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Ludogorets, la squadra che tutti i bulgari odiano: tra arbitri cordiali e giornalisti licenziati

di Andrea Losapio
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Parlando con un tifoso bulgaro, ovviamente non del Ludogorets, avrete tutti la stessa risposta. "Noi odiamo il Ludogorets, speriamo che l'Inter vinca 10-0". Otto volte campioni di Bulgaria consecutivamente, la storia è della Cenerentola che viene invitata al grande ballo, diventa principessa e sbrana tutta quanta la concorrenza, nel più classico dei "mangino brioche" di antonettiana memoria.

RAZGRAD - È un paesino di 30 mila abitanti, con un centro sportivo avveniristico - per quanto possa essere in Bulgaria - e uno stadio molto bello, da 10500 posti a sedere. Il club non è mai stato nella massima serie bulgara quindi, come tutte le outsider in qualsiasi paese del mondo, all'inizio era visto come la salvezza, come una ventata di novità. O meglio, un diversivo rispetto all'eterno braccio di ferro fra il CSKA e il Levski, entrambi club della capitale. Il 99% dei tifosi sostenevano queste due squadre e avere un terzo incomodo poteva essere salvifico, per evitare che gli eterni rivali vincessero sempre. Almeno finché il Ludogorets non si è allargato ed è diventato cannibale, appunto.

AD PERSONAM - Kiril Domuschiev ha preso il comando del Ludogorets nel 2011 - "con 25 mila euro" in terza divisione e "250 mila" in seconda, come ha spiegato qualche tempo addietro in un'intervista ad AS - e da lì il club non si è più fermato. La seconda serie del calcio bulgaro 2010-11 è stata vinta agilmente, almeno per quanto riguarda gli annali. Invece ci sono stati grossi stravolgimenti e l'opinione pubblica aveva già subodorato che ci potesse essere qualche problema: questo perché alcune squadre si sono ritirate a campionato in corso e alcune regole sono state stravolte, così come la classifica. A un certo punto il Ludogorets era quinto ed è passato in vetta, perché non sono state contate alcune gare che, almeno da regolamento, andavano conteggiate: come se il Parma di qualche anno fa, in A, avesse chiuso i battenti e al posto di perdere tutte le partite successive a tavolino, avessero tolto anche agli altri punti in caso li avessero battuti. Un meccanismo che è sembrato fatto su misura, insomma.

UN RECORD DA BATTERE - Così Domuschiev è arrivato nella top flight come l'outsider di lusso. E lo è diventato vincendo subito il primo campionato, comprando giocatori di altissimo livello per un calcio relativamente povero come quello bulgaro. Il record è quello del CSKA Sofia: 9 scudetti di fila, negli anni 50. Il Ludogorets è a otto, ora a più sette dalle inseguitrici, probabilmente andrà a pareggiare la storia e, altrettanto probabilmente, vincerà anche il decimo.

IL CASO MINYOR PERNIK - Nel 2012 il Ludogorets ha vinto il campionato all'ultima giornata, ma prima di quel duello con il CSKA (1-0 il finale) il Ludogorets doveva affrontare una partita difficile contro il Minyor Pernik, club di una città di 110 mila abitanti nei sobborghi di Sofia. Un campo complicato dove andare a giocare. I verdi di Bulgaria però vinsero 0-7 contro una selezione di giovani, nessuno sopra i 17 anni, a causa di una protesta contro gli arbitri. Un motivo tutt'altro che chiaro, anche perché fu un caso più unico che raro, tanto che poi giocarono contro il CSKA e vinsero 2-0. Nel 2013 il Levski era arrivato a tre punti dalla vittoria del campionato, bastava una vittoria contro lo Slavia, già tranquillo nella sua posizione e senza assilli di classifica. Finì 1-1 e voci parlavano di un premio a vincere garantito da Domuschiev. Ma nei primi due-tre anni per i bulgari era ok, proprio per evitare il duopolio Levski-CSKA.

ARBITRI ACCONDISCENDENTI - In Bulgaria sono convinti anche che i direttori di gioco, nel dubbio, decidano a favore del Ludogorets, ammesso e non concesso che comunque non sia il primo motivo. Nella foto c'è un intervento di Cosmin Moti, ex Siena, per cui non è stato nemmeno mostrato il cartellino. Domuschiev è molto vicino al governo bulgaro, è un momento della football executive commitee, la sua compagnia detiene i diritti televisivi e ora ha comprato una tv. Il calcio, di fatto, è nelle sue mani. L'arbitro di Roma-Gent, Kabakov, è il primo bulgaro dopo molti anni ad arrivare in Europa e Champions League, perché per molti anni non sono stati presi in considerazione alcuni profili. Kabakov è stato criticato duramente dal Ludogorets dopo il pareggio contro il Cherno More, a dicembre, tanto che alcuni esponenti del club hanno spiegato come sia "il peggiore arbitro mai visto".

TATTICA INTERNA - Se c'è un giocatore che sta crescendo e fa la differenza, il Ludogorets lo compra. E spesso non vengono presi per giocare, bensì per toglierli dalla circolazione e far crescere gli avversari. Ovviamente gli stipendi sono molto più alti rispetto agli altri club bulgari. E poi c'è la questione televisiva: nella sfida contro il Lokomotiv Plovdiv, il giornalista Ilian Enev ha ammesso in televisione come ci fosse un rigore chiaro e che l'arbitro aveva sbagliato. Due settimane dopo, per decisione interna, è stato accompagnato alla porta.

IL GIORNALISTA OLIGOFRENICO - Il rapporto con la stampa è ben inquadrato in un dialogo, a telecamere accese, con Dimitar Taser di BTV, in occasione dell'inaugurazione della tribuna Cosmin Moti (proprio l'ex Siena, che gioca ancora lì). La domanda era, più o meno, "come ci si sente a sapere che il Ludogorets sta celebrando il suo settantesimo anniversario, aprendo una nuova tribuna e diventando campione, ma con lo stadio non pieno?". La risposta, stizzita, è stata: "Sei oligofrenico? Se vuoi ti mostro un biglietto, non c'era posto per tutti". Questo sfogo ha causato un'ondata di reazioni rabbiose su Facebook, dove in molti hanno scritto "Sono oligofrenico" per supportare Tasev. Poi Domuschiev ha pubblicato una lettera di scuse sul sito del Ludogorets. All'evento erano presenti anche il primo ministro Boyko Borisov e Vladislav Gravanov, ministro delle finanze, volando su un elicottero militare. Il fatto, risalente al 2015, è avvenuto dopo Ludogorets-Lokomotiv Sofia, vinto 4-1 dai padroni di casa, vincendo il quarto titolo consecutivo.

IL RAPPORTO CON GORANOV - Già citato precedentemente, è molto amico di Domuschiev. È stato paparazzato in una partita di calcetto con la maglietta del Ludogorets, e fin qui nulla di male. Però per sei anni ha vissuto gratuitamente in un appartamento lussuoso dell'Este Home & Spa dei fratelli Cyril e Georgi Domuschiev. Nessuna istituzione lo ha notato e verificato adeguatamente l'esistenza di un conflitto di interessi. Nella sua dichiarazione di proprietà del 2017 Goranov ha detto di avere affittato un appartamento di 180 metri quadri gratuitamente dal 2012. Però ha anche riferito all'Assemblea Nazionale che l'appartamento non fosse di proprietà dei fratelli Domuschiev, ma del suo figlioccio. Una situazione non del tutto chiara, ancora.

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