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ESCLUSIVA TMW - Sanchez Flores, il mister che lanciò David Silva: "Con lui Immobile farà 40 gol"

di Giacomo Iacobellis
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

C'era una volta il Valencia di mister Quique Sanchez Flores, un Valencia formato Champions League trascinato ai piani alti della Liga dalle magie di un appena ventenne David Silva. Una gran bella scommessa nel 2006, una certezza del calcio oggi, pronta adesso a intraprendere una nuova avventura in Serie A con la maglia della Lazio. Per presentare al meglio il colpo stellare che prepara il presidente Lotito, TuttoMercatoWeb.com non poteva quindi che intervistare in esclusiva lo stesso allenatore che fece spiccare il volo a 'Merlino' tra le mura del Mestalla. "Dico sempre che io a David ho dovuto semplicemente aprire la porta...", esordisce il tecnico spagnolo ex tra le tante di Getafe, Valencia, Benfica, Atletico Madrid, Espanyol e Watford. "È un talento puro e genuino, un calciatore in grado di migliore costantemente sia sé stesso che gli altri".

Come si accorse di lui?
"Era l'estate del 2005, ero appena arrivato al Valencia e organizzammo una tournée in Olanda: vidi questo questo ragazzo delle giovanili dribblare tutti, giovani e meno giovani, con le stimmate del fuoriclasse. David aveva appena 18 anni all'epoca e il Valencia aveva già deciso, purtroppo, di mandarlo in prestito al Celta Vigo per farsi le ossa nella Liga. Nel 2006, una volta rientrato alla base, riprendemmo però proprio da dove avevamo lasciato e, ad appena 20 anni, lo resi un titolare inamovibile della mia squadra".

La sua carriera parla da sola, ma David Silva secondo lei può ancora essere decisivo a 34 anni suonati?
"Non ho alcun dubbio su questo. David ha sempre avuto un buon fisico, è un giocatore che vanta una grande condizione atletica e un ottimo tono muscolare. Inoltre, nel suo ruolo non vive certo di intensità, ma piuttosto di intelligenza".

Lo vede bene alla Lazio?
"Assolutamente sì. David Silva è un centrocampista molto intelligente, forte tecnicamente, brillante con e senza palla, ma soprattutto sempre decisivo nell'ultima giocata. Nonostante l'età avanzata, sarà un vero colpo per la Lazio. Uno come lui, d'altronde, è l'estensione dell'allenatore in mezzo al campo".

In quale posizione?
"Trequartista, tra centrocampo e attacco. È in quella posizione che David Silva riesce a esaltare i suoi piedi delicati e la sua straordinaria visione di gioco, oltre alla sua innata capacità di passaggio. Nello specifico lo vedrei bene sia con che senza Luis Alberto, magari entrambi dietro a bomber Immobile. Sono convinto infatti che con David alle sue spalle Ciro potrebbe segnare addirittura più di quest'anno (39 reti totali, ndr)".

Mister Guardiola al Manchester City ha detto che David Silva gioca un calcio "bastardo": ci aiuta a capire questa curiosa espressione?
"David è un ragazzo che si è fatto da solo. In campo fa innamorare tutti, perché gioca un calcio semplice e spontaneo, lo stesso calcio 'bastardo' che ha imparato per strada da bambino. E, se ci pensiamo, è proprio questo il difficile col pallone: far sembrare semplice ciò che non lo è affatto, esattamente come fa un Mago".

Chiosa, inevitabile, sul suo futuro: quando la rivedremo in panchina dopo il breve ritorno al Watford di questa stagione?
"Fra una stagione, almeno. Ho deciso di prendermi un anno sabbatico e di aspettare il 2021-2022 per tornare ad allenare. Ho già fatto oltre 20 anni di panchine, senza mai fermarmi, e ora ho scelto così di prendermi una pausa".

In passato si era parlato anche di Italia per lei...
"Quando allenavo l'Atletico Madrid, o lo stesso Valencia... Sono stato accostato a diverse squadre importanti in Serie A, tra queste anche l'Inter, e confesso che mi piacerebbe un giorno intraprendere un'avventura nel massimo campionato italiano. Parliamo d'altronde di una delle leghe più affascinanti e storiche d'Europa, ma adesso preferisco restare fermo e godermi la mia famiglia. Per riprendere ad allenare ci sarà tempo".

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