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Hellas, Empereur: "Kumbulla mi ha sorpreso. E quel reality in TV mi divertì"

di Luca Chiarini
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Una stagione complicata, fotografata dai numeri: 344 minuti in totale, ripartiti tra tre presenze in Serie A e una nello sfortunato match di Coppa Italia contro la Cremonese. Ma Alan Empereur, pur non essendo una delle stelle di questo Hellas Verona, di rado ha fatto mancare il proprio contributo quando chiamato in causa. Il difensore brasiliano è stato protagonista di una diretta Instagram sul profilo ufficiale dei gialloblù. Di seguito le sue dichiarazioni:

Cosa sei tornato a fare in questa fase 2?
"Vado a passeggiare con il cane, siamo tornati a fare allenamenti individuali, c'è tempo per sfogarsi. Io sto a casa molto spesso, anche senza quarantena. Mi è pesata perché non potevo allenarmi, ma a casa sto bene. Poi certo che mi mancava uscire un po', vedere della gente. Era veramente triste, sembrava di essere in un film, come in 'Io sono leggenda'".

Stare fermi due mesi pesa.
"Sì, è difficile, perché quando riparti lo senti. Due mesi chiusi in casa, poi, pesa ancora di più, rispetto magari a stare in vacanza. Bisogna fare attenzione, altrimenti ci si fa male. Facciamo solo corse individuali. Io a casa ho fatto qualche lavoretto in garage, giusto per muovermi. Il pallone lo tocchiamo ancora poco, quando stavo in casa non l'ho mai toccato".

Come arrivi a Peschiera?
"Partiamo con la mascherina e il kit per l'allenamento. La doccia la fai solo a casa. Devi fare attenzione anche con la macchina, altrimenti puzza (ride, ndr)".

Lo scorso anno dicesti che per portare il Verona in A ti saresti anche rotto una gamba.
"Sono contento di non essermela rotta (ride, ndr). La scorsa stagione è stata bellissima, nessuno ci credeva più. La vittoria col Foggia ha cambiato qualcosa, riuscimmo a entrare nei play-off. Poi anche a Perugia ci fu la svolta. Mi dispiacque far retrocedere il Foggia con quella vittoria, perché ci avevo giocato in precedenza".

Ricordi il gol con il Perugia?
"Totalmente casuale. Andavo in area, alzai la testa, vidi Laribi e arrivò la palla. Dopo un ottimo stop tirai un siluro, sotto al sette. Un gol bellissimo".

E la finale con il Cittadella?
"All'andata fu una gara sfortunata, giocammo bene ma perdemmo 2-0, feci anche un errore. Prendemmo due gol di m..., dopo aver dominato. Ma eravamo comunque convinti di andare in Serie A. Al ritorno lo stadio fu uno spettacolo, l'atmosfera era tanta roba. Quest'anno forse l'ho rivista qualche volta, ma quell'atmosfera è impareggiabile. Nemmeno contro la Juve, nonostante ci fosse tanta gente".

E alla fine è arrivata la Serie A.
"Quest'anno è stata una bella soddisfazione. Arrivare in Serie A era il mio primo obiettivo. Ci è voluto un po': ho giocato prima in C e in B, ho dovuto vincere due campionati. Bellissima soddisfazione, arrivare a giocare a San Siro è stato molto bello, peccato solo per il gol di Barella".

L'emozione di giocare al Meazza?
"Non tremano le gambe, ma sei concentrato. Io lo sono di mio, lo ero anche in C. Se non senti quel qualcosa in pancia non puoi fare il calciatore, ma posso dire che quella sera ero abbastanza tranquillo. Ero a mio agio".

C'è un gran gruppo quest'anno.
"In allenamento cerco di spingere al massimo. Magari ho giocato poco quest'anno, ma rompo le scatole, sono permaloso e cerco di alzare il livello. La forza del Verona quest'anno è il gruppo. È stato bravo il mister, insieme al direttore e a noi, a credere in questo gruppo".

Arrivare in Italia dal Brasile non è semplice.
"Vero. Non è semplice: tutti credono che essere calciatore sia semplice, ma devi fare tanti sacrifici. Io ho dovuto farne tanti: sono cresciuto da solo, tornavo a casa una volta all'anno. Ma è stato bello, farei tutto di nuovo".

Compreso il reality su MTV?
"Per me è stato bello, quell'anno mi sono divertito. Sono diventato anche amico del cameraman. Ho sempre tenuto i piedi per terra e mi sono divertito".

Di quel gruppo solo tu e Bernardeschi giocate in A.
"Lezzerini, Capezzi e Venuti sono riusciti ad esordire in Serie A. Sapevamo che non ci saremmo arrivati tutti. La nostra Primavera era molto forte, diversi giocatori di quel gruppo sono in Serie B e possono ancora farcela".

Il compagno che ti ha sorpreso di più quest'anno?
"Se parliamo di sorprese dico Kumbulla. Si vedeva che avesse tante qualità, ma lo scorso anno aveva avuto un po' di infortuni. Quest'anno, invece, è al top. È un ragazzo serio, professionista, pulito. Non sta molto sui social, farà sicuramente strada".

Chi era il tuo idolo?
"Da bambino Ronaldo il Fenomeno. Ho visto video di altri giocatori brasiliani, ma per me lui è insuperabile. Quando arrivai in Italia seguivo molto Thiago Silva, mi regalò anche la sua maglia quando facevo il raccattapalle a Firenze".

E oggi chi è il tuo punto di riferimento?
"Il difensore che mi piace di più è Sergio Ramos. È cattivo e ha carattere, personalità".

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
"Fare un bel percorso in Serie A, magari con la maglia del Verona".

Perché hai scelto il numero 33?
"All'inizio della mia carriera ho giocato col 13, ma porta un po' di sfiga. A Bari presi la 33, perché volevo voltare pagina, con il numero precedente mi ero infortunato un po' di volte. Poi Thiago Silva lo usò al Milan: A Bari feci una bella stagione, e lo scelsi anche a Verona. Finché potrò lo terrò".

Per che squadra tifi in Brasile?
"Da piccolo tifavo Cruzeiro, poi andai a giocare all'Atletico Mineiro, i rivali acerrimi. Adesso non tifo per nessuno in particolare, seguo diverse squadre brasiliane. Lo scorso anno ho seguito molto il Flamengo, ha fatto una stagione devastante. Per il resto, tifo la nazionale".

Cosa vorresti fare a fine carriera?
"Non so dove andrò a vivere. Sicuramente andrò in Brasile per i primi anni, poi vedrò. Vorrei restare nel calcio, ma non fare l'allenatore. Magari il direttore sportivo".

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