Menù Notizie

Facchetti, il gesto scaramantico prima dello sfogo: "Qualcuno voleva togliere meriti all'Inter"

di Alessio Del Lungo
Foto
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Gianfelice Facchetti, figlio del compianto Giacinto, ex giocatore e presidente dell'Inter, è stato protagonista di un gesto scaramantico e molto curioso durante il derby contro il Milan. Come sottolineato da Radio Serie A, ha infatti fatto spostare due persone che si erano inavvertitamente scambiate di posto a inizio secondo tempo. Il risultato? Poco dopo è arrivato il gol di Marcus Thuram dello 0-2.

Dopo ha parlato anche a FanPage.it: "Ovviamente lo scudetto nel derby era una cosa che da tifosi tutti abbiamo sognato. Non era facile, si poteva cadere nel tranello di farne un'ossessione, perché con una sconfitta tutti avrebbero provato a sminuire il percorso della squadra che, invece, è stato molto lineare e continuo. È stata davvero una stagione incredibile e farsi prendere dalla frenesia era un errore che poteva capitare. Ognuno ha le proprie motivazioni, lo avevamo visto anche col Cagliari. Ma in un derby prestigioso come quello di Milano, le motivazioni non mancano a nessuno. Nemmeno al Milan. Non bisognava perdere la lucidità perché ci sarebbero state anche altre occasioni ma i ragazzi sono arrivati concentrati all’appuntamento. La degna chiusura di un trionfo".

Più fastidio o godimento vincere dopo che si è parlato di Marotta League tutto l'anno?
"Mi scivola tutto addosso, mi sono veramente goduto la mia squadra e devo dire che ho visto tante prestazioni di alto livello. Una crescita continua figlia del lavoro degli ultimi tre anni, perché l'Inter ha fatto un percorso davvero notevole. Io c'ero l'ultima partita dell'anno in cui lo Scudetto vinse il Milan e ricordo le lacrime di Lautaro, di Dimarco, di tanti giocatori e la delusione di un popolo intero che si strinse intorno alla squadra. Da lì i ragazzi sono ripartiti con ancora maggior determinazione e l'anno scorso in Champions League hanno fatto qualcosa di incredibile, nonostante poi sia sfumata la vittoria in finale: la squadra ha tradotto quella delusione in qualcosa di costruttivo e quest'anno lo ha fatto con una con una dichiarazione di intenti molto chiara in campionato da subito, non ha voluto perdere terreno e non ha mai mollato. Quindi, sinceramente, di quello che dicono gli altri di noi mi entra a 100 e mi esce a 1000".

Si è riaperta la discussione sullo scudetto numero 14. Il dibattito è rimasto fermo a Calciopoli in Italia per anni.
"No, non tutti. Direi che qualcuno è fermo lì, ma è sempre un pretesto per distogliere lo sguardo dal merito da riconoscere i vincitori. Nel corso della stagione c'è stato un certo tipo di narrazione che aveva come unico obiettivo quello di distogliere lo sguardo dal riconoscere i meriti all'Inter, al lavoro di Inzaghi e a quello che ha fatto, con argomentazioni che sono cambiate via via nel corso del tempo. Quando queste sono superate e non tengono più alla prova dei fatti, l’ultima carta da giocare quella che ti resta è quella. A me viene da sorridere perché quando l'Inter vinse nel 2010 la Champions League uno dei temi che venivano sbandierati per togliere valore a quella vittoria era il fatto che non ci fossero gli italiani. Oggi l'Inter credo sia una di quelle che da più giocatori alla Nazionale ma questo non è più un valore. Questa cosa è la dimostrazione che quando si vuole attaccare, fare polemiche, se quello è l'unico obiettivo, ci si attacca a tutto. Durante l'anno i pretesti sono stati tanti e sono stati sconfessati dai numeri, perché le statistiche dell'Inter sono impressionanti e non c'è nessuna possibilità di negare quello che sta facendo questa squadra. Ci si va ad attaccare piuttosto al 2006 o magari ci si andrà ad attaccare allo scudetto del passato. Una scusa e un pretesto per togliere valore alle vittorie degli avversari perché c’è una scarsa cultura sportiva: basterebbe dire ‘bravi, avete vinto, complimenti’. Punto, stop, fine dei discorsi".

È l'Inter più bella da vedere di sempre?
"Io sono convinto che i paragoni tra le squadre di diverse epoche siano sempre un po' limitati, innanzitutto dalla percezione che si ha. Certo, questa è un’Inter bellissima ma, tendenzialmente, noi non spicchiamo per senso storico, siamo abbastanza sempre più portati a idealizzare quello che abbiamo sotto gli occhi. Ovviamente, io della Grande Inter quello che so deriva dai racconti di mio padre, dai libri e dai filmati però poi il calcio è una cosa le cui emozioni sono in parte raccontabili attraverso queste cose, bisogna viverlo dal vivo e da vicino, per poterne parlare del tutto con cognizione. In ogni caso, sicuramente questa Inter, anche rispetto a quelle che ho visto vincere come quella del Trap, quella di Mancini o quella di Mourinho, sicuramente gioca molto bene e, a differenza di quelle che abbiamo ricordato, ha come segno distintivo innanzitutto il fatto di avere il collettivo come valore fondante. Magari aveva meno sulla carta a livello di singoli ma una grande forza di squadra. In partenza non ci davano per vincenti ma questa squadra ha sfidato anche i pronostici, puntando molto sul collettivo, sia dal punto di vista della costruzione della squadra che nell'impianto di gioco. Anche a livello di mercato non abbiamo speso tanto, credo che il Milan abbia speso parecchio più di noi; la Juve non è cambiata tanto ma ha molti calciatori di valore degli anni scorsi e poi c’era il Napoli campione d'Italia in carica da battere. Questa cosa di partire un po' dietro nei pronostici dà altro valore alla vittoria, perché è arrivata con una squadra costruita in maniera diversa rispetto al solito e non potendo spendere grandi cifre. Questo forse rende ancora più unica questa annata".

