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#iorestoacasa - Le storie della buonanotte: Corea e Waka Waka. Hasan Sas, l'estate del pelato

di Marco Conterio
#iorestoacasa - Tuttomercatoweb.com propone ai suoi lettori delle storie di calcio per tenerci compagnia in queste giornate tra le mura domestiche
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La guida al Mondiale del 2002 di Repubbica raccontava la Turchia come un gruppo storico, voluto e a cui il commissario tecnico Senol Gunes aveva dato ampia fiducia. Solo che la stampa non lo gradiva e lo criticava aspramente, tanto da arrivare alla minaccia di dimissioni poco prima della kermesse in Giappone e Corea. Tutto rientrò e quella degli Ottomani fu la miglior campagna della storia ai Mondiali. Sconfitti in semifinale dal Brasile, che poi quel Mondiale lo vinceranno sotto le stelle di Yokohama, illuminato da quella splendente di Ronaldo. Due gol alla Germania, Klose e compagni kaput, delusioni e misteri francesi riscattati e la consacrazione definitiva del più grande centravanti del calcio moderno.

Il pelato di Adana La stessa guida al Mondiale mette in campo la probabile Turchia con il tre-cinque-due. Davanti c'è il trascinatore Hakan Sukur, che è la leggenda del calcio turco ma che al momento passeggia a Parma in Italia. Al suo fianco Yildiray Bastur che milita nel Lverkusen, dall'Italia ci sono anche Okan Buruk ed Emre Belozoglu, Inter, e Umit Davala, cresta e tanta corsa, ma poc'altro, Milan. Tra le stelle potenziali, di una nazionale ritenuta però modesta, c'è un pelato di Adana, Hasan Sas. Che nel campetto è disegnato interno ma che in verità era più ala o seconda punta.

Mente e finalizzatore Hasan Sas era la mente da corsa, di quella Turchia. E poi il ragazzo di Karatas aveva un nome troppo facile da ricordare. Esse-A-Esse. Poche volte, come nel suo caso, un Mondiale ha segnato una carriera a livello internazionale e l'ha definita. In Turchia sarà la leggenda del Galatasaray, con cui vincerà anche una Coppa Uefa e una Supercoppa, oltre a nove competizioni domestiche tra cui cinque campionati. Però fuori dai confini non sarà quella Uefa del 2000 a raccontarne la storia, ma il Mondiale di due anni più tardi.

Fenilpropanolamina Prima di quel Mondiale, Sas giocava con successo e successi all'Ankaragucu fino al '95 prima di andare al Galatasaray. Subito dopo la firma, però, risultò positivo alla Fenilpropanolamina, uno stimolante e decongestionante presente anche nei medicinali. Nessun segno di trasgressione ma le autorità furono intransigenti, squalificandolo per sei mesi. Frustrato, colpito, la carriera poteva spezzarsi sul nascere, dopo il passaggio. Lo rese più forte.

La campagna europea Hasan Sas divenne famoso in Champions per aver trascinato il Galatasaray a una rimonta contro il Real Madrid, da 0-2 a 3-2. Lui, Umit Davala e Jardel in gol, per una gara che è entrata nella storia dalle parti di Istanbul. Segnò pure contro il Milan e furono quelle partite a consolidarne il posto nella Nazionale di Gunes, il suo status da stella e da trascinatore di quella Turchia. Era pronto e carico per andare in Giappone e Corea. Il titolo col Gala, la campagna d'Europa. Tutto era apparecchiato perché Hasan Sas e la sua Turchia fossero una delle sorprese nel Mondiale che ha fatto infuriare e piangere l'Italia.

Subito il Brasile All'inizio del Mondiale, Hasan Sas scrive subito il suo nome tra le stelle. Palla in profondità e il pelato con l'undici è solo davanti a Marcos. La sfera gli cade sul sinistro, sul suo sinistro. Che esplode forte e trafigge il portiere brasiliano. I verdeoro vinceranno 2-1 e poi anche il Mondiale ma sarà l'inizio della stagione più bella per l'esterno turco. Il pareggio contro la Turchia mise la qualificazione in ballo, la vittoria per 3-0 contro una Cina da tregenda, vide Sas segnare e sfornare due assist per Kormaz e Umit Davala sotto il sole di Seoul.

Giappone, Senegal, Brasile Le tappe fino alla finale sono tre. Sarà quella per il terzo posto, poi, dove la Turchia vendicherà senza sorrisi e grazie l'Italia battendo la Corea del Sud di Ahn e adottiva per Byron Moreno. Agli ottavi, Umit Davala segna ed elimina gli altri padroni di casa del Giappone. Ai quarti c'è il Senegal, l'altra favola di quella kermesse. E' quello di Fadiga, di Bouba Diop, di Diouf. E' una squadra che è un'icona pop, musicale, platinata, africana nel senso più sensuale del termine. Dall'altra parte Inghilterra e Brasile, due delle favorite contro. Senegal e Turchia invece giocano una gara bella, sconclusionata, cento minuti dove Mansiz Ihan, che ha gli occhi da orientale, diventa l'eroe per una volta sola. Ma decisiva. La Turchia va in finale ma finisce i polmoni e le energie, la rivincita col Brasile è un'assalto all'arma bianca del portiere Rustu. E Ronaldo che col ciuffo e con la pelata dietro, con uno dei tagli più iconici e improbabili della parrucchieria e del pallone moderni, segna un capolavoro e va in finale.

Waka Waka Hasan Sas, il pelato, mancino devastante e carattere latino, comparirà nel celebre video Waka Waka di Shakira e in patria sarà un'icona. Vice-allenatore ora del Galatasaray, chiuderà in giallorosso la sua carriera rifiutando anche offerte milionarie dal Qatar e dall'Arabia Saudita. Smetterà nel 2009 e da lì proverà a fare il vice per due anni ma realizzerà di non esser portato per il ruolo. Dopo cinque anni di riflessione, ha ora ripreso il cammino al fianco di Fatih Terim.

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