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Le grandi trattative dell’Inter - 1996, Djorkaeff: il serpente intollerante alla Juve

di Alessandro Rimi
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Figlio di Lione, capocannoniere della Ligue 1 con il Monaco di Wenger, protagonista della prima Coppa delle Coppe ottenuta con la maglia del PSG, ragione per cui il presidente Massimo Moratti era spesso in visita a Parigi. Tant’è che di lì a poco, nell’estate del 1996, il numero uno dell’Inter formulò un’offerta di 7 miliardi e mezzo per prendersi Youri Djorkaeff e portarlo alla corte di Hodgson al quale, Moratti, regalò pure Sforza, Winter e Zamorano. Da sette anni, dal titolo dei record, non si vince lo scudetto. Da tre, manca addirittura il podio. Ci riescono Juventus, Milan, Napoli e la fortissima Samp di Vialli e Mancini. Ma l’Inter no. Fa incetta di Coppa Uefa, vince pure la Supercoppa italiana.

Lo scudetto, d’altra parte, resta lontanissimo. Prendere uno come il fantasista francese, ossessionato dal voler superare il padre Jean, è un messaggio di attacco al potere. Djorkaeff è un centrocampista dinamico, splendente con i piedi, ipertecnico nelle acrobazie, velenoso nell’attacco agli ultimi 30 metri. Il serpente, per l’appunto, è il suo nickname. Nel gennaio del 1997, prima gara dell’anno a San Siro contro la Roma, strega il mondo con una rovesciata per la quale avversari, arbitro e tifosi chiederanno in loop la sua maglia. Tra i top tre centri della sua carriera. A giugno ne avrà 17 in tutte le competizioni. Nessuno al Parma (2°) e alla Juventus campione d’Italia. Superiore, ma non più così tanto.

Peccato per la “solita” Coppa Uefa, persa in finale contro lo Schalke: ai rigori Winter manda tutto all’aria. L’anno dopo il tecnico è Gigi Simoni, i nuovi acquisti si chiamano Simeone, Moriero, Recoba e Ronaldo. Il campione è ancora la Juve, nonostante la rete decisiva di Yuri nello scontro diretto a San Siro. Al ritorno a Torino è ko. Questa volta però il cammino in Europa è devastante: 3-0 alla Lazio in finale ed è la terza Coppa Uefa in sette anni. Djorkaeff diventa campione del mondo e ce lo ricordiamo bene perché l’avversaria vestiva azzurro. Poi una terza e ultima stagione che ricorderà molto poco volentieri. La scelta dello “juventino” Marcello Lippi come nuovo allenatore dell’Inter, al serpente non piace per niente. Lascia i nerazzurri per la Germania, ma non la lascerà mai davvero.

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