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La bella Lazio vince e soffre: il 4-3 col Genoa è la partita manifesto della banda Inzaghi

di Riccardo Caponetti
Fonte: Dall'inviato allo Stadio Olimpico, Roma
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© foto di Image Sport

Chi negli ultimi anni è passato spesso all'Olimpico, non sarà rimasto sorpreso dal 4-3 della Lazio sul Genoa. Una vittoria manifesto della banda di Simone Inzaghi, con i suoi pregi e i suoi soliti difetti. Nel bene e nel male, la squadra biancoceleste si diverte e fa divertire. Durante il resto di questo campionato però più volte è sembrata contratta, prevedibile e addirittura in alcune partite dava l'impressione di non essere mai pericolosa. Come se fosse finita la magia. Aveva perso il sorriso, che ha ritrovato negli ultimi tempi. Correa è di nuovo in palla (5 gol nelle ultime 4), Immobile ha ripreso a segnare a raffica (anche lui 5 reti nelle ultime 4, 24 in stagione) e il resto del gruppo sta accelerando verso un'unica direzione. Sembrava essere svanita l'idea di quella Lazio, invece eccola qui. Di nuovo, tangibile e visibile. I numeri lo testimoniano, con i 17 gol segnati nelle ultime 4 partite e una corsa Champions diventata più accesa che mai dopo i pareggi di ieri di Napoli e Atalanta.

Palla al piede, la Lazio dà l'impressione di poter sempre battere a rete: è il pregio più grande della creatura di Inzaghi. A fare da contraltare, però, le amnesie difensive che rendono la porta biancoceleste facile preda degli attacchi avversari. Per eccesso di sicurezza o per poca forza mentale, la Lazio spesso stacca la spina ed esce dalla partita. È accaduto ieri, è accaduto due settimane fa con il Benevento. E se Inzaghi non fa drammi ("in Serie A, contro squadre forti, può capitare"), Immobile è stato un po' più severo: "Non è una questione fisica, quanto un calo mentale che non deve più accadere". Come lo era stato Acerbi, ieri squalificato, dopo il blackout con il Benevento: "Non sono soddisfatto, non possiamo rischiare così tanto". Questa è una costante, oltre alla fragilità difensiva, che si è vista più volte negli anni scorsi. Su tutte, nella notte di Salisburgo nel 2018: dopo lo 0-1 di Immobile - che sembrava essere quello per la qualificazione - la Lazio subì 4 reti in 20 minuti, salutando le possibilità di accedere alla semifinale di Europa League, costruita all'andata con un prezioso 4-2. Perché la Lazio di Inzaghi è questa, altro che catenaccio e difesa a oltranza (come qualcuno sentenzia da anni). Basterà per la Champions?

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Lunedì 6 Maggio 2024
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