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Le grandi trattative della SPAL - 1959, l'arrivo di Massei riscrive la storia biancazzurra

di Davide Soattin
Fonte: Inviato a Ferrara
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Il più forte giocatore nella storia ultracentenaria della SPAL. Bastano queste pochissime parole per descrivere cosa abbia realmente rappresentato e cosa tutt’oggi rappresenti Oscar Massei per la maglia biancazzurra, da lui indossata tra il 1959 e il 1968, per un totale di 244 partite e 52 reti tra Serie A e Serie B nel ruolo di mezzala, dipingendo immagini di un calcio vecchio stampo che ancora oggi vengono custodite con gelosia e affetto nel cuore dei tifosi ferraresi.

Massei nasce il 29 settembre 1934 a Pergamino, in Argentina, e muove i primi passi da calciatore nelle giovanili del Centro Cultural Alverdi, passando poi a difendere i colori del Rosario Central, salvato nel 1955 dalla retrocessione anche grazie ai suoi 21 gol, che gli valsero il titolo di capocannoniere, ma soprattutto un fondamentale trampolino di lancio per l’Europa e l’approdo in quell’Italia ormai prossima a vivere lo splendore del boom economico di quegli anni.

Nel novembre del 1955 infatti, con lo spirito di un ventenne catapultato in un mondo totalmente nuovo, Massei viene ingaggiato dalla prima Inter di Angelo Moratti, con cui gioca 54 partite e mette a segno 19 reti, riuscendo a guadagnarsi anche la convocazione con la casacca della Nazionale azzurra, visto lo status di oriundo dovuto alle origini italiane della sua famiglia e le sue grandi doti tecniche di realizzatore.

Ma la sua esperienza nerazzurra non fu tutta rose e fiori, tant’è che nel corso di una gara contro la Roma, in un contrasto di gioco con il difensore romanista Giosuè Stucchi, Massei si infortunò in maniera abbastanza grave al ginocchio, fratturandosi i crociati e venendo costretto a una lunga assenza, fino al punto di essere ceduto in prestito alla Triestina nel 1958, dove però giocò solamente un anno per poi passare alla SPAL del presidentissimo Paolo Mazza, che lo volle fortemente nell’estate del 1959: fu la sua fortuna.

A Ferrara infatti, aiutato dalla spinta e dall’influsso positivo dell’ambiente estense, Massei riuscì a ritrovare le condizioni fisiche e psicologiche necessarie per poter recuperare il tempo perduto, trasformandosi da giocatore ferito per un infortunio che gli avrebbe potuto compromettere in modo serio la carriera a vera e propria bandiera della formazione biancazzurra, con cui nella stagione 1959-1960 conquistò il miglior posizionamento nella storia della SPAL, vale a dire il quinto posto assoluto in classifica in Serie A.

Alla corte di Mazza, che a quell’epoca recitava il ruolo di indiscusso protagonista sulla scena del calcio italiano, oltre a disputare nove campionati ad alti livelli, il fantasista argentino si guadagnò la fascia da capitano e diventò quello che Rivera, Mazzola e Bulgarelli sarebbero stati per Milan, Inter e Bologna. Inoltre, sotto la sua ala protettrice, Massei contribuì a formare tecnicamente e moralmente giocatori come Reja, Capello, Pasetti e Delneri, tutti ragazzi che anni più tardi avrebbero fatto la storia del calcio nazionale e internazionale.

La mezzala argentina si ritirò dal calcio giocato nel corso della stagione 1967-1968 - quella che per intenderci fu l’ultima della SPAL in Serie A prima del ritorno nel 2017 - a causa di una labirintite che lo colpì e non gli permise più di giocare sugli stessi livelli degli anni passati. Nonostante ciò, il giocatore sudamericano detiene ancora oggi il record di presenze (210 al pari di Aulo Gelio Lucchi), reti segnate (47 in 8 stagioni) e rigori realizzati (14) con la maglia biancazzurra in massima serie.

In una recente intervista rilasciata al collega Mauro Malaguti per il libro Romanzo SPAL, lo stesso Massei ha raccontato così quegli anni vissuti con la maglia della SPAL, sottolineando l’affetto che gli viene manifestato ogni volta che torna a Ferrara: “Quando è arrivata la richiesta della SPAL mi è sembrato subito di poter iniziare un’avventura meravigliosa. Ho trascorso nove anni, nove stagioni indimenticabili, con risultati sportivi alterni, ma certamente nessuno mi può togliere la soddisfazione di aver rinunciato a diverse richieste da società che vanno per la maggiore. Per me, dal lato sportivo, la SPAL fa parte della famiglia. Ogni volta che mi presento a Ferrara o allo stadio sento ancora il calore e l’amicizia che gli sportivi mi regalano. Questo mi riempie di orgoglio e gratitudine. Di ciò ringrazio Dio e i ferraresi di tutto cuore”.

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Martedì 7 Maggio 2024
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