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Parma, D'Aversa: "La salvezza un obiettivo enorme, mi sono commosso"

di Tommaso Bonan
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

"La commozione c'è stata perché c'era mio figlio in tribuna e vedendolo piangere mi sono commosso". Ospite di Radio Anch'io Sport su Radio Rai 1, il tecnico del Parma Roberto D'Aversa parla della salvezza colta ieri contro la Fiorentina nella gara decisiva vinta al Tardini: "La soddisfazione per aver raggiunto un obiettivo è enorme, non abbiamo mai lottato nelle zone basse ma purtroppo nel finale ci siamo ritrovati a soffrire. Nel calcio di scontato però non c'è nulla".

Si aspettava di raggiungere l'obiettivo con meno sofferenza? "Ci sono state delle partite che hanno alzato la media salvezza, come le sconfitte del Napoli con l’Empoli e della Juventus contro la SPAL. Queste partite hanno alzato la quota salvezza, l’anno scorso con 36 punti ci si salvava, e purtroppo ad oggi con 40 qualcuno non è ancora sicuro di salvarsi. È chiaro che se squadre hanno impegni più importanti, dopo aver raggiunto un obiettivo e con l’esigenza di recuperarne un altro, è fisiologico dare più importanza all’altro impegno, non è una cosa voluta. Credo che le statistiche vadano considerate ma spesso e volentieri cambiano, bisogna ragionare sul presente".

Il Parma è la migliore delle neopromosse. Quando ha capito che potevate salvarvi? "Il successo contro l'Inter ci ha dato sprint e gratificazione, ma la gara casalinga contro la Juve credo ci abbia dato altrettanto. Abbiamo perso, ma di misura, giocando alla pari contro una delle squadre più forti. Ci è servito per costruirci la nostra salvezza. Quest'anno abbiamo avuto qualche limite tecnico è vero ma lo spessore del gruppo e la compattezza hanno fatto la differenza".

Cosa è successo nella seconda parte di stagione al Parma. Magari un calo di Gervinho? "Credo che il nostro campionato vada suddiviso nel girone di andata e nel ritorno: in quello d'andata abbiamo fatto qualche di incredibile e il successo di Udine ci ha fatto mollare incosciamente. Poi ci sono state anche delle dinamiche in cui abbiamo perso giocatori importanti, penso ad Alberto Grassi, che ieri è tornato. Anche Gervinho e Inglese non sempre li ho avuti, la rosa non era numericamente completa e perdere giocatori di questo livello poi pesa, anche se non ci siamo mai attaccati agli infortuni. Cercheremo anche di migliorare sotto quest'aspetto, magari alcuni infortuni possono essere preventivati. Dopo un girone di andata in quel modo non dovevamo arrivare in quel modo alla penultima".

Che soluzioni potremmo trovare per garantire un equilibrio di motivazioni nelle ultime giornate? Magari i playoff? "La mia non voleva essere una polemica, è chiaro che ragionando su una quota salvezza le motivazioni vanno ad incidere. Giocare dopo o prima non so se sia un vantaggio, dipende dal risultato dell'avversario. Giocare tutti allo stesso orario di sicuro porta meno influenze, è anche giusto credo nell'ultima parte di campionato. I playoff ovviamente sarebbero un'altra spinta a giocare al massimo fino in fondo, ma è un problema più culturale che altro".

Cosa manca per poter dire che D'Aversa sarà ancora alla guida del Parma l'anno prossimo? "Non abbiamo ancora parlato di nulla, giustamente. Il problema non me lo sono posto, ho un altro anno di contratto e insieme alla nuova società abbiamo fatto un percorso straordinario. Credo che bisogna fare una programmazione con la società, che dovrà proporre un progetto di miglioramento ed essere convinta di andare avanti con l'allenatore. Parma è una piazza importante che merita un miglioramento, tutti siamo ambiziosi, quindi non credo che ci saranno problemi".

Cosa ne pensa del secondo anno di applicazione del VAR? "La tecnologia ha aiutato e limitato gli errori, quello che va migliorato è il fallo di mano, c'è troppa soggettività ma non dipende dagli arbitri ma da chi fa le regole e da le direttive. Non tutti la pensano alla stessa maniera e magari non si accetta la decisione per questo. La chiamata a gettone? L'NBA può insegnare".

La prossima giornata sarete all'Olimpico contro la Roma, che sensazioni le ha dato l'affaire De Rossi? "Dispiace vedere per come è andata finita la sua storia, lui come Totti e Del Piero sono giocatori che hanno dato tutto per la propria società. Sono uno di quei giocatori che hanno fatto la differenza non tanto per le qualità tecniche ma per lo spessore caratteriale".

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