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TMW RADIO - Bisoli: "La Juve rischia, Pirlo in difficoltà. Salernitana? Bravi, con qualche aiutino"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020-2021
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Pierpaolo Bisoli intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'allenatore Pierpaolo Bisoli ha parlato a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, cominciando dal piazzamento Champions traballante per la Juventus: "Rischia perché alcune rivali, vedi Napoli e Atalanta, sono in gran forma. Con le polemiche intorno poi dovranno stringere i denti: Pirlo è in difficoltà, la società gli ha fatto capire che non arrivare alla Champions non è accettabile".

Dove le principali differenze rispetto alla Juve vittoriosa degli anni scorsi?
"La maggior fragilità è stata nelle certezze sbriciolate da un momento all'altro: non c'è stata continuità, le formazioni sono sempre state diverse. Dopo 9 anni però una stagione così ci può stare".

Pirlo però da dove dovrebbe ripartire?
"Io son partito dalla Promozione e sono arrivato in Serie A, iniziare dall'alto e poi scendere non è facile. Dovrà essere bravo a rimettersi in gioco, magari allenando una media di Serie A o una big di Serie B, così da mettere in pratica le sue idee".

Oggi si considera troppo importante il passato da calciatore nel giudicare chi allena?
"Certamente non può prendere la licenza chi nel calcio non ha mai fatto nulla. Ma poi la meritocrazia diventa importante".

E i vari Mourinho, Klopp e Nagelsmann?
"Magari per loro sarebbe stata più difficile... Però penso che allenare nel campionato italiano sia più difficile che negli altri. Guardo a chi viene da fuori e ci faccio caso: Fonseca era considerato di prima fascia, ma a Roma ha trovato difficoltà".

Come si spiega la reazione del Cagliari con Semplici?
"L'alchimia. Spesso non trovi quella giusta coi tuoi giocatori, e più vai avanti, nelle cose che non vanno bene, e cerchi sempre e solo il negativo. A volte basta toccare i tasti giusti, e riparti. Certo, poi va detto che il Cagliari ha una signora squadra, almeno da prime otto".

Ha tolto le paure?
"Semplici avrà sicuramente meriti, ma Di Francesco è un grandissimo allenatore. Non ha trovato le corde giuste da toccare".

Se l'aspettava la Salernitana promossa?
"Bravi a costruire la squadra su misura per l'allenatore. Non dimentichiamoci che qualche aiutino e un pizzico di fortuna l'ha avuto... Non dimentico che l'unica squadra ad aver perso per Covid sia stata la Reggiana, proprio contro la Salernitana. Le altre hanno tutte dovuto rinviare, io compreso quando avevo le avversarie in difficoltà. Però sono stati bravi, meritano la promozione".

Ai playoff chi sarà favorito?
"Lì si azzera tutto il campionato. Chiaro, chi è arrivato terzo o quarto ha un piccolo vantaggio, ma chi arriva lanciato come il Brescia magari può trovare una svolta importante. Glielo auguro perché c'è mio figlio che ci gioca: sono partite in cui provarci".

Cosa potrà fare Dionisi in Serie A?
"Hanno strameritato di vincere, i più bravi grazie a un calcio bello fatto da tanti giovani. La promozione è meritata, ma la Serie A è totalmente un'altra cosa, è come mangiare o stare a guardare. Lì sbagli mezza situazione e sei castigato: vedi il Benevento, il cui campionato di B difficilmente sarà ripetuto".

Di solito due neo-promosse su tre scendono subito.
"Anche quest'anno siamo lì, ma è fisiologico andando a confermare 12-13 elementi della stagione prima".

Sono playoff anche in Serie C. Il Perugia li ha evitati proprio nel finale...
"Hanno approfittato del momento negativo passato dal Padova. Ora i playoff di Serie C, dove si riapre tutto: ma non si può giocare dalla seconda alla decima, sono una cosa strana per non dire brutta".

Le squadre professionistiche in Italia sono troppe?
"Senza dubbio. Per fare calcio bisogna essere bravi, non puoi spendere quello che non hai. Serve essere oculati e fare con quello che si ha: se hai due non puoi spendere sette".

Che idea si è fatto del Superlega?
"Mi sbilancio, è levare dei sogni alla gente. Una cosa bruttissima. Se vogliono farsi la Superlega, vadano da soli. Il calcio è bello perché ha delle favole come il Chievo, l'Atalanta, squadre da una vita in C che arrivano alla Serie A. L'altra sera poi ho visto PSG-City e dopo un tempo ho dovuto togliere".

Perché non difendiamo il nostro calcio?
"Ok sognare, ma non facendo i passi più lunghi della gamba. Il calcio non è più uno sport, ma un'azienda: se ti puoi permettere 5, devi essere bravo a spendere 4.8. Magari non vinci, ma se fai le cose per bene puoi alimentare dei sogni. Ripeto, c'è l'Atalanta che va all'estero e si fa rispettare".

Come lo vedrebbe Gattuso a Firenze?
"Iachini ha fatto di nuovo un lavoro importante. Gattuso è un grande allenatore, sa rimboccarsi le maniche: anche quest'anno al Napoli ha avuto tante cose contro, compresa la società, eppure sta giocando per la Champions. Se lo lasci lavorare in tranquillità i risultati li porta".

Pistoiese e Arezzo: lei le conosce bene, oggi sono in D.
"Il calcio toscano quest'anno ha preso una bella batosta... Mi spiace perché quando giocavo io c'era il calcio vero in Toscana, si parlava del Granducato. Spero tornino alla svelta in Serie C che, non dimentichiamoci, è un campionato importante. Bisognerebbe andare un po' meno all'estero...".

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