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TMW RADIO - Amoruso: "Meriti ad Allegri per il Cuadrado di oggi. Questo Milan è un miracolo"

di Dimitri Conti
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Nicola Amoruso intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex attaccante Nicola Amoruso ha parlato a TMW Radio, intervenendo nel corso della trasmissione Stadio Aperto con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini. L'intervista inizia dall'analisi della Supercoppa di ieri sera: "Ho visto una partita molto combattuta e tattica, a tratti anche un po' noiosa. Normale perché c'era tensione della Juventus, e un Napoli che ha provato a fare la sua partita, decisa poi dagli episodi. Il Napoli ha qualcosa da recriminare perché ai punti sarebbe finita pari, ma la Juve è stata capace di trasformare in gol quelle poche azioni avute. C'era bisogno del risultato, non contava tanto la prestazione quanto la vittoria, e ci è riuscita reagendo alle critiche. Senza il rigore sbagliato da Insigne non so come sarebbe finita, ma ci sta. Vedo e sento grandi critiche quando sbaglia qualcosa, ma anche ieri ha giocato bene ed è quello che ha più qualità nel Napoli: capisco la responsabilità e la pressione di essere capitano e napoletano, ma è comunque la sua anima".

Avrebbe mai pensato a un Cuadrado così in una difesa a quattro?
"Un grande lavoro di Allegri. All'inizio era criticato, perché nessuno credeva ad un Cuadrado terzino e invece lo fa, e lo fa anche bene. Tra le cause di risultati altalenanti c'è l'assenza sua e di Alex Sandro, due di qualità sulle fasce che sanno fare entrambe le fasi. Sicuramente questa è una delle giustificazioni per Pirlo, che ora ha ritrovato un giocatore importante, fondamentale per questa Juventus".

Bernardeschi terzino sinistro idea che può avere dei margini?
"Per lui è un po' frustrante, perché tra un po' inizia ad avere i suoi anni e ancora siamo qui a chiederci quale sia il suo ruolo. Ora addirittura terzino... Non so, ha gamba, struttura e tecnica, ci vuole un grande spirito di abnegazione e capacità di adattarsi a un ruolo che non ha mai fatto in carriera. Dovrà dare disponibilità, può essere un'alternativa valida ma dipende tutto da lui. Non è semplicissimo, può però riuscirci".

Al Napoli manca Osimhen.
"Osimhen è giocatore che ha lasciato intravedere grandi qualità: dal mio punto di vista non è il grande bomber che cercava il Napoli; sgomita e apre spazi nelle difese ma non è un cecchino infallibile. Il vero fuoriclasse del Napoli è Mertens, troppo importante: anche ieri è entrato e ha procurato subito il rigore. Può fare la prima punta, l'esterno, ovunque: il nodo dell'attacco per me sono più le sue condizioni fisiche. Osimhen, certo, può dar tanto nell'economia del gioco del Napoli, perché Petagna e Llorente non assicurano continuità realizzativa, quello che poteva farlo, Milik, hanno deciso di darlo via. Per me non è un'idea azzecatissima, ma vedremo cosa succederà. Sono curioso anche io di vedere all'opera Osimhen".

Quale la grande sorpresa del campionato fin qui tra tutte?
"Il Milan. Perché l'anno scorso ha vissuto un momento delicato con la scelta sbagliata di Giampaolo e l'addio a Boban, con Gazidis che voleva cambiare tutto. Maldini e Massara hanno tenuto e convinto la società a puntare su Pioli e su un'incognita come Ibrahimovic. Hanno creato un miracolo fatto di giovani, ben mixati con i più anziani, che giocano bene: è una squadra che mi diverte, con chiunque scendano in campo hanno idee chiare. La sorpresa di questo campionato è il Milan".

