in Mancini, un allenatore vede i giocatori ogni giorno affidandosi alle proprie sensazioni. Saprà scegliere la partita giusta per Belotti e Immobile, così magari da averli insieme in qualche situazione. Nel Torino hanno dimostrato di saperlo fare”.

Juric può bastarlo a tenere al Torino?
“Da solo no, anche prima di lui c’erano allenatori capaci. Per trattenere Belotti ci vorrà un programma ambizioso. Molto dipenderà dal futuro che imposterà la società: il fatto che lui rappresenti il Toro, a quel punto, potrebbe pure fare la differenza”.

Che si aspetta da Juric?
“Lui ha le idee chiare e un suo sistema di gioco, deve trovare subito sintonia con l’ambiente facendosi prendere quei giocatori che lui ritiene al modo di giocare. I numeri non contano, ci vuole un’ambizione diversa".

Quale cambio di panchina l’ha sorpresa di più?
“In primis l’addio di Conte all’Inter dopo una stagione fantastica…”.

Ha scelto contro il ridimensionamento.
“Una decisione professionale, da allenatore top vuole un programma che sia sempre al top. Per questo ci sono state le basi dell’addio, anche se Simone Inzaghi si è meritato l’Inter. Era passato tanto tempo nella Lazio, proseguirà su un sistema che conosce bene avendo giocatori eccezionali. La decisione su Pirlo, infine, credo fosse già maturata prima”.

Anche Allegri e Sarri avevano vinto lo Scudetto.
“Come inizio per Pirlo, comunque, non c’è niente male. Ha portato a casa due trofei, ora starà a lui dover scegliere la sua nuova avventura”.

Sorpreso dal ritorno di Ancelotti al Real Madrid?
“Avrà dei vantaggi in partenza, lo conoscono tutti e lo rispettano nell’ambiente. Poi dovrà fare i conti con programmi, risultati e bel gioco da far vedere. Hanno voluto ripartire dalle sicurezze”.

Che ne pensa di Gattuso alla Fiorentina?
“Credo parta da un rapporto differente col suo presidente, che l’ha scelto e voluto, esprimendo molte parole positive su di lui. Partono con un bel feeling, quando è così potrebbe davvero cominciare forte, penso orienterà pure le scelte di mercato della dirigenza. A Napoli ha comunque tenuto bene un gruppo che ha avuto tante assenze. Per quanto fatto merita un’opportunità, la merita a Firenze”.

Vlahovic può diventare un grande bomber?
“La sua stagione è stata straordinaria, poi però c’è da confermarsi quando gli altri ti prendono le misure. Ha qualità, dovrà però essere supportata da una squadra adeguata: ci vogliono giocatori qualitativi in tanti settori. Ripartendo da Vlahovic però potresti costruirci intorno una Fiorentina competitiva. Nel calcio, purtroppo, tutti vogliono monetizzare: non so se riusciranno a tenerlo e il giocatore possa sposare la causa viola”.

Che ne pensa di De Zerbi allo Shakhtar?
“Avrà valutato anche altre situazioni, andando all’estero però ti apri mentalmente e ti completi, di sicuro. Tornerà senz’altro arricchito in quanto a cultura calcistica. Ha scelto una società che l’asseconderà, comprandogli giocatori adatti al suo calcio. Il problema sarà quando si misurerà in Champions: facendo bene, in ogni caso, potrà farsi notare ancor di più”.

Come le è parsa la Serie B?
“C’è sempre tanta lotta, tutti in piedi per l’Empoli ma per il resto si è visto che c’è stato da sudare. La Salernitana ha vinto seguendo la logica di un allenatore che conosco bene, persona seria che merita la Serie A. E poi il Venezia, che ha meritato al playoff. C’erano altre realtà attrezzate, ma nelle partite secche conta la condizione del momento. Le pressioni, poi, erano tutte per Lecce e Monza".

Il Padova deve sudarsela la B.
“Mandorlini è un allenatore di grande esperienza, i giocatori sanno che si deve sempre resecare. Se la sono vista brutta con il Renate, rischiando il patatrac ma l’hanno rimessa in piedi. Può essere un segnale positivo. Favorita pure l’Alessandria, ma occhio che l’Albinoleffe è arrivato fin qui facendo bene in trasferta”.

Livorno abbandona i professionisti.
“Una bella piazza per fare calcio, però in questo momento bisogna prima avere delle società solide alle spalle e costruire, magari lentamente, quella solidità economica che ti fa programmare e mantenere le categorie. Spero che da questa brutta annata si traggano gli insegnamenti per fare meglio”.

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