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La Lazio dice addio alla Champions League: derby alla Roma, decidono Mkhitaryan e Pedro

di Pierpaolo Matrone
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La Roma finalmente batte una big e ci riesce proprio nel derby contro la Lazio. E si toglie anche la soddisfazione di causare l'aritmetica estromissione dalla prossima edizione della Champions League per i cugini, ora molto lontani dal quarto posto. In un Olimpico ovviamente vuoto a fine partita scoppia la festa giallorossa, ad un passo dal piazzamento in Conference League. Una bella soddisfazione per Paulo Fonseca dopo un'annata tutt'altro che semplice, un dolore forte per i biancocelesti che escono da questa gara sicuramente ridimensionati.

Le scelte di Fonseca. In casa Roma confermato il 4-2-3-1 delle ultime partite. Per la quarta partita di fila in porta c'è Fuzato, che vince il ballottaggio con Mirante, anche un po' a sorpresa. Per il resto non ci sono grosse novità. In mediana accanto a Cristante spazio ancora al giovane Darboe, a cui viene confermata fiducia anche in un big match. El Shaarawy sulla trequarti la spunta su Pedro e affianca Pellegrini e Mkhitaryan. In attacco Fonseca preferisce Dzeko a Mayoral.

Le scelte di Inzaghi. Dopo il turnover contro il Parma, nel derby Simone Inzaghi torna ad affidarsi ai titolatissimi, eccezion fatta per l'attacco che è in emergenza: Caicedo e Correa infatti non sono al meglio, risentono del riacutizzarsi di alcuni fastidi muscolari, per questo accanto a Immobile c'è Muriqi. A centrocampo Milinkovic-Savic recupera e gioca subito, andando in campo con la speciale mascherina protettiva al naso dopo l’operazione di domenica scorsa. Per il resto solo conferme: Lazzari e Lulic sulle fasce, Marusic ancora da terzo centrale di difesa con Acerbi e Radu.

Ritmi iniziali blandi. Nessuno rischia, nessuno si scopre. Il derby comincia a ritmi bassi, con una lunga fase d'attesa contraddistinta da giropalla lenti e poco attacco alla profondità, sia da un lato che dall'altro. Roma-Lazio è una partita a scacchi, ad ogni mossa di un allenatore corrisponde una contromossa dell'omologo. Non ne beneficia lo spettacolo, tant'è che per oltre la metà del primo tempo non arriva neanche un tiro in porta. Ma poi la gara si scalda e la prima frazione si chiude coi giallorossi in vantaggio grazie alla rete di Henrik Mkhitaryan.

27' per la prima occasione. Per vedere la prima vera palla gol della partita bisogna attendere il minuto 27, quando Milinkovic-Savic recupera palla in attacco su Ibanez e apparecchia per Luis Alberto: serve una super-parata di Fuzato per evitare l'1-0 della Lazio. La risposta giallorossa arriva due minuti dopo, con un colpo di testa di Dzeko uscito non di molto, ma controllato da Reina.

Dzeko per Mkhitaryan, che gol! Dopo una rete annullata a Muriqi per fuorigioco e un infortunio che ha costretto Ibanez a terminare anzitempo il suo derby, la partita si sblocca a tre minuti dalla fine del primo tempo. Sul tabellino ci finisce Henrik Mkhitaryan, ma il gol è tutto di Edin Dzeko. El Shaarawy lo lancia nello spazio, sulla sinistra, e il bosniaco con un gran dribbling va via ad Acerbi e confeziona un cioccolatino che l'ex Arsenal scarta spingendo in rete, facile facile. Al 43' giallorossi avanti, il secondo tempo ricomincia dall'1-0.

A senso unico. Come nel primo tempo, anche la seconda frazione di gioco comincia con il freno a mano tirato. Ma a tenere il pallino del gioco resta la Roma, che praticamente domina per tutto il tempo. Eccezion fatta per un colpo di tacco di Immobile respinto alla grande da Fuzato (ma l'attaccante di Torre Annunziata era comunque in fuorigioco), il secondo tempo è quasi per intero di marca giallorossa. Cristante va vicino al gol con un controllo e tiro a volo dall'interno dell'area, poco dopo si rende pericoloso Dzeko.

La chiude Pedro. A meno di un quarto d'ora dalla fine è Pedro a mettere in ghiaccio il risultato con una rete bellissima. L'ex Chelsea va a conquistare il pallone, dribbla Milinkovic-Savic, tiene botta nel duello fisico, si sposta il pallone sul sinistro e trova l'angolino, senza dare scampo a Reina. A rendere ancora più sicura la Roma è l'espulsione di Acerbi, pochi minuti dopo, per somma di ammonizioni. Non succede quasi più nulla, si aspetta solo il triplice fischio. E, quando arriva, la Roma fa festa.

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