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Roma, De Rossi: "Il Brighton non è solo De Zerbi. Soddisfatto del mio percorso"

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di Dario Marchetti
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12.50 - Daniele De Rossi parla alla vigilia della sfida d'Europa League contro il Brighton. Queste le sue parole in conferenza stampa:

13 - Inizia la conferenza stampa.

Qual è il tuo rapporto con De Zerbi e il tuo pensiero sul Brighton?
"Ho un ottimo rapporto con De Zerbi sin da quando ero calciatore dopo le partite e lui muoveva i primi passi da allenatore. Dopo la gara parlavamo ed esprimevo la mia ammirazione nei suoi confronti per il gioco che proponeva a Benevento, a Palermo e parlavamo del suo presente e di quello che sarebbe stato il mio futuro. Ha delle idee brillanti ed è un allenatore diverso. Hanno anche ottimi calciatori e ne hanno acquistati tanti bravi mi aspetto una patita complicata e difficile”.

Un altro pienone dell'Olimpico, quanta carica vi dà?
"Ripeto un po' quello che ha detto Mancini. L'unione delle due cose sarà importante. Penso che per qualsiasi calciatore è molto bello giocare qui, ma penso che anche loro sono abituati a giocare in stadi pieni in Premier, ma credo che qui il calore sarà un po' più alto".

Che partita si immagina domani? Quanto vale il nono posto in Premier del Brighton rispetto alla Serie A?
"Non è facile fare un paragone. Sicuramente sono un club emergente, non ha la storia decennale. Credo che Roberto stia dando un qualcosa di riconoscibile nel mondo, un marchio che si porta dietro. Da noi quarto è il Bologna e Roberto ha portato qualcosa di simile al Sassuolo. Penso che sia una cosa simile, ma ripetibile sono se hai un allenatore con grandi idee o una società che può comprare calciatori giovani. A tre o a quattro? Non te lo dico".

Domani la Roma dovrà essere più istintiva o riflessiva?
"Tu fai distinzione tra istinto e ragione con squadra difensiva o offensiva. Non ne faccio una correlazione diretta io. Penso che la Roma è una grande squadra che deve rispettare il Brighton e come gioca, ma noi siamo la Roma. Penso che sarà una grande partita. La prima cosa che dobbiamo sapere che il Brighton mette a giocare nella propria metà campo il Manchester City, il Chelsea, il Liverpool, l'Arsenal. A volte prende delle imbarcate. Ci saranno varie partite all'interno della partita. Noi dovremmo essere bravi a giocarle e a vincerle entrambe. Dovremmo essere bravi quando avremo palla, e spero il più possibile, sia quando, di fronte a una squadra che lo fa benissimo e lo fa contro giocatori molto forte".

La questione del ranking è una motivazione extra? Ne parlate tra di voi?
"Noi giochiamo per vincere e passare il turno, magari diamo un occhio diverso alle connazionali per avere il quinto posto. Poi bisogna arrivarci quarti o quinti, ma ci guardiamo il giusto. È un po' come la storiella del 'se vi comportate bene, a Natale vi faccio un bel regalo'. Guardiamo quest'aspetto come qualcosa in più, noi andiamo sempre in campo per vincere".

Qual è il suo bilancio personale provvisorio?
"Mancano i tre punti con l'Inter, poi sarebbe stato tutto perfetto (ride, ndr). Non abbiamo fatto niente, ma sono soddisfatto. In questa città i giudizi cambiano velocemente per questo cerco di tenere i ragazzi con la testa dentro Trigoria e fuori da social e giornali. Sono contento per quello che ho creato con loro, non è automatico. Mancini dice che stanno capendo quello che gli chiedo, ma non è soltanto capire, ma è crederci. Non voglio cose speciali, ma loro credono ciecamente in quello che dico e faccio".

Le alternanze sulle fasce sono continue. Necessità o scelta tattica?
"Oggi valuteremo Karsdorp, vediamo come si sentirà. I due terzini sinistri mi fanno impazzire, mi piacciono molto perché sono diversi tra di loro e hanno caratteristiche ottime. A volte scelgo chi è più in forma, a volte in base all'avversario, non c'è una strategia prestabilita. So di poter contare su entrambi e li valuto allenamento dopo allenamento".

Bove può essere sfruttato in altro modo?
"Prima di Monza leggeva che con Mourinho aveva una media alta di presenze, ma con me non ci sono grosse differenze. Nella mia prima partita è stato il migliore in campo, magari sta trovando meno spazio dall'inizio perché ha di fronte giocatore che stanno dando il massimo. Non lo vedo sulla fascia, ma più che altro da mediano davanti alla difesa. Tecnicamente è uno forte, anche più rispetto a come lo si valuta dall'esterno. Deve mettere la sua tecnica all'interno della partita e questa è una cosa che ci arrivi col tempo. Ho iniziato io da pensatore e ho iniziato da centrocampista box-to-box. Ci si arriva col tempo. Come essere umano è il ragazzo da far sposare alle nostre figlie. Non potrei essere più contento di lui. Penso che come percorso, ci sia di essere la prima riserva a centrocampo, non è da vergognarsi. Le cose che gli chiedo di cambiare c'è questo suo bisogno di migliorare alcune cose. Quando entra dà sempre il fritto.Lui deve avere questa testa, è un professionista e un giocatore magnifico. Ci conto alla grande e non più tardi di due settimane fa giocava benissimo e da titolare a Rotterdam".

Quanto pesa il fattore esperienza, maggiore nella Roma rispetto al Brighton? Quanta differenza tra Serie A e Premier?
"Dovrei conoscere più a fondo la Premier per rispondere con esattezza. L'Italia si sta rilanciando dopo un periodo in cui il campionato inglese sembrava irraggiungibile come valore. Poi quando una squadra non è tanto abituata a giocare in certi palcoscenici può essere un contraccolpo. Ma quando succede ti aggrappi al calcio, alla struttura di squadra che ti dice dove muoverti. Loro lo sanno fare bene, e quel piccolo gap rispetto ai nostri lo colmeranno con la conoscenza. Serve forza ed esperienza da parte nostra, ma non dobbiamo aspettarci che loro si mettano paura dello stadio e allora vinciamo facilmente. Sarà una gara dura".

Il tuo destino calcistico è incrociato con la Champions League?
"L'ultima partita di Champions League come Roma c'ero io in campo e a me sembra di aver smesso da 20 anni. Da quel giorno la Roma non ha fatto una partita in Champions ed è inaccettabile, perché la Roma deve stare a quei livelli, nonostante a come società la Roma stia meglio ora, di quando ho smesso. Al di là dei nomi, degli ingaggi, la Roma deve stare lì e fare le stagioni che ha sempre fatto, arrivare agli ottavi, i quarti, una volta siamo arrivati anche non troppo lontani dalla finale, però il mio destino non è incrociato in questa maniera. I calciatori possono lottare per la Champions League con qualsiasi allenatore. Il loro valore è di una squadra che non può arrivare sotto il quarto posto nel campionato italiano".

13.45 - Termina la conferenza stampa.

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