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Inter, recuperare delusioni e punti persi. La sfida di Spalletti sul campo

di Alessandro Rimi
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© foto di Insidefoto/Image Sport

Condannata da un calcio di rigore. Così, a Reggio Emilia, l’Inter aprì la stagione della rinascita. Mercato da sette più, pre-season brillante, gruppo compatto e aspettative altissime. E invece, la truppa di Spalletti, col petto gonfio e la testa carica di sogni, alla prima di campionato prese uno schiaffo mica facile da metabolizzare. Non a caso il pari della settimana successiva contro il Toro. Netto successo a Bologna e poi altro crollo per mano, anzi per piede (sinistro) del nerazzurro Dimarco che, da casa sua, richiamò al Meazza un paio di spettri che sembravano ormai finiti nell’oblio. La prima musica della Champions, dopo sei anni e mezzo, segnò la svolta: otto vittorie in nove gare, macchiate - per così dire - solo dal ko del Nou Camp. Ruolino da urlo. Non fosse altro che l’Inter di spezzare con una dormita globale, ogni tanto, proprio non riesce a farne a meno. Ecco che a Bergamo, sul più bello, la squadra sembrò non scendere mai in campo. Handanovic ne incassò quattro e tutti a casa. Icardi e compagni delusero poi contro Tottenham, Roma, Juventus e PSV.

L’ultima di queste decretò l’eliminazione amara dalla Champions. Prestazioni spumeggianti che si alternano a passeggiate controvoglia. Spietatezza che si scontra con una versione della squadra improvvisamente innocua e mansueta. Implacabili bisogna esserlo fino all’ultimo secondo, solo così è possibile evitare pari come quello maturato al Bentegodi. Spalletti ci lavora dal primo giorno che ha messo piede ad Appiano. Là dove, in vista del match di Coppa Italia contro il Benevento a San Siro, la squadra si ritrova per andare a caccia del primo sorriso del 2019. Allenamento tutti i giorni (doppia seduta solo martedì) per un gruppo finalmente al completo (ok le caviglie di Miranda e Nainggolan). Il mercato non deve toccare neppure un attimo l’ambiente. Il tecnico toscano, in questo senso, è stato molto chiaro. A quello ci pensano Marotta e Ausilio. Chi ha giocato e reso meno, dovrà correre più degli altri. Dalbert, Gagliardini, Candreva, Nainggolan, Lautaro. L’elenco è fitto e assolutamente capace di dotare la squadra di armi ancora inespresse, nonostante nei primi cinque tornei d’Europa sia la seconda, dietro solo al Werder Brema, ad essere andata in gol con più elementi in rosa (20). Tra poco sarà ancora calcio giocato. Meglio (ri)partire forte rispetto a cinque mesi fa: gli effetti, sul lungo periodo, potrebbero risultare assai diversi.

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Martedì 7 Maggio 2024
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Lunedì 6 Maggio 2024
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