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Salernitana, dubbi sul futuro societario: tre ipotesi e i motivi del ridimensionamento

di Luca Esposito
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© foto di Nicola Ianuale/TuttoSalernitana.com

In attesa che una retrocessione certa diventi aritmetica, in casa Salernitana sono tanti i dubbi che attanagliano i tifosi. Abbiamo rimarcato a più riprese quanto, in poco tempo, il presidente Danilo Iervolino abbia subito una sorta di metamorfosi sfociata in ridimensionamento che appariva evidente già dalla scorsa estate. "In pochi anni l'obiettivo è portare la Salernitana nella zona sinistra della classifica, a ridosso delle grandi e con il sogno europeo. Immaginiamo di diventare una sorta di modello per il Sud Italia seguendo le orme dell'Atalanta, con centro sportivo, marchio internazionale per lo stadio e famiglie sugli spalti" in estrema sintesi le promesse del patron che, raggiunte due spettacolari salvezze, aveva immaginato il terzo anno come quello dei grandi investimenti. Del resto stiamo parlando non solo di uno degli uomini più facoltosi e vincenti in Italia, ma anche di un presidente che - nell'estate del 2022 - metteva sul tavolo dell'Inter quasi 30 milioni di euro per provare ad acquistare Pinamonti e che investiva 30 milioni per una difesa di giovani di prospettiva, due dei quali colonne della nostra nazionale under21.

E' un mistero cosa sia successo in questo periodo per determinare un calo d'entusiasmo dopo aver instaurato un rapporto strepitoso con la piazza. La questione stadio-politica? I suoi predecessori hanno fatto, storicamente, i conti con le medesime problematiche e Iervolino sapeva benissimo che il Governatore De Luca fosse contrario alla concessione dell'Arechi a tempo indeterminato. Così come era a conoscenza che ci fosse una carenza cronica di infrastrutture e che la curva Nord fosse tristemente chiusa al pubblico dal 2003. "Intenzioni tutte buone, non si spiega la fretta di voler fare tutto e subito. Sarebbe stato meglio consolidarsi in A e acquisire più "potere" per fare eventualmente battaglie di questo genere" il parere del notaio Restaino che sta seguendo le vicende societarie passo passo per rispondere ai tanti interrogativi di una tifoseria spaesata, incredula.

"Resto solo se i tifosi saranno dalla mia parte" ha ribadito più volte il patron, eppure proprio il pubblico è quello che non ha mai tradito le attese. 1300 persone a Bologna nel giorno di Pasquetta al netto della retrocessione, nessuna contestazione, nessun coro ostile, nessuna presa di posizione dopo una stagione da numeri negativi che fanno rabbrividire. Solo post Bologna, a dicembre, ci fu l'esposizione di qualche striscione che fece storcere il naso alla proprietà e a un presidente abituato, fino a quel momento, ad essere considerato "il più amato della storia". Oggi, invece, le cronache narrano di striscioni nel cuore della città segnalati alla Digos e rimossi pur senza alcun contenuto esplicito nei confronti della società, di un no al confronto con la curva e con gli esponenti del Centro di Coordinamento, di un club che non deve dilapidare il vantaggio temporale che può servire a programmare una stagione ambiziosa in B.

Quali sono gli scenari? La società non è in vendita ma non è incedibile. Arrivasse una proposta seria, Iervolino la valuterebbe. Troppa l'amarezza per una stagione così negativa, contraddistinta da allenatori esonerati, due sessioni di mercato sbagliate, qualche attacco social e il caso Dia che ha comportato multe, litigi e denuncia al Collegio Arbitrale. Ad ogni modo, ad ora, si sarebbero avvicinati al club personaggi che, per conto terzi, avrebbero chiesto informazioni senza mettere sul tavolo proposte concrete. Si parla di un paio di imprenditori della provincia di Salerno con interessi nel campo alimentare e, in passato, impegnati in ambito politico. C'è poi l'ipotesi di un paio di fondi (uno spagnolo, uno americano) che non avrebbero però trasformato la chiacchierata informale in una trattativa vera e propria pur valutando la possibilità di studiare i bilanci.

E se nessuno si fa avanti che succede? Iervolino, anzitutto, ha già ricapitalizzato qualche settimana fa sborsando 10 milioni di euro e altri 15 dovrebbero essere spesi a giugno. Superato, dunque, l'ostacolo indice di liquidità. Restasse, si potrebbe immaginare una stagione d'assestamento utile a far quadrare i conti, a liberarsi di innumerevoli ingaggi pesanti e a dialogare con pubblico e istituzioni al fine di ristabilire un clima di collaborazione. Sarebbe una Salernitana di giovani, con qualche elemento di categoria e 2-3 riconfermati al massimo. C'è, infine, la possibilità che Iervolino (vincente in tutti gli ambiti professionali e uomo di successo) trasformi rabbia e amarezza in orgoglio e decida di riscattare da subito un'annata fallimentare allestendo un organico in grado di risalire subito. Proprio per questo si dovrebbe accelerare per il nuovo direttore sportivo: il ritiro di Rivisondoli è lontano appena 80 giorni, il tempo vola e c'è da avviare il dialogo con 15-20 elementi in esubero, costosi e che certo non hanno una fila di estimatori dietro la porta. Trascinarsi così fino a giugno non aiuterebbe nessuno. E intanto la tifoseria organizzata potrebbe proporre un incontro pubblico per capire quale posizione assumere.

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Martedì 30 Aprile 2024
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