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I dieci anni di Percassi - Gli uomini mercato, da Zamagna alla coppia Marino-Sartori

di Andrea Losapio
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© foto di Federico De Luca

Dieci anni fa Antonio Percassi diventava per la seconda volta Presidente dell'Atalanta, in Serie B. Ora è ai quarti di finale di Champions League e TMW celebra le imprese e i protagonisti nerazzurre nel corso delle stagioni

Gli uomini mercato dell’era Percassi sono sostanzialmente tre, uno solo ha salutato l’Atalanta in modo definitivo. La scelta è quella della continuità per tutti, anche se gli equilibri sono cambiati nel corso degli anni.

GABRIELE ZAMAGNA - È il direttore sportivo dal 2010, quando Percassi lo sceglie come l’uomo per affrontare la B dopo alcune stagioni al Parma, concluse però con una retrocessione, e un anno praticamente a casa, a Rimini, da dirigente. Investe nel duo Ardemagni e Pettinari, dal Cittadella, che però non ingrana fino in fondo. Acquista Carlos Carmona dalla Reggina, scelta molto felice, punta su un giovane Giacomo Bonaventura. È anche sfortunato, perché spende quasi 5 milioni per Guido Marilungo che ingranerà solamente nell’annata successiva, quando si lesiona il crociato nel giro di pochissimo tempo. Viene affiancato da Marino prima e Sartori poi, diventando un punto di riferimento nello scouting.

PIERPAOLO MARINO - Affianca il ds Zamagna nel momento più complicato della storia dei Percassi, diventando direttore generale nell’estate del 2011, quando l’Atalanta rischia la categoria, se non addirittura la Serie C. Dopo l’ufficializzazione del -6, a metà agosto, si inventa un calciomercato a poche ore dalla sirena, acquistato come centravanti German Denis - per cui l’accordo c’era già, da fine giugno, ma non l’ufficialità a causa dell’inchiesta sul calcioscommesse - mentre il Palermo offre 8 milioni e prende Barreto. Non si perde d’animo e riprende Cigarini a Bergamo, grazie a un prestito dal Napoli, oltre a Brighi. Rifà anche la difesa con Lucchini e Masiello, decide di puntare su Schelotto e soprattutto Maxi Moralez.

Nell’annata successiva riscatta Denis e Carmona, rinnova il prestito di Cigarini, chiude con i colpi Troisi, Matheu e Parra, carneadi che rimarranno tali. L’annata è decisamente meno bella, 42 punti rispetto ai 52 precedenti (rispettivamente partendo da -2 a -6) e sul mercato è traballante anche a gennaio, anche se arriva Livaja. Meglio l’anno successivo quando pesca il jolly Yepes, all’ultimo anno europeo, ma anche una striscia con sei vittorie consecutive che porta l’Atalanta a un passo dall’Europa. Nell’ultima stagione viene affiancato da Giovanni Sartori, dt del Chievo Verona.

GIOVANNI SARTORI - Entra nell’organigramma atalantino nel 2014, studiando la situazione per un anno al fianco di Marino. Con l'addio dell'attuale uomo mercato dell'Udinese, diventa il titolare in pianta stabile. Incomincia subito con due grandi acquisti, come Rafael Toloi e Marten de Roon (che andrà al Middlesbrough per una stagione per poi rientare), ma è l'anno dopo - con l'arrivo di Gasperini - che la squadra esagera, fino a diventare una delle migliori d'Italia e fra le prime d'Europa. Nella sua seconda stagione è aiutato dal tecnico, che fa crescere Caldara, Kessie, Gagliardini, Conti, Spinazzola e Petagna in maniera esponenziale, in inverno arrivano Gollini, Hateboer e Cristante. Dopo il tredicesimo posto della prima stagione arriva sempre in Europa, piazzando Costanzi come responsabile del settore giovanile e sfruttando Zamagna soprattutto come uomo mercato di primissimo livello.

Tra le tanti ottime operazioni Pasalic e Zapata, entrambi in prestito con diritto di riscatto, scoperto Palomino dal Ludogorets, scippato Ilicic alla Sampdoria quando sembrava oramai a un passo dall'approdo in blucerchiato.

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