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TMW RADIO - Accardi: "Juve e Inter giocano per lo Scudetto. Con Ibra al top metto pure il Milan"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020-2021
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Giuseppe Accardi intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Il procuratore Giuseppe Accardi ha parlato in diretta ai microfoni di TMW Radio, durante la trasmissione Stadio Aperto con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini. L'intervista comincia dalle possibilità di vittorie dell'Italia: "La vedo dura... Bisogna capire come reagiremo quando i duri entreranno in campo. L'altra sera abbiamo avuto la fortuna e la capacità di reggere anche nelle difficoltà fisiche, e questa è una cosa buona. Il Belgio sarà tosto da affrontare ed è lì che avremo il reale valore dell'Italia".

Chi altro l'ha convinta?
"Sinceramente mi hanno un po' deluso tutte. La nota lieta quest'anno è l'Italia perché gioca un bel calcio e fa divertire. Nelle altre vedo un livellamento incredibile verso il basso, vuoi per il Covid o per la stanchezza".

Cambierebbe qualcosa per la prossima partita?
"Io ricomincerei come abbiamo iniziato, per cambiare poi semmai in corsa. Sarà Mancini a valutare giornalmente, mi auguro che Chiellini però possa rientrare in una condizione ottimale, servirebbe contro uno col fisico di Lukaku".

Sarri alla Lazio come lo vede?
"Ultimamente ha avuto un'evoluzione tattica e sulla gestione dei campioni. Sarri è indiscutibile, sono convinto che possa sicuramente farà bene. I giocatori che ha a disposizione hanno uno spessore tale che dopo un mese di allenamenti possono adattarsi a qualsiasi cosa".

Chi vede meno stabile tra i nuovi allenatori?
"Parto dal presupposto che chi parte per la vittoria del campionato sono sempre le stesse, Juventus e Inter. Vi dico che se fa bene Ibrahimovic io ci metto pure il Milan. Non avesse avuto problemi fisici nella scorsa stagione forse alla fine avremmo raccontato un'altra storia. C'è l'ipotesi Roma ma tutta da vedere. Dipende da che mercato faranno, se costruiranno una squadra a misura di Mourinho. A un allenatore come lui devi dare armi per giocarsi la vittoria del campionato".

Fare mercato, sugli attaccanti, è sempre più difficile.
"Il calcio ci dice che chi ha capacità di andare a fare mercato prendendo certi talenti quando ancora non sono definiti così. Ricordo un paio d'anni fa Spinazzola che veniva preso a parolacce, oppure Di Lorenzo che era in Serie C. Ci vogliono competenza e coraggio, prendendo chi ha qualità anche se è in una categoria minore. Abbiamo vinto un Mondiale con tre-quattro giocatori che fino ai 21-22 anni avevano giocato solo in C. Abbiamo perso questa voglia... Siamo diventati esterofili, con la scusa del 'non si è adattato'. Non si cercano le condizioni per crescere ma solo scuse per tirarsi fuori dalle situazioni".

Da dove deve ripartire Pirlo?
"Dopo che hai allenato la Juve devi per forza ricominciare dalla Serie A. Fossi in lui ci proverei dalla B, ma calarsi in quella logica dopo essere stato alla Juventus è difficile. Non scordiamoci però che i grandi calciatori diventati grandi allenatori l'hanno fatto solo dopo un minimo di gavetta. A volte si fanno scelte più per la scenografia che per la sostanza. A vedere i numeri ha comunque vinto due competizioni, non esce perdente. Il punto è che stavano per uscire dalle posizioni Champions nell'anno in cui pensavano di vincerlo. Anni fa il coraggio nasceva dalla competenza...".

Il girone C della prossima Serie C sembra avere un certo blasone.
"Già lo scorso non sembrava una C ma una Serie B2. La differenza la fa l'azienda che è capace di gestire bene anche il rapporto con la piazza: se tu non hai risorse per poter fare una squadra che vinca, non lo dire nemmeno. Purtroppo il calcio va a sparate di uno-due anni ed ecco che si assiste alle realtà di oggi. Mi auguro che stasera il Catania oltre a iscriversi faccia anche una squadra importante, perché certe società danno lustro a città e tifoserie storiche. Se però mancano i soldi ci vogliono coraggio e onestà di dire che la volontà è di programmare".

Messina ha due squadre.
"Avere una delle due che torni su sarebbe una cosa bella. Da Napoli in giù in generale avremmo bisogno di maggiori realtà".

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