Come valuta l'acquisto di Mandzukic?
"Rimane il dubbio su come sia stato gestito alla Juventus, visto che uno come lui avrebbe fatto comodo ovunque. Un acquisto intelligente e a basso costo del Milan, l'unica incognita è la sua forma fisica perché son 10 mesi che non gioca. Mi dicono sia molto allenato, ma farlo con un preparatore è diverso che avere il ritmo della partita. Lui è anche grosso, non entra subito in palla, ma su carattere e tecnica, ma è super per cosa può dare allo spogliatoio anche con una certa sete di vendetta per dimostrare che la Juve si è sbagliata".

Fonseca merita di proseguire nel percorso intrapreso a Roma?
"Del nostro calcio mi sorprende sempre la mancanza di equilibrio nei giudizi. Fino a due partite fa ho visto una Roma che divertiva e se la giocava ovunque: sì, con le grandi non ha mai vinto, ma per le risorse della squadra Fonseca l'ha sempre fatta giocare bene. Ora due risultati negativi rimettono tutto in discussione e questo è un grande problema per l'ambiente, c'è troppa fretta nel dare i giudizi. Il suo lavoro per me è importante, nella mentalità possono crescere ma non dimentichiamoci che in questo calcio giocato ogni tre giorni e senza pre-campionato serio, avere un rendimento costante non è facile. Mi vien da ridere quando sento certe critiche...".

Fonseca è anche in scadenza di contratto.
"Se si libererà dalla Roma, andrà in una grande squadra, e di questo ne sono certo. Riesce a far giocare bene le sue squadre, in modo propositivo ed europeo. Sarà più un problema per la Roma".

Cosa pensa del passaggio di consegne da Giampaolo a Nicola al Torino?
"Parto da Giampaolo: io sono stato allenato da lui, ed è un grandissimo tecnico nel corso della settimana. Ha un unico problema, ed è la gestione dello spogliatoio, in cui ha difficoltà".

... Per il suo carattere?
"Per come si intende un allenatore nello spogliatoio. Può crescere, e glielo auguro perché per metodologia e come insegna calcio ai giovani, è tra i migliori. Poi però non c'è solo quello, ma anche la gestione dello spogliatoio in cui devi capire le esigenze dei giocatori e come comunicare all'interno di un gruppo. Su questo manca. In questa nuova era ci sono tanti bravi nella teoria, ma il giusto mix è la formula vincente, e Giampaolo secondo me ha delle idee ma sempre problemi di questo genere".

Nicola che scelta è?
"Intelligente: è uno a cui piace lottare, che cerca le sfide e si mette in discussione. Ha anche una certa esperienza per questo tipo di situazioni, purtroppo Cairo ci mette tutta la buona volontà per fare squadre competitive, ma negli ultimi anni c'è sempre stato qualche problema. Io ho fatto sei mesi con lui al Toro, e per quanto sia criticato dico che è un grande presidente: non è in un ambiente facile, per storia e responsabilità di riportarli agli antichi splendori".

Forse si è sottovalutato l'addio a Mazzarri?
"Eppure anche lui è sempre stato criticato. I tifosi pretendono di vedere una squadra che competa, e avere la Juventus vicina che vince ogni anno non rende le cose facili per Cairo. So quanto sia bello ma anche difficile giocare in una società così blasonata. Le dinamiche sono particolari, ma mi auguro che si salvino perché meritano di salvarsi e rimanere in Serie A".

Come valutare l'avvio della Fiorentina?
"Un bel mistero, a me la squadra piace. Se devo giudicare dal 6-0 col Napoli, ovviamente, dico che è stato clamoroso, perché poteva persino andare in vantaggio ma poi c'è stato un crollo fisico e mentale. Mi aspettavo di vedere una grande reazione con l'arrivo di Prandelli, ma non credo si possano criticare le scelte della società. Sono convinto troverà la strada giusta perché è esperto e fa giocare bene la squadra: l'unica cosa è che noto qualche malcontento nello spogliatoio, anche da parte di giocatori importanti. Se non risolvi queste cose rischi di trascinartele più avanti, serve una società che arrivi a mediare e chiarisca le cose, o manca la tranquillità e l'entusiasmo che servono per lavorare bene e ripartire".

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