Che momento di questa stagione ricorderà il tifoso?
"Sicuramente la vittoria nel derby di andata è stata qualcosa di clamoroso per le proporzioni e il modo in cui è arrivata. Quello è sicuramente stato un bel prologo. Dopodiché, secondo me, la fase più delicata è stata tutta quella tra il Verona e la Juventus con la Supercoppa in Arabia in mezzo e le partite di Firenze e Roma: in quel momento l’Inter ha giocato un sacco di partite e alcune erano molto dure, ma è stato viatico clamoroso anche perché le ha vinte praticamente tutte. Quindi, se dovessi scegliere, direi quella parte di anno lì".

Chi rappresenta più di tutti l'interismo?
"Mi sembra che questa squadra non abbia problemi di leader visto che molti calciatori oltre che essere interisti, sentono forte il valore del club e del blasone che si portano indietro. Dire Dimarco è scontato, Lautaro da quando porta la fascia ha dimostrato ancora di più quanto tenesse alla maglia nerazzurra e poi penso a Bastoni, Barella, Darmian… il collettivo, come dicevo prima. Credo sia ingiusto sceglierne uno solo. Sento proprio che c’è un bel legame tra il mondo Inter e tutto l’ambiente, da parte di tutta la squadra e dell'allenatore".

Altre notizie
Sabato 4 Maggio 2024
21:08 Serie A Monza, Palladino: "Grande partita, meritavamo di più. Futuro? Focus sul finale di stagione" 21:07 Serie A Pasticcio di Dumfries, Doig e Laurienté ringraziano: 1-0 al Mapei, la sblocca il Sassuolo 21:04 Serie B Modena-Como, i convocati di Bisoli: ben sette gli assenti. Convocati tre Primavera 21:00 Serie A TOP NEWS Ore 21 - Lazio, pari e faccia a faccia con i tifosi. Real campione di Spagna 20:59 Serie ALive TMW Lazio, Tudor: "Dovrò fare una profonda analisi, questa è la gara che mi è piaciuta di meno"
20:56 Calcio estero Bundesliga, 32ª giornata: Colonia vicinissimo alla retrocessione. Solo un pari col Friburgo 20:53 Serie A Costacurta: "Mi è stata messa in bocca una cosa su Lautaro. L'Inter ha preferito il campionato" 20:49 Calcio estero Haaland versione cannibale: 4 gol del norvegese nella goleada City sui Wolves 20:45 Serie A Lazio, Tudor: "Non la nostra migliore gara. Reazioni di Zaccagni e Luis Alberto? Capitano" 20:43 Serie A Sassuolo, Pinamonti: "Finché non è finita abbiamo il dovere di non mollare" 20:42 Serie A Inter, Klaassen: "Felicissimo qui all’inter. Scudetto meritato" 20:38 Serie A Sassuolo, Carnevali: "Abbiamo già battuto l'Inter... Errori? Se siamo lì ne abbiamo fatti" 20:34 Calcio estero Suicidio Barça nel derby: il Real Madrid è campione di Spagna per la 36ª volta 20:34 Serie A Sassuolo, Pinamonti: "Contento della doppia cifra ma penso alla situazione della squadra" 20:34 Serie A Monza-Lazio 2-2: tabellino, pagelle e tutte le ultime sulla 35ª giornata di Serie A 20:30 Serie A Monza, Pessina: "Giocato con coraggio. Possiamo puntare in alto, ci manca l'ultimo step" 20:26 Serie A Inter, Inzaghi: "Turnover? Ci sarà spazio per tutti, ma c'è un campionato da onorare" 20:23 Serie A Marelli su Monza-Lazio: "Contatto lieve tra Djuric e Casale, regolare il gol del 2-2" 20:19 Serie A Lazio, duro confronto fra i tifosi e la squadra al termine della partita contro il Monza 20:15 Serie A Klaassen: "Il Sassuolo lotta per la propria vita, ma noi siamo l'Inter" 20:14 Altre Notizie Monza-Lazio 2-2: il tabellino della gara 20:11 Calcio estero Turchia, 35ª giornata: Balotelli sorride, successo di misura per l'Adana Demirspor 20:10 Serie AProbabili formazioni 35^ di Serie A, LIVE! Chiesa torna titolare, Kvaratskhelia a forte rischio 20:08 Serie A Le pagelle del Monza - Djuric implacabile, Pessina ottimo. Donati non entra al meglio 20:07 Le Statistiche Un primato e mezzo: eppure il Cagliari è ancora tutto fuorché tranquillo 20:04 Serie A Le pagelle della Lazio - Immobile e Vecino non bastano, Casale disintegrato da Djuric 20:00 Serie A Serie A, la classifica aggiornata: Lazio, niente sorpasso. Ora Tudor è alla portata della Fiorentina 19:57 Serie A Lazio, sogno Champions quasi in frantumi: Djuric al 91' gela i biancocelesti. Finisce 2-2 19:53 Serie A Roma-Juve, De Rossi: "Ci servono i nostri tifosi". Il club: "Coloriamo l’Olimpico di giallorosso" 19:45 Serie A L'ha ripresa Vecino. Harakiri Monza, l'uruguayano ringrazia e riporta avanti la Lazio